Cuori Maledetti

Tekst
0
Recenzje
Przeczytaj fragment
Oznacz jako przeczytane
Cuori Maledetti
Czcionka:Mniejsze АаWiększe Aa

Table of Contents

  Capitolo 1 “Sacrificio” Capitolo 2 “Una voce dal passato” Capitolo 3 “I ragazzi del liceo sono tutti ormoni” Capitolo 4 “ Romeo e i cattivi ragazzi” Capitolo 5 “Il fantasma dell’Opera” Capitolo 6 “Ciò che I demoni temono” Capitolo 7 “Risveglio” Capitolo 8 “Enigma” Capitolo 9 “Seduzione” Capitolo 10 “Gelosia pericolosa” Capitolo 11 “Ospite inatteso” Capitolo 12 “Fratelli Rivali” Capitolo 13 “Cuori gelosi” Capitolo 14 “Tra due fuochi” Capitolo 15 “Comportamento inquietante” Capitolo 16 “Punto di rottura” Capitolo 17 “L’angelo dalle ali nere.” Capitolo 18 “I demoni tra di noi” Capitolo 19 “Legami che incatenano”

Cuori Maledetti

Serie Il Cuore di Cristallo Protettore Libro 8

Amy Blankenship

Traduzione Italiana di Patrizia Barrera

Copyright © 2010 Amy Blankenship

Edizione Inglese a cura di Amy Blankenship

Seconda Edizione a cura di TekTime

Tutti i diritti riservati

Capitolo 1 “Sacrificio”

I fratelli guardiani si riunirono intorno ai resti della statua della fanciulla. Anche feriti e insanguinati, erano comunque uno spettacolo da vedere. Ali traslucide si aprivano dietro di loro come gli angeli della leggenda, ma le armi mortali che avevano appena usato per respingere la pioggia di demoni raccontavano della loro vera natura. I guardiani erano più pericolosi e letali di quanto i demoni avrebbero mai potuto sperare di essere.

Erano i protettori del Cuore del Tempo ... il portale che è il collegamento tra il mondo dei demoni e di tutte le dimensioni umane. Il tempo e lo spazio separano i mondi in modo che nessuno può attraversarli senza l'uso del portale sacro. I guardiani non si erano mai aspettati di rivolgere il loro potere contro ciò che erano nati per proteggere.

I venti del cambiamento erano iniziati tre anni prima, quando la statua della fanciulla aveva improvvisamente iniziato a brillare, rivelando il fatto che la sacerdotessa umana era rinata dall'altra parte del Cuore del Tempo. Hyakuhei, un tempo il più potente dei guardiani e ora signore dei demoni, aveva attaccato, mandando in delirio i suoi servi demoniaci mentre cercavano di raggiungere il portale ... per raggiungere la sacerdotessa dall'altra parte.

I guardiani non sapevano perché Hyakuhei avesse attaccato con una furia così appassionata, ma le ragioni oscure di quel mostro non avevano importanza ... comunque sia, loro non potevano permetterlo. La loro guerra intensa aveva infuriato per tre lunghi anni, senza mai fermarsi, indebolendo entrambe le fazioni ... fino a quel giorno. Hyakuhei aveva liberato i demoni più astuti, legandoli insieme ai più deboli per ottenere la sua vendetta.

Inviando l'esercito del male al completo ad attaccare i guardiani, Hyakuhei aveva aperto le sue ali nere ed oscure, invocando il potere supremo per destabilizzare la barriera e fuggire nel regno umano. Era successo così in fretta che i guardiani non sapevano nemmeno quanti demoni fossero scivolati attraverso la barriera con lui, e l'unico modo per impedire il disastro totale era distruggere Il Cuore del Tempo.

Adesso i guardiani erano a un bivio. Hyakuhei e i demoni sarebbero stati liberi di inseguire la sacerdotessa nel regno umano, perché con il portale temporale distrutto ... i guardiani non avrebbero potuto raggiungerla.

