Night Light

Tekst
Z serii: Legami Di Sangue #2
0
Recenzje
Przeczytaj fragment
Oznacz jako przeczytane
Czcionka:Mniejsze АаWiększe Aa

“Che cos’hai intenzione di fare con lei?” chiese il prete indignato.

“Farò quello che non puoi fare tu... tenerla al sicuro.” urlò Steven non volendo discutere oltre. Il livido sul volto di Jewel gli aveva letteralmente dato sui nervi e che fosse dannato se l’avesse riportata dall’uomo che glielo aveva procurato.

“Non mi serve un altro protettore.” Jewel si voltò per andarsene, ma si fermò vedendo che due uomini dall’aspetto pericoloso bloccavano la porta.

Dean aveva sentito l’angoscia di Steven fin dal piano di sotto e ora che stava guardando la ragazza che ne era la causa, poteva capirne il perché. Leggendo la sua anima, intravide un’immagine fugace dello sfuggente angelo della morte.

“Ti sbagli.” Si mosse così in fretta che neanche i due mutanti nella stanza se ne accorsero. “Tu hai bisogno di un protettore.”

Jewel soffocò un urlo quando il palmo della mano dell’uomo premette sulla sua guancia e gli occhi di lui divennero color mercurio. La mano fredda che per così tanto tempo si era stretta attorno al suo cuore con dita ghiacciate, si sciolse. Improvvisamente, ricordò sentimenti di cui aveva dimenticato l’esistenza... il calore, la sicurezza... l’amore.

Il prete si appoggiò alla scrivania quando un’ombra di ali spuntò dalla schiena dell’uomo, guizzò luminosamente, poi svanì.

“Aspetterò al piano di sotto.” dichiarò Dean mentre il vento si precipitò a riempire il vuoto che lui aveva lasciato.

Steven non capì perché Dean avesse scelto quel momento per rivelare il proprio potere, ma era contento che il caduto l’avesse fatto. La guancia di Jewel guarì e il prete sembrava aver appena visto la luce.

“Dobbiamo andare... adesso.” disse Nick sulla porta.

Steven afferrò la mano di Jewel e si avviò verso la porta, contento che lo shock avesse interrotto la sua lotta, per il momento.

“Aspetta.” disse il prete, facendo fermare Steven e Nick per guardarlo. “Quello era...?” balbettò, indicando il punto in cui si trovava Dean poco prima.

Steven sorrise genuinamente all’emozione negli occhi del vecchio prete. “Sì...lo era.”

Il prete sorrise quando Steven e Nick lasciarono la stanza con Jewel al seguito. Annuì e cominciò a raccogliere il necessario. Nella sua mente, Dio stava preparando la terra per il Suo ritorno.

Steven e Nick uscirono dalla chiesa, ma Steven fermò Jewel per dare un’occhiata verso la finestra dell’ufficio. Tirò un sospiro di sollievo quando vide la luce dell’ufficio spegnersi.

“Sembra che il vecchio stia seguendo il tuo consiglio.” disse Nick.

Steven scosse la testa. “Più che altro ha visto Dean per ciò che era e sta vivendo una sorta di esperienza mistica. Mi ha dato il suo numero di telefono, lo chiamerò quando la via sarà libera.”

“Non penso che un paio d’ore basteranno.” lo informò Nick.

"Quello che sia sia.” rispose Steven. “Adesso torniamo al club per aggiornare Warren e Quinn.”

Dean era seduto sul tetto della cattedrale e sorrise verso il trio che lasciava la chiesa. Aveva dato a Steven tutto l’aiuto possibile, ma l’incantesimo calmante che aveva lanciato sulla ragazza non sarebbe durato per sempre. Sentiva l’oscurità sotto l’edificio iniziare ad accumularsi mentre i vampiri iniziavano ad uscire dal loro tunnel.

A differenza di quelli dell’altra sera, questi erano influenzati da qualcosa di addirittura più oscuro, più sinistro, che Dean avesse mai visto.

