Il Guerriero Depravato

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CAPITOLO QUATTRO

Kyran guardava la ragazza davanti a sé, di cui apprezzava la cautela. Sarebbe stato deluso se Mackendra avesse accettato la questione dell’accoppiamento. Era il suo peperino, e per quanto avesse desiderato il contrario, la cosa gli faceva ribollire il sangue dalla trepidazione. Farle provare il piacere dell’essere la sua sottomessa sarebbe stato il clou della sua lunghissima vita.

“Ah, tesoro, vorrei tanto spiegarti quanto ti sbagli, ma al momento abbiamo questioni più importanti di cui occuparci”.

“Ti fermo subito” disse Mackendra sollevando una mano e scuotendo il capo con foga. “Facciamo che ti tieni per te altre nozioni sconvolgenti e proviamo a dormire. Sarà tutto più bello quando ci saremo riposati”. Kyran voleva evitare di portare avanti la conversazione, ma non avevano tempo per fare in modo che Mackendra scendesse a patti con la situazione con i propri tempi.

“Hai dormito abbastanza quando stavi guarendo. E poi so che il mio sangue ti ha...rinvigorita”.

“Sono sporca e devo farmi un bagno. Esco a cercare un fiume o un lago o qualcosa del genere. Devo pulirmi” esordì mordicchiandosi il labbro inferiore. Non ingannava nessuno con il suo modo di fare sfacciato. Kyran sapeva che Mackendra era agitata, ma si stava godendo la recita. Se la ragazza si fosse morsa il labbro con più vigore si sarebbe lacerata la carne. Il pensiero del sangue di lei glielo fece venire ancora più duro, ma onestamente gli era venuto duro dal momento in cui aveva posato le labbra su quelle di lei.

Kyran allungò una mano e le toccò il labbro inferiore, tirandolo a sé. La tentazione era troppa per i suoi nervi logori. “Qui vicino c’è un corso d’acqua, l’ho sentito. Ma non ti lascio andare da sola. E poi credo che ti andrebbe di sentire il mio piano per farci tornare a casa”.

L’affermazione di Kyran attirò l’attenzione di Mackendra, proprio come sperava. “Okay, il mio bagno può aspettare. Come facciamo a tornare a casa?”

“Dopo che mi hai lasciato a morire” la voce di Kyran si fece più profonda quando gli tornò alla mente Mackendra che lo pugnala “tre maschi si sono avvicinati al portale. Hanno percepito l’odore del mio sangue e hanno seguito la traccia. Li ho ascoltati e ho capito che su questo pianeta è presente una società ben più ampia”.

“Okay, e come ci può aiutare questa cosa?” Domandò Mackendra issandosi sul gomito e appoggiando la testa al palmo della mano. Era molto più stanca di quanto pensasse.

“Dobbiamo trovarli, perché credo che ci possano aiutare. Quei tre maschi erano draghi muta-forma, ma hanno detto di voler trovare qualcuno di molto importante per loro. Guarda caso io credo che il mio maggiordomo sia chi stanno cercando”. Kyran pensava che i tre facessero parte del popolo di Angus e che li avrebbero aiutati in cambio di informazioni su Angus stesso.

“Sapevo di non volerne sapere niente adesso” disse Mackendra sbadigliando. “Quindi i draghi muta-forma sono in agguato fuori da questa caverna. Fantastico. C’è qualcosa a cui non dovrei credere? Sai, pensavo di essere una dalla mente aperta, essendo al corrente di tutti i pericoli che si nascondono con il favore delle tenebre, specialmente dopo aver visto quelle donne nelle gabbie, ma è chiaro che mi sbagliassi”. Kyran inclinò il capo di lato e si fece un appunto mentale di chiederle qualcosa al riguardo più tardi. In quel momento avevano una questione più urgente di cui occuparsi.

“Ci sono cose in questo mondo che vanno ben oltre i tuoi peggiori incubi, ed esistono innumerevoli Reami. Non pensavi veramente che il nostro mondo fosse l’unico, vero?”