"Non avremmo dovuto farlo!" ringhiò Toya, fissando il mucchio di macerie che sorgevano lì dove si era inginocchiato. La perdita di sangue aveva indebolito la sua energia, ma non la sua rabbia. Aveva inviato tutto il potere che poteva attraverso il portale del tempo, un istante dopo che Hyakuhei vi si era infilato dentro. Sperava almeno di essere riuscito a ferire il signore dei demoni. "Hyakuhei le darà la caccia!"

"È solo una bambina. Tre anni e assolutamente indifesa nei suoi confronti. " La tristezza nella voce di Kamui era densa mentre i suoi occhi brillavano di lacrime. Aveva cercato di cancellare i segni della lotta, ma gli era rimasta una macchia di sangue sulla guancia. "E se i demoni la trovassero prima di lui?"

"Non avrà alcuna possibilità contro di loro." Kotaro chiuse gli occhi azzurro ghiaccio in segno di sconfitta. "Non ha nessuno che possa proteggerla dai demoni ... o da Hyakuhei."

Le ali di ametista di Shinbe svanirono, mentre si copriva lo squarcio sulle costole con il braccio. Sarebbe guarito, ma non sarebbe servito a niente. "Potremmo aver impedito al resto dei demoni di entrare nel suo mondo ... ma in verità, perderemo tutto se lui la reclama."

Kyou era l'unico ancora in piedi alla sua piena altezza, ma solo perché aveva scelto di ignorare le proprie ferite per affrontare prima il difficile problema. "Non è finita." La sua voce era priva dell'angoscia che affliggeva i suoi fratelli.

"Ma che dici?" sibilò Toya, barcollando per mettersi in piedi. "Il portale del tempo è distrutto. Non possiamo salvarla." Le sue ali d'argento svanirono in un turbinio di piume, lasciando spazio alla sua rabbia.

"C'è un modo ... ma il prezzo è alto." li informò Kyou.

"Non c'è prezzo troppo alto, per lei." Esclamò Kamui, che era esattamente ciò che stavano pensando gli altri. Le sue mani erano ora chiuse a pugno lungo i fianchi e gli occhi brillavano di determinazione.

I lunghi capelli d'argento di Kyou svolazzavano nella brezza, mentre fissava i suoi occhi dorati in quelli di Kamui. "Moriresti per lei?"

"Se questo potesse salvare lei e il suo mondo, sì." fu la risposta immediata di Kamui, mentre faceva un passo avanti. "In questo caso, si tratterebbe solo di un piccolo sacrificio."

"Dicci cosa dobbiamo fare! - esclamò Toya - Le nostre vite appartengono già a lei ... Se è necessario versare il nostro sangue, siamo pronti!”

Kyou posò lo sguardo sui guardiani, per assicurarsi che fossero tutti d’accordo. “Se moriamo in questo regno, allora appariremo nel suo ... ma c'è un prezzo per un simile atto. I nostri poteri di guardiani saranno dimezzati, e le nostre ali sono il prezzo del pagamento, perché dovremo sacrificarle per il potere che ci farà attraversare il tempo e lo spazio ".

"Staremo ancora insieme?" Shinbe ebbe l'accortezza di chiedere.

“Siamo fratelli e questo non cambierà mai. Non rinasceremo… ma scivoleremo attraverso il velo del tempo così come siamo. Ai mortali appariremo come giovani tra i diciassette e i diciannove anni, ma saremo immortali e non invecchieremo mai. La forza della discesa ci renderà esteriormente simili a loro, come se fossimo sempre vissuti in quella dimensione… vicino a lei. La sacerdotessa è innocente nel regno degli umani ... non avrà potere fino a quando non avrà raggiunto la maggiore età."

Shinbe rafforzò la presa sul suo bastone mentre guardava il sanguinoso campo di battaglia che li circondava. "Siamo stati attaccati da potenti demoni molte volte, eppure siamo ancora vivi. Come fa un guardiano a farsi uccidere? "

Kyiou sorrise malignamente. "Ci vuole un guardiano per uccidere un altro guardiano."

"Se proprio dobbiamo farlo, allora che sia in una battaglia tra noi!” esclamò con forza Kotaro, cercando di respingere l'orrore di uccidere il proprio fratello.