Dean aggrottò le sopracciglia chiedendosi perché non l’aveva percepito quando avevano eliminato il primo gruppo che si nascondeva lì. Questo influsso era molto antico e molto potente. Così improvvisamente come l’aveva percepita, l’oscurità svanì e si sentiva solo la presenza dei vampiri.

Il caduto tornò di nuovo in chiesa per controllare il vecchio e assicurarsi che fosse vivo.

Capitolo 4

Trevor e Kat seguivano il vampiro che avevano rintracciato in città.

“Che diavolo sta facendo?” sussurrò Kat, iniziando ad insospettirsi.

“Sembra che stia facendo shopping.” rispose Trevor quando il vampiro si fermò davanti ad una vetrina e guardò nel buio.

Questo vampiro era giovane, appena diciottenne a prima vista. Aveva i capelli neri e lisci e portava occhiali da vista dalla montatura rotonda. Con i capelli tirati indietro, sarebbe sembrato quasi presentabile tranne che per la sua pelle pallida.

I due ripresero il cammino quando il vampiro si allontanò bruscamente dalla vetrina e ricominciò a camminare per strada. Anche con i negozi chiusi, i marciapiedi erano affollati a quell’ora della notte.

Avevano scoperto il corpo dell’ultima vittima del vampiro su un prato ben curato. Con il loro senso dell’olfatto, erano stati in grado di raggiungere il succhiasangue proprio mentre il vampiro imboccava la Rodeo Drive. Da lì, Trevor dovette frenare un po’ Kat spiegandole che in giro c’erano troppe persone per poter correre all’impazzata.

Adesso erano lì, a seguire un vampiro a piedi e nessuno dei due era in vena di conversazione. La mossa successiva fu salire su un autobus senza preoccuparsi della destinazione. Alla fine, il vampiro allungò la mano e tirò il cavo per scendere. Kat e Trevor scesero alla fermata successiva e sbuffarono prima di riprendere la loro ricerca. Il vampiro continuò a camminare e Kat ringhiò per la frustrazione.

“Inizio a pensare che questo vampiro sia drogato. Abbiamo quasi fatto un giro in tondo.” si lamentò. “Siamo solo a pochi isolati dal club”.

“Eccolo!” esclamò Trevor e corse verso un vicolo in cui il vampiro scomparve all’improvviso.

Le scarpe da ginnastica di Trevor fecero un rumore stridente quando lui raggiunse di corsa l’entrata del vicolo e diede un’occhiata. Kat era accanto a lui, si abbassò un po’ in modo che potessero sbirciare entrambi dietro l’angolo.

“Dannazione.” imprecò Trevor ed estrasse la sua 9 mm.

“Non ho ancora capito perché hai portato la pistola.” disse Kat anche se sapeva che Nick ne portava sempre una. Non era sulla pistola che Nick contava... ma sugli speciali proiettili di legno di cui era carica. “Quelle cose sono inutili contro i vampiri.”

Trevor sorrise. “Dimentichi per chi lavoro. Questi proiettili sono fatti apposta per esplodere all’impatto, sono stati scavati all’interno e riempiti con un po’ di acido muriatico. Quella roba corroderà qualsiasi cosa.”

“Perché l’acido non corrode il proiettile, allora?” chiese Kat, raccogliendo segretamente informazioni con cui corrompere Nick.

“C’è un bossolo interno nel proiettile scavato che l’acido non può corrodere. Adesso non mi ricordo il nome esatto.” spiegò Trevor. “È abbastanza forte da non essere danneggiato dall’acido ma abbastanza fragile per rompersi quando urta qualcosa.”

Kat si alzò lentamente in piedi. “Vogliamo andare?”

Trevor strinse la presa sulla pistola e si avviò per primo, seguito da Kat che aveva un pugnale affilato in ogni mano; una gentile concessione di Trevor. Perlustrarono l’intero vicolo prima di rendersi conto che il vampiro era sparito.

Trevor si rilassò e abbassò il braccio armato. “Se n’è andato!”

Kat emise un sospiro di frustrazione “Beh, dal momento che siamo così vicini, possiamo anche tornare al locale.”

