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A Sinistra

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Straniero a sua volta pensieroso. Da molto tempo non hanno piú parlato di questo?

Madre Quando era vivo mio marito qualche volta ci si scherzava sopra. Era buono e gioviale, mio marito, e trattava me e la nostra figlia alla stessa maniera; come due bambine. Si sapeva, per esempio, che mio cugino aveva fatto fortuna, e lui scherzava anche su questo, dicendo che un giorno o l’altro tornava per rapirmi ancora; oppure che, morto lui, potevo sposarmi con l’altro e diventare ricca. In fondo io credo che un po’ di gelosia la conservasse; e tuttavia, nella sua infinita bontà, nel suo grande amore per me e la bambina, si confortasse davvero al pensiero di questa possibile fortuna: dopo la sua morte, io e mia figlia non abbiamo piú parlato di questo: mai piú.

Straniero Adesso però bisogna riparlarne: e avrei bisogno di una decisione pronta, poiché il mio amico aspetta una mia lettera come la ricetta di un medico dalla quale si spera un miracolo. Parli subito a sua figlia.

Madre Ho paura.

Straniero Crede che possa parlarle io?

Madre Forse è meglio. Tanto piú che sento mia figlia tornare: ecco, apre la porta, sale le scale, è qui. Parla sempre più sottovoce; poi si alza di scatto e va ad aprire l’uscio. Entra la figlia, completamente vestita di nero, con semplice eleganza. Anna, c’è qui un signore che desidera parlarti.

Straniero in piedi, rigido e come sull’attenti. Ingegnere Rodenberg.

Figlia senza tendergli la mano. S’accomodi, prego.

Straniero dopo un lieve inchino si rimette a sedere. Dalla sua mamma ho avuto il piacere di sentire che lei studia chimica. Posso quindi considerarmi quasi un suo vecchio collega. Mi permetta di parlarle con confidenza e spiegarle subito lo scopo della mia visita. Da molti anni conosco e amo l’Italia, tanto che, come sente, bene o male ne parlo la lingua: ho qua e là carissimi amici, e a uno di questi devo la conoscenza di una degnissima persona che parecchi anni or sono venne a stabilirsi fra noi. Nel sentire che ritornavo ancora una volta a rivedere l’Italia, questo mio amico carissimo m’incaricò di salutare a nome suo certi suoi parenti: e questi sono lei e la sua mamma.

Figlia con sorpresa tra finta e sincera. Ah, lo zio: come sta?

Straniero Non troppo bene. È un uomo che ha molto lavorato, logorandosi l’organismo come altri logorano un vestito che indossano appunto nelle ore di lavoro. Egli ha poco da vivere.

Figlia Il clima anche non gli avrà giovato.

Straniero Il clima, l’esilio, la solitudine.

Figlia Dicono che è molto ricco: un uomo ricco non è mai solo.

Straniero L’uomo piú ricco e piú solo che io conosco è suo zio: tanto che io sono qui, signorina, per pregare i suoi parenti di aiutarlo.

Figlia Chiede aiuto da noi? Noi, sí, che siamo i piú poveri e soli del mondo.

Straniero L’ultimo dei mendicanti può aiutare un re meglio che un re possa aiutare lui.

Figlia Sí, intendo, con l’affezione e la devozione: ma questi sentimenti non si richiedono ai parenti poveri, tanto più se non esistono già spontanei: i parenti poveri non possono nutrire per i parenti ricchi altro che un amore interessato.

Straniero In generale, da parenti o no, l’uomo ricco, solo, vecchio e malato come suo zio, non può ottenere che un amore interessato. Ed egli appunto domanda il contrario, e sa a chi si rivolge.

Figlia E la sua richiesta, per caso, in queste condizioni, non sarebbe a sua volta interessata?

Straniero Lei sa che non lo è, signorina: ed egli avrebbe fatto la sua domanda anche nei giorni buoni, se le circostanze l’avessero permesso: ma nella strada dei suoi desiderii l’uomo arriva sempre tardi.

Figlia Non sempre, quando i desiderii sono onesti. D’altronde io non conosco quest’uomo qual è al presente e non posso giudicarlo. In che consiste l’aiuto ch’egli chiede da noi?

Straniero Egli chiede di non morire solo, in paese straniero: ma non è la paura di morire cosí che lo spinge a chiedere soccorso: forse anzi la morte gli sorride: piuttosto è il terrore che la sua lunga vita di lavoro, di onestà, di dolore e di amore vada dispersa invano. Egli ha una ricchezza da lasciare; non quella materiale con la quale può fare anche del bene postumo, ma la sua ricchezza interiore; e vuol lasciarla ai suoi legittimi eredi, che sono le persone più vicine al suo sangue non tanto per grado di parentela come per grado di affetto. Insomma, desidera che sua madre, signorina, e possibilmente anche lei vadano a raccogliere questa eredità. In parole piú chiare, vuole infine che sua madre vada a rivederlo, ad assisterlo in questo suo transito verso l’eternità. Il resto lei lo sa, signorina, ed è inutile quindi continuare a parlarsi come personaggi da commedia.