Shinbe annuì, comprendendo a cosa si riferiva Kotaro. "Ci siamo sempre domandati chi di noi sia il più forte".

Gli occhi scintillanti di Kamui diventarono neri e il colore dell'ebano si diffuse rapidamente sulle sue ali, come se stesse divorando la polvere di stelle che vi brillava sopra in macchie multicolori. Nell'istante in cui Kamui prese possesso del potere, iniziò tra i fratelli una guerra all’'ultimo sangue.

La tragedia si consumò in pochi istanti, e Toya fu l'ultimo a rimanere in piedi. Cadde in ginocchio per il dolore di ciò che aveva appena fatto, e di ciò che doveva ancora fare. Nessuno aveva pensato all’ ultimo vero sacrificio.

"Per stare con te…" sussurrò dentro di sé. Afferrando saldamente i suoi pugnali gemelli, li affondò nel proprio cuore. L'ultimo dei suoi poteri attivò i sacri pugnali, mentre ghiaccio trasudava rapidamente dal suo cuore ... seguito dalle fiamme.

Capitolo 2 “Una voce dal passato”

15 anni dopo…

Kyoko si fermò davanti alla porta dell'ufficio, senza decidersi a entrare. Aveva vissuto in un collegio femminile da che era piccolissima, ed essere convocati nell'ufficio della signora Merda non era mai stata un buon segno. Aveva un cognome che ben le si addiceva.

 

"Venga avanti, signorina, Hogo." Anche dall’altra parte del muro la voce della donna risultava aspra e inflessibile, del tipo che fondamentalmente dava sui nervi alle persone.

Kyoko sussultò, chiedendosi come diavolo facesse la vecchia strega a sapere che lei era lì. Si prese un secondo per guardarsi intorno, cercando la telecamera nascosta che non era mai riuscita a individuare, poi scrollò le spalle e aprì la porta.

Vedendo che la direttrice non era sola in ufficio, Kyoko si mise a dondolare sulle gambe, chiedendosi cosa avesse fatto questa volta per mettersi nei guai. Dato che la scuola era nel bel mezzo del nulla e non era ammessa la presenza di maschi, difficilmente ne vedeva uno e l’uomo che era in compagnia della preside la rendeva molto nervosa.

"Si accomodi, signorina Hogo; abbiamo molto di cui discutere." disse la signora Merda, con tutta l'alterigia di cui era capace. Anche lei sembrava un po’ frastornata dalla presenza dell’uomo che aveva davanti. "Questo è il signor Sennin, un avvocato che ha gestito la proprietà della sua famiglia da quando lei è entrata in questo collegio. E’ venuto qui per informarci che il suo compito è finito e che, avendo lei raggiunto la maggiore età, adesso è libera di disporre dei suoi beni come meglio desidera, dalla mezzanotte di stasera."

Kyoko sbatté le palpebre più volte, confusa. La sua famiglia… cosa? Le era sempre stato detto che era cresciuta in istituto e quindi aveva pensato di essere orfana. Domani avrebbe compiuto diciotto anni, ma… Kyoko si scosse dai suoi pensieri quando la signora Merda si alzò improvvisamente e si diresse verso la porta dell'ufficio.

La schiena della vecchia era rigida come un'asse e i suoi talloni ticchettavano rumorosamente sul pavimento di legno dell'ufficio. La guardò da dietro le spesse lenti che le scivolano continuamente dal naso. "Lascerò che sia il signor Sennin a spiegarle tutto." La porta si chiuse con un fragoroso boato, lasciando Kyoko e l'uomo da soli nell'ufficio.

"Posso chiamarti Kyoko?" chiese cortesemente il signor Sennin. Personalmente, era contento che la vecchia arpia li avesse lasciati soli.

La sua voce era vecchia e ruvida, ma morbida e dolce allo stesso tempo, stimolando finalmente la ragazza ad alzare i suoi occhi color smeraldo su di lui. L’uomo indossava un classico abito da avvocato, ma il suo sorriso sembrava quello di un nonno, perché gli arrivava fino ai suoi scintillanti occhi grigi. Annuì, avendo bisogno di un momento per trovare la sua voce.