“Per quanto stasera mi sia divertito a portare voi due idioti a spasso per la città,” disse una voce alle loro spalle, “devo insistere perché rimaniate per cena.”

Kat e Trevor si girarono di scatto in direzione della voce e si bloccarono quando videro il vampiro che avevano seguito, insieme ad altri cinque.

“Il figlio di puttana sapeva che lo stavamo seguendo.” ringhiò Trevor mentre riprendeva la pistola e la puntò.

Con muri su tre lati e i vampiri davanti a loro, Kat sapeva che lei e Trevor avrebbero dovuto lottare per uscire da lì. Si accovacciò quando i vampiri li circondarono rapidamente. Uno con i capelli rosso fuoco balzò in piedi sperando di avere la meglio su di loro, quasi letteralmente.

Kat subito si rialzò e affrontò il vampiro a mezz’aria. Le sue unghie lunghe ora sembravano artigli anche se non avevano subito mutazioni. Colpirono il suolo con il vampiro steso di schiena sotto di lei.

Il succhiasangue le afferrò il polso destro così forte che lei sentì le ossa cominciare a frantumarsi dolorosamente. Ingoiando il dolore nauseante, lei fece scattare il polso verso il basso, infilzando il pugnale nel polso del vampiro come vendetta. Liberandosi, Kat non esitò ad infilare la mano destra nel petto del mostro ed estrargli il cuore.

Trevor prese la mira e sparò al vampiro che avevano seguito per tutta la sera. Il proiettile colpì la creatura alla gola e, per un attimo, lui fissò Trevor con un’espressione incredula prima di iniziare ad urlare e a graffiarsi la gola. L’urlo s’interruppe bruscamente quando l’acido liberato dal proiettile raggiunse la laringe del vampiro.

In realtà Trevor non vide cosa successe dopo, poiché fu subito attaccato da un altro vampiro.

Il suo corpo fu gettato contro il muro del vicolo e scivolò a terra. La sua 9mm volò mentre cercava di ignorare le stelline che vedeva davanti agli occhi. L’altro vampiro si avvicinava quando Trevor sentì qualcosa vicino la gamba. Guardando in basso, vide la testa ancora fumante del vampiro a cui aveva sparato e la afferrò.

Prendendo per i capelli la testa mozzata, Trevor la lanciò contro il succhiasangue che si avvicinava. La creatura la schivò e ringhiò contro di lui, pronta a saltare. Qualcosa di luccicante balenò davanti ai propri occhi e Trevor vide un lungo pugnale spuntare fuori dal suo petto. Girando la testa, Trevor vide Kat in piedi sporca di sangue.

 

“Attenta!” urlò Trevor.

Kat sollevò l’altro pugnale e rimase a bocca aperta quando il vampiro le afferrò la mano e portò la lama verso il basso, direttamente nel suo interno coscia. Il dolore da solo le diede la forza per respingere il vampiro. Barcollò all’indietro verso Trevor e riuscì ad estrarre il pugnale dalla propria coscia. Liquido caldo fuoriuscì rapidamente e le scese lungo la gamba.

Trevor sapeva di dover fare qualcosa. Erano entrambi feriti ora. Poteva sentire il dolore alle costole e alla spalla con cui aveva colpito il muro e non riusciva a respirare. Alzando gli occhi verso Kat, che era in piedi davanti a lui con fare protettivo, pensò alla loro prossima mossa.

Doveva trasformarsi in qualcosa di abbastanza grande e forte da combattere contro i vampiri e sopravvivere. L’unico problema era che se si fosse trasformato, avrebbe rivelato la sua vera natura a Kat. La sua specie non era mai andata d’accordo con le altre tribù di mutanti a causa delle loro diversità. Essi erano in grado di fondersi con qualsiasi clan e scomparire senza lasciare traccia, anche per decenni. Erano le armi ideali in una guerra.