“In realtà lo pensavo prima di vedere la luna viola” ribatté Mack nell’accasciarsi a terra. “Qual è il piano?” Domandò con voce impastata dal sonno.

“Al tramonto ci metteremo in cerca dei draghi e proporremo loro un’alleanza. Possiamo parlarne più tardi. Adesso riposati, abbiamo una lunga notte davanti” la incoraggiò. Poi la osservò addormentarsi, quindi si sistemò accanto a lei, trovando sorprendentemente conforto nella prossimità di lei.

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* * *

Mackendra si stiracchiò quando si svegliò, rendendosi conto di tutti i sassi e i rametti che le davano fastidio alla schiena. Non sapeva per quanto avesse dormito, e si chiese subito dove fosse Kyran. Non avrebbe mai pensato di essere in grado di abbassare la guardia in presenza di un vampiro. Si mise a sedere e si guardò attorno, notando che era notte, e vide il cielo violaceo al di fuori della grotta.

“Kyran?” Chiamò. Quando non ricevette alcuna risposta si chiese dove fosse potuto andare. Sicuramente non l’avrebbe lasciata lì da sola, quindi mise subito l’idea da parte. Era chiaro che il vampiro credesse totalmente nel proprio compito di proteggerla.

“Kyran, ci sei? Ascolta, volevo scusarmi per prima, spero che tu non sia ancora arrabbiato”. Poteva essere contrariato dal fatto che Mackendra aveva dubitato di lui? La ragazza era più sveglia delle altre, e non si sentiva pronta a credere a tutto ciò che le avrebbe detto.

Mackendra afferrò lo zaino e si alzò in piedi quando Kyran non le rispose. Quindi avanzò verso l’ingresso della caverna, inciampando e imprecando nell’uscire. Una volta all’esterno cercò di orientarsi. Kyran aveva detto che nel bosco erano presenti dei draghi muta-forma, quindi non osò chiamarlo a gran voce.

Quando cercò una bottiglietta d’acqua e una barretta proteica si rese conto che entrambe le bottigliette erano vuote. Le tornò in mente quando Kyran aveva detto che nei pressi era presente uno specchio d’acqua, ma non aveva specificato dove. Rimase in allerta in attesa di percepire un preciso rumore, quindi sentì lo scorrere di un fiume alla propria sinistra. Decise di fare un tentativo, quindi aprì una barretta proteica e la mangiò avanzando nella direzione stabilita.

Proseguì per cinque minuti, dopo aver cambiato direzione diverse volte, e raggiunse una radura dove trovò la cascata più invitante che avesse mai visto. La luna violacea le donava una sfumatura mistica, invitando Mackendra a goderne. Stava per togliersi i vestiti e tuffarsi quando notò qualcuno emergere dallo specchio d’acqua.

Kyran. L’uomo era una vista altrettanto magnifica. Rispecchiava la definizione di un Dio, se ne fosse esistita una. Era senza vestiti, quindi Mackendra poté apprezzare la possanza dei muscoli di lui, che le faceva venire l’acquolina in bocca. I capezzoli turgidi di lui attirarono l’attenzione della ragazza. Si dimenticò di tutti i motivi per cui non avrebbe dovuto bramarlo, e il corpo di Mackendra si fece sempre più voglioso. Indubbiamente Kyran tirava fuori il lato più selvaggio di lei.

I due si guardarono negli occhi per qualche secondo. Mackendra si accorse che Kyran dilatò le narici, e gli occhi di lui presero a brillare in modo vivido. Come ipnotizzata, Mackendra raggiunse la battigia. Kyran non distolse lo sguardo dal corpo di lei nemmeno per un secondo, il che la eccitava. Si fermò sulla banchina e lasciò cadere lo zaino senza esitare, poi si tolse gli stivali. L’uomo sgranò gli occhi quando la ragazza si portò le dita al bottone dei jeans. Kyran sentì le spalle farsi tese quando la udì abbassarsi la zip. L’espressione sul volto di lui le fece aumentare improvvisamente l’autostima, e si tolse immediatamente i pantaloni prima di abbandonarli accanto agli stivali.

“Togliti tutto” l’ordine che le impartì non diede spazio all’esitazione.