"Conosce la mia famiglia?" Kyoko gli fece l'unica domanda che avrebbe voluto fare da sempre.

“Li conoscevo molto bene. Tuo nonno era il mio migliore amico." Sospirò mentre prendeva la sedia della signora Merda e la trascinava intorno alla scrivania per posizionarla accanto a quella di Kyoko. “Tuo nonno ti ha portato da me quando avevi solo tre anni con istruzioni molto esplicite e un testamento. È stato ucciso in uno strano incidente solo un paio d'ore dopo aver lasciato il mio studio legale."

Il vecchio fece un respiro profondo, come se il ricordo lo ferisse ancora profondamente, poi iniziò a spiegare. “Tuo nonno è venuto da me in via confidenziale. Mi ha detto che tutti nella tua famiglia erano in pericolo. I tuoi genitori erano appena morti in circostanze strane e lui temeva per la tua vita ... aveva paura che tu fossi la prossima vittima, suppongo. "

Si agitava come se stesse lottando con se stesso per spiegare. "Vedi ... tua madre e tuo padre sono stati trovati nel soggiorno della tua famiglia, apparentemente sbranati da una specie di animale." I suoi occhi si incupirono al ricordo. "Ma non è mai stata trovata alcuna prova che delle belve fossero penetrate in casa."

Il signor Sennin si accigliò. "Quando è arrivata la polizia, hanno cercato tuo fratello minore Tama, ma era scomparso senza lasciare traccia. Tu, per fortuna, ti trovavi con tuo nonno alla fiera della contea mentre i tuoi genitori venivano uccisi. Ma quando gli investigatori hanno perquisito la casa, hanno visto che era stata la tua stanza a subire i danni peggiori. È stato allora che tuo nonno ti ha portato nel mio ufficio. "

"Sono morti?" Kyoko si sentiva stravolta…folgorata come un animale abbagliato dai fari della macchina. Scoprire in un attimo di avere avuto una famiglia e di averla persa era stato…tremendo. “Nessuno mi ha mai raccontato nulla. Hanno sempre detto che ero una specie di mascotte della scuola. Non mi hanno mai nemmeno permesso di lasciare il campus." Sbatté le palpebre, chiedendosi se davvero volesse saperne di più.

Il signor Sennin annuì: "Le mie istruzioni erano di mandarti in un collegio il più lontano possibile dalla tua casa di famiglia, e di non avere alcun tipo di rapporto con te fino alla tua maggiore età. Ho sempre pagato le tasse scolastiche tramite un conto offshore, in modo da non lasciare traccia.”

Si guardò intorno, nella stanza, provando rammarico per il suo isolamento. “L'unico motivo per cui ho scelto questo posto era perché il terreno qui è sacro ... benedetto dai monaci che vivono nel monastero proprio sulla montagna. I loro antenati e le loro tradizioni sono le più antiche del mondo ... e le più potenti. Ho anche chiesto all’istituto che non ti permettessero mai di uscire dal cortile della scuola. Vedi, tuo nonno era convinto che se non fossi stata nascosta da qualche parte ... i demoni ti avrebbero trovato. "

Kyoko sussultò sorpresa. "Demoni?" Quello era il suo segreto, e non l'aveva mai detto a nessuno! Le sue compagne di stanza le chiedevano sempre dei suoi incubi, quando si svegliava urlando, ma lei diceva semplicemente che non ricordava i sogni. Abbassò gli occhi, non volendo che lui si accorgesse di quanto aveva paura.

Il vecchio si schiarì la gola, chiedendosi se non avesse detto troppo, e si voltò rapidamente verso i suoi documenti come se volesse riordinarli di nuovo. "Mettiamola così: mi fidavo di tuo nonno tanto quanto lui si fidava di me."