Per questo, qualsiasi animale avesse scelto sarebbe stato sempre dieci volte più forte dell’animale vero. Nella sua forma umana valevano le stesse regole, ma non gli era stato di grande aiuto finora. Tuttavia, se non si fosse dato una mossa, sarebbero stati spacciati.

Improvvisamente Kat lasciò cadere la sua arma e si piegò. A causa delle sue ferite, la trasformazione fu più lenta del normale. Il suo corpo si trasformò finché non si trovò a quattro zampe. Gli abiti caddero a terra e un bel mantello maculato di pelliccia marrone e nera prese il loro posto.

Uno dei vampiri rimasti attaccò e Kat si alzò sulle zampe posteriori, bloccandolo con una sorta di mossa di wrestling. Gli artigli scavarono nelle spalle della creatura e lei gli mostrò le sue lunghe zanne. Senza pensarci due volte, Trevor decise di trasformarsi.

I due vampiri rimasti sibilarono furiosi quando l’umano che stavano accerchiando si trasformò in un orso Kodiak. Trevor mosse una zampa gigante verso quello più vicino e tranciò il suo corpo a metà, facendo ricadere le gambe senza vita. Sapendo che il vampiro non era morto, Trevor avanzò verso di lui e gli schiacciò la testa con le sue potenti mascelle.

Si alzò in piedi per aiutare Kat quando gli ultimi due vampiri lo attaccarono con forza. Trevor barcollò indietro di qualche passo prima di ruggire forte e ne afferrò uno, lanciandolo nel vicolo. Ruggì di nuovo quando l’ultimo affondò i denti nella sua scapola. Udì l’urlo da giaguaro di Kat e sentì il muro di mattoni colpire la sua tempia prima di cadere per l’impatto.

*****

Quinn e Warren avevano perlustrato i dintorni del club in un raggio di cinque miglia.

“Non c’è niente in giro.” dichiarò Quinn e cercò di scacciare la propria frustrazione. Qualcosa non andava...lo sentiva nell’aria.

Warren percepì la tensione nella voce di Quinn. “Dopo la lotta al magazzino, non sono così sorpreso.” Il suo telefono squillò facendo sobbalzare i due uomini e facendogli rendere conto di quanto fossero tesi. Prese il cellulare dalla tasca dei jeans.

“Pronto.” disse Warren al cellulare e poi annuì poco dopo. “Va bene, andremo a controllare.” Riattaccò e rimise il telefono in tasca. “Era Nick, hanno trovato un tunnel sotterraneo sotto la chiesa.”

“Dovremmo andare a controllare.” dichiarò Quinn cercando di ignorare che l’adrenalina gli stesse facendo accapponare la pelle e lui non aveva la minima idea del perché.

L’urlo distinto di un giaguaro sferzò la notte tranquilla raggelando i due uomini. Girarono la testa in direzione del suono prima di guardarsi a vicenda.

“Kat!” esclamarono all’unisono.

Warren prese immediatamente il cellulare dalla tasca e lo mise in una fondina elastica attorno alla caviglia.

Non ci fu alcuna esitazione e dopo pochi secondi i due uomini si erano trasformati e correvano per strada. Le persone urlavano e correvano per allontanarsi dagli enormi felini, provocando una grande agitazione. Quinn prese il comando e corse nel traffico facendo inchiodare un’auto. L’auto di dietro urtò l’altra dietro, creando una reazione a catena.

Warren saltò sul cofano della prima auto e guardò per assicurarsi che le persone stessero tutte bene prima di inseguire Quinn lungo la carreggiata.

Il conducente della vettura fu scosso da ciò che era appena accaduto e prese il cellulare.

*****

Jason si annoiava a morte. Non era successo niente negli ultimi giorni e con Tabby ed Envy fuori città, stava diventando pazzo.

Quando il telefono squillò per poco non gli venne un colpo e si allungò subito per rispondere.

“Guardia Forestale.” disse Jason con voce piatta.

“Sì.” rispose una voce tremante. “Vorrei segnalare qualcosa di insolito.”

Jason sospirò mentalmente e prese carta e penna. “Va bene, mi dica cosa ha visto, signore.”