Sorrise nel portarsi il top sopra la testa e si immerse nell'acqua con addosso il reggiseno e le mutandine prima di nuotare verso di lui.

“Ti ho detto di toglierti tutto” ringhiò Kyran.

“Nessuno mi dice cosa fare. Devo lavare questi vestiti” era sua intenzione tentare il vampiro, ma sapeva che non era il caso di denudarsi in sua presenza. Per quanto fosse sottile l’intimo che aveva addosso, le serviva la barriera che esso costituiva. Quando abbassò lo sguardo sull'acqua trasparente non si sorprese del fatto che Kyran fosse completamente nudo. Mackendra si rese conto che non erano solamente i muscoli di Kyran a essere possenti, anche il suo membro era lungo e molto duro.

“Su una cosa ti sbagli, Mackendra. Tu obbedirai ai miei ordini” la informò quando le girò attorno per slacciarle il reggiseno. La ragazza era scioccata dall’intraprendenza di lui, e voleva urlargli contro, eppure non fu in grado di pronunciare nemmeno una parola. Non oppose nemmeno resistenza fisica, il che gli diede modo di toglierle velocemente il reggiseno prima di lanciarlo sul bagnasciuga. Quando Kyran le tolse di colpo le mutandine, Mackendra perse l’equilibrio e finì sott’acqua. Il contatto con il liquido le servì per farle ottenere una reazione, infatti la ragazza si rimise subito in piedi, pronta ad affrontarlo.

Quando si spostò i capelli dal volto notò lo sguardo ardente di Kyran su di sé. “Come hai osato?” Le parole di lei avevano l’intenzione di ammonirlo, ma mancavano di astio. Per Mackendra risultò difficile comportarsi in maniera indignata quando le mani di Kyran erano sui suoi fianchi e le facevano provare scosse di eccitamento. Aveva sempre saputo come gestire le avance degli uomini senza mai cadere vittima della loro seduzione. Non aveva mai ritenuto un uomo irresistibile, nonostante avessero trascorso insieme dei momenti intimi. In quel momento si ritrovò a desiderare di non fermare Kyran. Odiava ciò che lui era, e desiderava ancora lo sterminio di tutti i vampiri, ma le sensazioni che le faceva provare erano troppo allettanti da ignorare. Desiderava ciò che stava per accadere; il resto avrebbe potuto attendere.

“Ho osato farlo perché sei mia, Mackendra” le ringhiò all’orecchio. Il respiro caldo di lui le si insinuò nelle ossa, facendole abbassare ulteriormente la guardia. La ragazza si arrese completamente alla tentazione, nonostante fosse una donna che non cedeva tanto facilmente. “Non puoi negare di volermi” commentò lui nello spostare lo sguardo dagli occhi al seno di lei, i cui capezzoli erano turgidi.

 

L’assalì improvvisamente l’agitazione. Aveva avuto tutta la sicurezza del mondo quando aveva affrontato la feccia dell’inferno, ma un uomo che la studiava così attentamente faceva riaffiorare tutte le sue insicurezze. Il suo promesso sposo l’aveva rifiutata a causa delle cicatrici, e non poteva non chiedersi che cosa pensasse Kyran al riguardo, e che opinione avesse sul suo corpo. Odiava il fatto che per un secondo netto pensò da tipica donna, preoccupandosi di essere brutta o grassa.

Gli portò una mano sul petto, indecisa se spingerlo via o se tirarlo a sé. Prima che potesse scegliere il da farsi, una mano di Kyran vincolò entrambi i polsi di Mackendra bloccandoli dietro la schiena di lei.

“Non sei mai stata con un vampiro” la sua non era una domanda, bensì un’affermazione, il che la colse di sorpresa. E ora che cos’avrebbe fatto, l’avrebbe fermato? “Sono il tuo padrone, Mackendra”.