Kyoko cercò di scrollarsi dalla mente le visioni che le stavano balenando agli occhi. Il ritratto mentale della famiglia che aveva nascosto segretamente nel suo cuore era ora coperto di sangue. Sbattè le palpebre a lungo, fino a quando non riuscì di nuovo a mettere a fuoco l’immagine dell’uomo gentile che le aveva svelato la verità senza falsi preamboli. "Cosa succede a mezzanotte di stasera? La signora Merda ha detto ... "

"La signora...Merda!” rise il signor Sennin, poi si schiarì la gola. "Devi ammettere che questo nome le sta proprio bene." Le sorrise, poi appoggiò davanti a Kyoko la valigetta coi documenti. "Da stanotte, sarai proprietaria di una bella casa grande e di un’ingente somma di denaro. Puoi restare qui quanto vuoi, oppure puoi tornare nella casa in cui sei nata e finire da privatista l'ultimo anno di liceo. "

Le labbra di Kyoko si schiusero in un sorriso, e i suoi occhi color smeraldo divennero ancora più grandi per lo stupore. "Ho una casa?"

Il vecchio apparve leggermente imbarazzato, quando rispose: “Sì. È ai margini della città e tutta la terra a perdita d'occhio alle sue spalle è tua. C’è anche una piscina interrata e riscaldata all'interno dei giardini fioriti dietro la casa, che non è visibile dalla strada. Avrai tutta la privacy che vuoi."

Vedendola mordersi il labbro inferiore, cercò di alleviare le sue paure. “La casa non è in mezzo al nulla come questo posto. C'è una casa enorme direttamente dall'altra parte della strada, e ci sono sempre molte macchine che vanno e vengono. Lo so perché io e mia moglie siamo andati a casa tua una volta al mese per pulirla, negli ultimi quindici anni. Di recente l'abbiamo persino rifornita di viveri, nel caso decidessi di tornare a viverci.”

Un lento sorriso si diffuse sulle labbra di Kyoko, mentre pensava all’unica cosa che aveva sempre desiderato: una casa tutta sua! All'interno della cartella c'era la foto di una grande villa con un giardino fiorito ben curato e un lungo vialetto. Casa ... aveva una casa, un luogo in cui una volta la sua famiglia aveva vissuto ed era stata felice.

Guardando di nuovo il signor Sennin, sorrise con gioia e gli disse: "Quando partiamo?"

*****

Kyoko era in piedi sul prato davanti la casa dove il signor Sennin le aveva detto che una volta ci viveva la sua famiglia. La casa era a due piani, di un bianco candido, con enormi colonne che sostenevano il tetto del portico anteriore che attraversava tutta la facciata della casa. Era rimasta lì per quasi dieci minuti a guardare tutto, ma il sole stava tramontando rapidamente e alla fine fu costretta a concentrare la sua attenzione sulla porta d'ingresso.

Era stata così nervosa, quando aveva lasciato il collegio in cui era cresciuta e ad era salita su un aereo per solcare l'oceano, ma ora che era a casa una tranquilla serenità l'aveva assalita. Il signor Sennin era stato di grande aiuto, spedendole i bagagli prima che lei partisse e facendoli consegnare a casa da sua moglie. Aveva persino fatto mandare i suoi documenti scolastici al liceo in città, in modo che l’indomani l’unica cosa che avrebbe dovuto fare era presentarsi a lezione.

Vedendo dei fari che si riflettevano sui vetri delle finestre della sua casa, Kyoko guardò la villa dall’altra parte della strada a due corsie. La villa aveva all'incirca le stesse dimensioni della sua, ma era molto diversa. Tutte le luci dell'altra casa erano accese e con così tante macchine nel vialetto ... sembrava piena di vita. Entrambe erano situate vicino alla strada con nient'altro che terra intorno a loro a perdita d'occhio. Era come se fossero gli unici segni umani tra tutte quelle foreste e quelle montagne.

I fari in questione appartenevano ad una grande jeep che aveva parcheggiato con fracasso quasi sulla soglia dell'altra casa. Sentì il motore vibrare, prima di vedere la portiera della jeep che si apriva. Quando tornò con lo sguardo a casa sua, si rese conto di quanto fosse davvero sola e abbandonata.