“La cosa più incredibile che abbia mai visto.” disse l’uomo senza fiato. “Ho appena visto un puma e un giaguaro correre liberi per la città. Ho inchiodato quando il puma è corso davanti a me e il giaguaro è salito sul cofano della mia auto, mi ha guardato, e poi ha seguito il puma."

“Probabilmente c’è stata un’altra fuga dallo zoo.” disse Jason, anche se era una bugia che dicevano in pubblico per nascondere il fatto che la città sembrasse alleata con la pericolosa fauna selvatica in questi giorni.

“No.” esclamò l’uomo. “Il giaguaro aveva un cellulare legato ad una caviglia.”

Jason alzò lo sguardo verso l’altra guardia in ufficio con lui, Jacob Savage.

“Quindi mi sta dicendo che il giaguaro aveva un cellulare legato ad una zampa?” chiese Jason.

Jacob quasi si strozzò con il caffè e posò la tazza asciugandosi il naso, segno che una parte del liquido era finito lì.

“È esattamente quello che sto dicendo!” L’uomo gridò abbastanza forte che Jacob lo sentì.

Jason annuì “D’accordo signore, si calmi. Ha detto che è scappato, quindi lei sta bene. Grazie per aver chiamato, controlleremo.”

Jason riagganciò in fretta il telefono e lo fissò per un attimo, come se l’apparecchio stesse per saltargli addosso e mangiarlo.

“D’accordo, okay.” Jacob si controllò dopo essersi ripreso dal suo attacco di tosse.

*****

Warren raggiunse finalmente Quinn proprio mentre si avvicinavano ad un vicolo in cui l’odore di Kat era più forte. Svoltando l’angolo, arrivarono appena in tempo per vedere Kat dilaniare la gola di un vampiro, e un enorme orso affondare i propri artigli nel petto di un altro. L’artiglio dell’orso spuntò dalla schiena del vampiro, afferrando il cuore sanguinante del vampiro prima di spremerlo come un palloncino pieno d’acqua.

Kat sbatté le palpebre, rendendosi conto che in qualche modo durante la lotta ... i vampiri si erano moltiplicati. Ebbe appena il tempo di prendere fiato prima di essere attaccata da uno dei vampiri rimasti. Lanciò un urlo primordiale quando gli artigli affilati le penetrarono in un fianco. I suoi artigli trafissero la schiena del vampiro cercando di toglierselo di dosso. Improvvisamente, il peso al suo fianco non c’era più e lei cadde, perdendo i sensi per il dolore, la perdita di sangue, e la stanchezza.

Quinn vide il vampiro attaccare Kat e sentiva la rabbia crescere nel proprio petto. Si lanciò nel vicolo senza preoccuparsi se Warren fosse con lui o no. Placcando il vampiro a terra, gli ringhiò minacciosamente in faccia prima di lacerare il suo collo con i propri denti aguzzi. Poteva sentire i suoi artigli scavare su di sé in preda al panico, ma non gli importava mentre continuava a lacerarlo. Girando di scatto la testa, si rivolse di nuovo verso Kat e ringhiò.

Trevor aveva liquidato subito l’ultimo vampiro, facendolo a pezzi finché non rimase altro che un torso senza testa e senza arti. Alzò gli occhi quando sentì Kat urlare poi vide un puma saltare sul vampiro che l’aveva attaccata. Quando lei ritornò nella sua forma umana, Trevor si avvicinò al suo corpo nudo e privo di sensi, curvandosi verso il basso per proteggerla da ulteriori attacchi.

Un ringhio profondo attirò la sua attenzione e incontrò lo sguardo di un puma molto arrabbiato diretto verso di lui con un evidente intento di uccidere...Quinn Wilder.

Trevor era stanco a causa della lotta e ciò rendeva lenti i suoi riflessi. Non fu in grado di schivare Quinn e accusò tutta la forza del colpo nel fianco. Trevor fu lanciato attraverso il vicolo e contro il muro di mattoni per la seconda volta, quella notte.