Sentendo sbattere la portiera della jeep, salì i gradini che davano sulla sua porta, aprì con la chiave e richiuse l’uscio dietro di sé con furia, prima ancora di accendere la luce. Per qualche ragione, non era pronta a conoscere i suoi rumorosi vicini e la loro famiglia felice. Premendo l'interruttore della luce, Kyoko fece un grande sospiro di sollievo.

*****

Toya spinse la jeep nel parco e uscì per dare un’occhiata alla casa dall'altra parte della strada. Poteva giurare di aver appena visto qualcuno in piedi nel cortile anteriore. Un sopracciglio scuro si sollevò sotto la frangia, quando una luce si accese nella stanza di fronte a lui. Si appoggiò alla jeep chiedendosi chi ci fosse in casa Hogo.

"Hai preso la pizza?"

Toya quasi fece un balzo, quando Kamui parlò da meno di trenta centimetri alle sue spalle. “Dannazione Kamui! Un giorno o l’altro ti mozzerò la testa, così perderai il vizio di arrivarmi alle spalle di sorpresa!”

Kamui sorrise: "Uccidermi una volta non ti è bastato?" I suoi occhi color polvere di stelle si illuminarono, vedendo le scatole della pizza sparse sul sedile posteriore. Conoscendo come guidava Toya, era un miracolo che fossero arrivate integre. Afferrò i cartoni e si avviò verso la casa, solo per rendersi conto che Toya non si era ancora mosso.

Seguendo il suo sguardo, fissò la casa dall'altra parte della strada, ma non vide nessuna macchina nel vialetto. Scorse a malapena una debole luce al piano di sotto. “La vecchia signora ha fatto tardi con le pulizie, oggi! O forse si è dimenticata di spegnere la luce. " Kamui si strinse nelle spalle. "Vieni?"

"Cosa sei, la mia babysitter?" lo ammonì Toya, senza nemmeno guardarlo.

"No, ma io sono il guru della pizza e ti avverto che se non ti sbrighi, non ne troverai." Kamui se ne andò ridendo, quando sentì il ringhio di Toya.

Toya attese di essere solo nel vialetto, prima di avviarsi verso la tenuta di Hogo. Era stato in casa molte volte negli ultimi quindici anni, alla ricerca di indizi su dove fosse scomparsa la sacerdotessa. Quando erano entrati per la prima volta nel regno umano e avevano trovato la casa, i guardiani pensavano che fosse troppo tardi. Capirono subito che fortunatamente la sacerdotessa non era stata uccisa. Potevano ancora sentire la sua forza vitale all'interno di questo regno, e anche i demoni la stavano ancora cercando.

Il primo ricordo che Toya ebbe di questa casa, furono le ambulanze e le auto della polizia ovunque. La madre e il padre erano morti, i bambini e il nonno erano scomparsi. Senza rivelarsi agli umani, i guardiani avevano atteso e controllato. Non appena la casa fu vuota, vi entrarono ... annusando il cattivo odore che i demoni avevano lasciato dietro di sé.

 

Un paio di giorni dopo, il corpo del nonno era stato ritrovato con il collo spezzato. L'ufficio del medico legale stabilì che si era trattato di un incidente, ma i fratelli sapevano che non era così. Il vecchio stringeva una pergamena che Shinbe aveva rimosso dalla scena prima di chiamare il 118. Shinbe aveva poi decifrato la pergamena. Il vecchio era tornato di soppiatto nella proprietà e aveva cercato di benedire la casa e il terreno per tenere lontani i demoni, ma era stato interrotto dai demoni stessi e ucciso.

I demoni non si erano mai allontanati da quel luogo, e nel corso degli anni la casa era stata dimenticata e il caso archiviato. Ma tutta la città intorno sembrò infestata dai fantasmi. I federali avevano persino inviato molte volte i loro investigatori paranormali e perfino gli ufologi, per verificare di che tipo fosse l’infestazione, ma non avevano trovato nulla. Toya e i suoi fratelli arrivavano sempre prima di loro e cancellavano ogni traccia dell’attività diabolica..

Per quindici anni i guardiani avevano vissuto nella casa di fronte, e si erano mescolati al resto della gente come meglio potevano. Kamui era diventato persino un fanatico del computer per impedire al governo di segnalarli in rosso. Nessuno si era mai chiesto come facessero cinque giovani scapestrati ad avere una scorta infinita di denaro e una casa enorme ai margini della città.

Toya rimase nell'ombra, mentre girava sul retro della casa. Guardando la piscina, notò che era stata riaperta di recente. Il suo sguardo si restrinse sull'acqua cristallina e vide una specie di ombra rossa scivolarvi attraverso, come se cercasse di afferrarlo. Stringendo gli occhi dorati, fece un passo indietro.

La visione raccapricciante scomparve mentre lui rimaneva a guardare il vapore che si alzava dall'acqua che ribolliva, e cercava di scrollarsi di dosso la sensazione di essere appena entrato nella sua tomba.

Eliminò mentalmente la possibilità che qualcuno potesse aver venduto la casa. Se mai fosse stata messa in vendita, i guardiani l’avrebbero saputo per primi e l’ avrebbero acquistata. Se fosse stato uno straniero a comprarla, i demoni lo avrebbero presto tolto di mezzo…o l’avrebbero tormentato con le loro apparizioni. Era giunto il momento di vederci chiaro.

Toya fece scorrere la mano sulla serratura della porta di vetro scorrevole fino a che udì un leggero clic. Scivolò in casa e richiuse la porta dietro di sé, rimanendo in silenzio ad ascoltare. La casa inizialmente era così silenziosa che pensava di essersi sbagliato, ma poi sentì una voce dolce provenire dal soggiorno. Seguendo il suono, si fermò vicino alla porta in ombra.

C'era una ragazza in piedi davanti al caminetto spento, che guardava il muro sopra la sua testa. Toya alzò lo sguardo vedendo l'enorme ritratto di famiglia che era sempre stato lì. Ritraeva un uomo con i capelli d'argento, quasi come quelli di Kyou. Ma i capelli di quest'uomo erano più corti, gli arrivavano solo alle spalle. Il suo viso sembrava molto giovane, ma c'era uno sguardo nei suoi occhi che racchiudeva una saggezza superiore a quella di un semplice umano.

Il muscolo nella mascella di Toya si contrasse, sapendo che l'uomo era mortale ... un umano troppo potente. Quell'uomo una volta era stato considerato un mago ... ma non in questa vita. Ora li chiamavano semplicemente scienziati e fisici. I campi di torsione e le profondità degli spazi non erano stati concepiti per essere manipolati dagli umani. Il suo aspetto non era cambiato, non importa quante volte lui e la sua famiglia fossero rinati in questo mondo.

Lo sguardo di Toya si spostò sulla bellissima donna dai capelli ramati rannicchiata accanto a lui. Teneva in braccio un bambino, mentre il padre aveva una bambina con i capelli ramati seduta in grembo. I bambini potevano avere un anno di differenza. Toya era venuto qui così tante volte ... per guardare quella foto. Era sicuro che anche gli altri guardiani lo facessero.

Gli occhi della bambina scintillavano come smeraldi anche nel colore tenue della foto. Aveva gli occhi di suo padre. Le sue labbra erano imbronciate, come se il fotografo le avesse appena detto di stare ferma, e un bel rossore le colorava le guance.

"Sono a casa, mamma ... papà." Kyoko allungò la mano e toccò l'elegante legno che incorniciava il quadro. Il suo sguardò indugiò sul fratellino, mentre cercava di ricordare il suo viso. "Tama." mormorò.

Gli occhi di Tama erano del suo stesso colore, anche se nella foto i colori risultavano leggermente sbiaditi. Sorrideva come se avesse appena fatto qualcosa di meraviglioso ... e sembrava così pieno di vita. Il signor Sennin aveva detto che Tama era scomparso quando i suoi genitori erano stati uccisi. Poteva essere ancora là fuori da qualche parte?