Trevor ringhiò e riuscì a stare in piedi sulle zampe posteriori per due secondi in totale, prima di appoggiare la schiena e scivolare a terra. Quinn si avvicinava e lui non voleva trasformarsi di fronte al puma, ma sapeva di doverlo fare. Kat li avrebbe informati comunque...quindi che aveva da perdere? Incapace di vedere le proprie ferite sotto la pelliccia, si trasformò lentamente e cercò ancora una volta di alzarsi in piedi.

Quinn si fermò quando vide il maschio umano che era al bar... Warren lo aveva chiamato Trevor. Sibilò quando il suo senso dell’olfatto gli diceva che Trevor non era un mutante normale...o almeno di nessuna specie che avesse mai incontrato. Non sapere cos’avesse di fronte non aiutava molto a placare la sua collera.

Fece un altro passo in avanti ma Warren si mise davanti a lui e si avvicinò a Trevor, ritornando alla forma umana mentre lo faceva. Quando Trevor barcollò, Warren lo afferrò per un braccio e lo mise su una spalla. Non c’era motivo di lasciare che Quinn colpisse un uomo che era a terra.

Trevor guardò Warren e sorrise quando realizzò la loro situazione imbarazzante. “Bel casino, adesso siamo tutti nudi.” mormorò e svenne all’istante.

Warren scosse la testa e non poté fare a meno di sorridere perché Trevor aveva fatto una giusta osservazione. Era in momenti come questo che era contento di avere il cellulare con sé e di portarlo in quel modo. Appoggiò piano Trevor al muro e stava per prendere il cellulare quando sentì Quinn iniziare a ringhiare.

Quinn si era trasformato e guardava Kat priva di sensi. I suoi vestiti erano a pochi passi, distrutti dalla sua trasformazione e non indossabili. Conservando il pensiero per dopo, Quinn iniziò ad esaminare le ferite e si fermò quando vide il sangue che fuoriusciva ancora dal suo interno coscia.

Spostando la gamba quanto bastava per capire da dove provenisse il sangue, si bloccò quando vide un marchio di accoppiamento. Il ringhio uscì dalla sua gola prima che potesse fermarlo. Qualcuno aveva marchiato Kat e l’aveva abbandonata.

Quinn sentì la gelosia sollevarsi dal profondo e si avvicinò per annusare la pelle e vedere se ci fosse ancora l’odore. Il che lo fece solo infuriare di più ... lei non aveva l’odore di un altro uomo, aveva un odore meraviglioso.

Guardando l’altro uomo davanti al quale era accovacciato Warren, Quinn si chiese se il marchio di accoppiamento le fosse stato lasciato dal mutante biondo.

Warren prese il cellulare deciso ad ignorare i capricci di Quinn per il momento. Kat aveva bisogno di aiuto e lui non aveva intenzione di dire a Quinn di chi fosse il marchio di accoppiamento. Che se ne andasse all’inferno scoprendolo da solo.

“Signora Tully?” chiese Warren poi sorrise. “Sto bene, signora. Mi chiedevo se potesse venire al Moon Dance. Mia sorella e il suo amico Trevor sono stati feriti e hanno bisogno di cure che solo lei puoi dargli.”

Warren rimase in silenzio per un momento, poi annuì “Grazie, signora Tully.”

“Non sapevo che conoscessi Tully.” disse Quinn con calma. Aveva incontrato Tully non molto tempo dopo che le famiglie si erano separate.

Warren sorrise mentre componeva un altro numero. Quinn pensava di essere l’unico autorizzato a spiare? “Nick è finito nei guai più di quanto riesca a ricordare. La signora Tully lo rattoppa sempre e la sua casa è sempre aperta se abbiamo bisogno di un posto dove stare.”

 

“Sono sorpreso che non ci siamo incrociati prima d’ora.” rispose Quinn diventando un po’ più sospettoso.

“Nick, siamo in un vicolo a dieci isolati ad ovest del club e ci serve un passaggio. Porta dei vestiti per tre uomini e per tua sorella, e vieni con l’Hummer.” Warren riattaccò senza aspettare che Nick rispondesse e rivolse la sua attenzione a Trevor.