“Vorrei che tu fossi qui con me, Tama. Sarebbe bello conoscere almeno una persona, quando andrò a scuola domani. "

Toya si dimenticò di respirare, e le sue ginocchia si fecero così deboli che dovette aggrapparsi alla maniglia della porta per non cadere. Fece un rapido passo indietro, più in profondità nell'ombra, mentre la ragazza girava lo sguardo intorno, nella stanza. Quando i suoi occhi color smeraldo rifletterono la luce ... il respiro che Toya aveva trattenuto uscì dalla sua bocca come se fosse stato colpito allo stomaco.

Aveva lunghi capelli ramati e in quel momento le sue labbra erano di nuovo imbronciate. Gli occhi dorati del guardiano scivolarono sulla sua uniforme scolastica, simile a quelle che aveva visto solo nei film delle scuole superiori cattoliche. La gonna era corta e gli ricordava l'uniforme di una cheerleader da cui spuntavano due lunghe gambe tornite. Aveva due bottoncini della camicetta aperti, e Toya pensò subito che, se l’avessero notato, le suore non avrebbero certo approvato.

L'aveva già vista prima ... dall'altra parte del cuore del tempo. La statua della fanciulla che teneva il portale del tempo nelle sue mani ... questa ragazza era la copia della statua di pietra, ma in carne e ossa. Aveva trovato la sacerdotessa ed era mozzafiato! Chiuse gli occhi al ricordo di quando l’aveva baciata in un altro mondo e un altro tempo... ma non era un ricordo da mantenere.

Kyoko si morse il labbro inferiore sentendosi spaventata ora che era là fuori nel mondo senza la signora Merda e tutte le sue regole. Forse perché per la prima volta cominciava a vivere. "Andiamo Kyoko!" si disse ad alta voce per rompere quel silenzio assordante, mentre prendeva la valigia. "Se domani vuoi essere pronta per la scuola, è meglio che tu vada a cercare una camera da letto e disfi i bagagli."

Toya rimase lì ancora qualche istante ... prima di ricominciare a respirare.

*****

Ai piedi delle colline, miglia dietro la casa di Hogo, si poteva sentire un tremito, mentre il profumo della sacerdotessa veniva trasportato attraverso la terra dal vento di ottobre. Occhi rosso sangue si spalancarono e si udirono gli artigli dei demoni che raschiavano contro i muri di pietra mentre la raggiungevano.

Infinite caverne e tunnel erano stati scavati molto tempo prima da quegli stessi artigli. Tunnel che erano stati lentamente modellati in elaborati corridoi illuminati dalla luce delle torce appese sui muri di pietra. Incisioni di vittorie demoniache decoravano quasi ogni superficie, mentre la roccia di quarzo naturale nel terreno aggiungeva una lucentezza scintillante all'ambiente altrimenti buio e tetro.

Le grandi caverne erano state trasformate in stanze separate contenenti camere da letto, bagni e persino quella che poteva sembrare una sala del trono, con una sedia scolpita nella roccia nera liscia. Altre pietre di quarzo erano intarsiate nelle pareti delle stanze, riflettendo la luce fioca delle torce e amplificandola. C’erano anche pietre semipreziose intarsiate nelle pareti, mentre lunghe tende di seta e broccato pendevano dai soffitti… attaccate con mezzi sconosciuti.

Era un castello costruito sottoterra per proteggere una cosa molto preziosa, ancora più preziosa delle pietre nelle mura.

Nelle viscere delle caverne, in una delle camere da letto, gli occhi verde smeraldo erano pieni di curiosità mentre lanciavano rapidamente un'occhiata al soffitto rivestito di seta, chiedendosi cosa avesse agitato i demoni. Sentendo l'aria immobile muoversi accanto al suo letto, lanciò uno sguardo per cercare l'uomo che lo aveva allevato da quando era un bambino e gli aveva dato tutto ciò che aveva sempre desiderato ... anche il potere di controllare i demoni.

“Hyakuhei, i guardiani ci hanno trovato?” chiese Tama, quasi aspettando con impazienza il combattimento. Essere un adolescente era già abbastanza difficile per un ragazzo normale ... e Tama non era neanche lontanamente normale.