“È lui che ha lasciato il marchio di accoppiamento su Kat?” chiese Quinn.

“Questo, amico mio, non sta a me dirtelo.” disse Warren misterioso.

Capitolo 5

Nick aveva appena fatto scendere Steven e Jewel al Night Light quando ricevette la telefonata. Jewel era stata molto tranquilla dopo lo stratagemma di Dean in chiesa, ma poteva dire che qualunque cosa avesse fatto il caduto per tenerla calma stava iniziando a svanire. Più si allontanavano dalla chiesa, più diventava paranoica. Poteva solo immaginare l’inferno che il suo amico stava per passare.

Facendo un cenno a Steven, Nick prese in fretta il telefono e lo maneggiò per un attimo facendolo quasi cadere. Alla fine lo prese con il terzo anello e rispose.

“Che c’è.” ringhiò. La sua espressione divenne di profonda preoccupazione prima di schiacciare il pedale dell’acceleratore. Per fortuna, aveva deciso di prendere l’Hummer per portare Steven e Jewel al Night Light.

Fece mente locale e tirò un sospiro di sollievo quando si ricordò che Warren aveva lasciato dei vestiti in auto dopo il loro ultimo viaggio in campeggio. Nessuno si era preoccupato di toglierli e questo risparmiò a Nick di passare prima da casa. Era positivo che Warren e Quinn fossero quasi delle stesse dimensioni ... non c’era niente di peggio che cercare di entrare in vestiti troppo stretti.

Attivando il localizzatore GPS del suo telefono, ottenne la posizione esatta di Warren. Girando l’angolo successivo senza rallentare, Nick sapeva che non gli sarebbe piaciuto quello che avrebbe visto una volta arrivato lì.

In un secondo momento, Nick prese il cellulare e chiamò Devon per aggiornarlo sui nuovi sviluppi. Devon poteva aver lasciato la città volentieri, ma aveva fatto promettere a Nick di chiamarlo più volte al giorno per tenerlo al corrente su tutto.

*****

Steven fece entrare Jewel nel locale e la scortò rapidamente al piano di sopra. Quando arrivarono nella sua stanza chiuse la porta, ma non a chiave. Non voleva che lei si sentisse in trappola.

Jewel sbatté gli occhi e si guardò intorno nella stanza in cui era stata portata. Il letto era a due piazze con sopra un piumone verde scuro. Un paio di cuscini decorativi erano adagiati sul letto e, tra le altre cose, un animale di peluche...un puma. Non poté fare a meno di ridere e una risatina nervosa le sfuggì prima che potesse trattenerla.

Il cassettone era laccato di nero con un grande specchio e al centro c’era una piccola pianta di bambù. Dall’altro lato della stanza c’erano un paio di poltrone a sacco, un enorme televisore a schermo piatto sulla parete, e una console per videogiochi con parecchi giochi sparsi davanti.

Jewel non capiva il perché della propria calma, ma stava lentamente svanendo per essere sostituita dal terrore. Perché diavolo si trovava lì?

“Perché mi hai portata qui?” chiese Jewel girandosi per guardare Steven.

“Perché qui sarai al sicuro.” rispose Steven. “Non tornerai dal tuo fidanzato né da tuo padre.”

Ciò che restava della sensazione di calma svanì immediatamente e Jewel scosse la testa con forza. “No, devo tornare indietro! Se non lo faccio, Anthony mi ucciderà.”

“Non può ucciderti se non ti trova.” Steven ragionò con una voce così fredda da risucchiare il calore dalla stanza.

“E Padre Gordon?” chiese Jewel alzando la voce. “Se vanno da lui, scopriranno dove sono.” Jewel iniziò a camminare. “Papà sarà così furioso e Anthony... Non voglio pensare a cosa farà.”

Steven ricordò il livido grande quanto una mano che lei aveva prima. “Perché diavolo vuoi proteggere tuo padre quando lui, ovviamente, non protegge te!”

“Chi ti ha dato il diritto di metterti in mezzo!?” Jewel urlò, sentendosi più a suo agio adesso che lui le stava urlando contro.

“Sai che ti dico? Bene.” Steven aprì la porta della camera. “Questa è l’uscita, torna dal tuo fidanzato e al matrimonio forzato per colpa di un padre incapace di gestire gli affari. Nessun vero padre sacrificherebbe mai suoi figli per pagare un debito che lui ha causato.”

Jewel fissò la porta e fece un passo incerto in avanti prima di tornare indietro e affondarsi sul letto. Guardò verso la sveglia e capì che era troppo tardi per sgattaiolare di nuovo a casa. Le due del mattino...è l’ora in cui le guardie cambiano di turno e l’unico momento in cui lei sarebbe potuta tornare senza essere scoperta.

“E adesso che faccio?” chiese Jewel e lo guardò con le lacrime agli occhi. "Dove vado?”

Steven chiuse la porta e s’inginocchiò di fronte a lei. “Che ne dici di cominciare col raccontarmi tutto?”

“Del tipo?” chiese Jewel.

Steven le fece un lieve sorriso “Puoi cominciare dal tuo cognome.”

Jewel sospirò. “Il mio cognome è Scott e mio padre gestisce un resort a Palm Springs per conto del mio...fidanzato. Dio, quella parola mi lascia l’amaro in bocca.”

Steven sentì un enorme peso cadere dalle proprie spalle vedendo ancora una volta quanto lei odiasse di essere stata costretta a sposare questo tizio... Non che adesso lui avrebbe mai permesso che accadesse. “Va bene, calmati e va’ avanti. Prova a cominciare dall’inizio.” le suggerì.

Prendendo un respiro profondo, Jewel con calma iniziò a parlare, lasciando semplicemente usciere tutto. “Ero in collegio quando papà ebbe dei problemi al resort. Un agente del governo aveva indagato sotto copertura e stava cercando di scoprire tutte le attività mafiose che avvenivano lì. Quando papà scoprì chi era l’uomo... gli fu ordinato di ucciderlo.”

Steven annuì “E poi cos’è successo?”

“Papà aspettò troppo tempo per ucciderlo... l’agente aveva già passato ai suoi superiori tutte le informazioni. Quando l’agente non timbrò il cartellino o qualcosa del genere, l’FBI inviò altri agenti e papà fu arrestato. Anthony Valachi lo tirò fuori dal carcere dopo aver fatto qualcosa, probabilmente aveva corrotto uno degli alti funzionari, e tutte le accuse furono ritirate.”

“Adesso papà è in debito con il suo capo. Non sapendo come altro pagare il debito, quando tornai da scuola papà mi disse che ero promessa ad Anthony e lui ne era davvero felice.”

Jewel prese un altro respiro e si strofinò la mano sugli occhi. “Io non voglio ancora sposarmi... Volevo fare qualcosa per me stessa, andare al college e guadagnarmi da vivere, forse viaggiare un po’. Quest’uomo ha il doppio della mia età. Ora sono prigioniera, schiava di quel bastardo e dell’errore di mio padre.”

Steven annuì e combatté la voglia di alzarsi e camminare per la stanza. Perdendo la battaglia, iniziò a camminare avanti e indietro. “Posso risolvere il problema.” dichiarò con fermezza ma continuò a camminare. La sua mente correva all’impazzata.

“Sì, come no.” Jewel aggrottò la fronte. “Tu e quale esercito?” Ricordò all’improvviso l’angelo che aveva visto in chiesa e alzò uno sguardo speranzoso.

Steven riconobbe il nome del tizio con cui Micah aveva avuto una rissa un paio di settimane fa, prima che scomparisse. Micah aveva gettato l’uomo fuori dal club dopo avergli dato un pugno in faccia, facendo cadere il coglione dalla sedia. Steven faceva ancora difficoltà a non ridere quando ci pensava.

To koniec darmowego fragmentu. Czy chcesz czytać dalej?