La cosa fece diminuire un po’ il desiderio di lei. “Nessuno è il mio padrone, sanguisuga” protestò lei con fare adirato, spingendo il petto contro quello di lui nel tentativo di liberarsi le mani. I capezzoli di Mackendra gli accarezzarono la pelle, facendolo eccitare, ma fu il gemito di lui che seguì a immobilizzarla. Alzò lo sguardo e si rese conto che il rumore emesso da Kyran non era stato volontario, e la ragazza notò che stava sortendo un certo effetto su di lui, quasi di più di quanto lui avesse su di lei. Le tornò alla mente l’affermazione di Kyran secondo il quale il semplice tocco di Mackendra sul proprio marchio gli faceva desiderare di scoparla fino a farle perdere i sensi. Forse avrebbe potuto utilizzare tale nozione per prendersi una rivincita su di lui; non voleva assolutamente fermare ciò a cui avevano dato inizio.

Decise di testare la propria ipotesi, e passò la lingua sul marchio di accoppiamento di Kyran, godendosi l’imprecazione di lui che seguì. “Porca puttana” e sentì il membro di lui contrarsi contro di sé, ma prima che potesse fare qualcos’altro, Kyran la fece voltare su sé stessa e Mackendra si ritrovò con la schiena contro al petto di lui.

“Perderò il controllo se non la smetti con queste buffonate” le disse all’orecchio, leccandole il lobo e facendole venire i brividi.

“È quello il punto, vero? Mi rifiuto di essere la proprietà di qualcuno, ma la passione tra noi è innegabile” ammise lei.

“Non rifiuterai nulla di ciò che ti ordinerò” ribatté lui nel prenderla in braccio dirigendosi verso la cascata.

La ragazza esitò e non riuscì a rispondere quando Kyran la fece coricare su un enorme masso oscurato dalla schiuma. Si aspettava di percepire dei bitorzoli sotto di sé, ma la superficie era incredibilmente morbida e liscia. La raggiunse lo spruzzo generato dall’acqua, aumentando la sua eccitazione. Percepì in maniera sensuale il liquido freddo che le bagnò la pelle calda, e si ritrovò a inarcare la schiena.

Kyran restò a guardarla per così tanto a lungo da farle accrescere pericolosamente il desiderio. Mackendra cercò di provocarlo in modo da farlo agire, e lo fece toccandosi il seno. “Metti le mani sopra la testa e non muoverle”. Mackendra si rifiutò di obbedire al comando di lui; al contrario si pizzicò un capezzolo. Quando la ragazza gemette, fece lo stesso sull’altro capezzolo e si perse nella sensazione del calore delle proprie mani.

Mackendra iniziò ad accarezzarsi l’addome, ma Kyran le strinse immediatamente le mani in una morsa. Agì talmente rapidamente che la ragazza non se ne accorse, e i due si ritrovarono a guardarsi negli occhi. Quelli di lui brillavano del loro colore argenteo e promettevano di punirla per la disobbedienza. Mackendra non era certa di cosa aspettarsi dall’espressione negli occhi di lui, ma s’irrigidì percependo un po’ di tensione. Kyran le sollevò le braccia sopra la testa con forza ma con fare sorprendentemente delicato.

L’azione le fece sobbalzare il seno, il che catturò l’attenzione di lui. Kyran aprì la bocca per prendere un respiro, e in quel momento Mackendra notò i canini di lui che brillavano alla luce violacea della luna. Le si mozzò il respiro in gola quando si ricordò di chi e cos’era Kyran. L’apprensione di lei scemò completamente quando l’uomo le portò una mano tra le gambe. Una delle sue dita lunghe le accarezzò il sesso, facendole sollevare i fianchi nel desiderio di ulteriore contatto. L’aveva soggiogata con un solo tocco.

“Ti piace, vero?” Kyran scandì la domanda nel disegnare lentamente un cerchio sulla carne tremante di lei.

“Dimmelo tu” ribatté lei, desiderando che Kyran applicasse più pressione. I movimenti lenti la stavano facendo impazzire dalla voglia.

I polsi di Mackendra erano intrappolati da una mano di Kyran, il quale si abbassò su di lei e le leccò un capezzolo quando fece finalmente addentrare il dito. “Oddio, sì” gemette lei. Kyran alzò lo sguardo dal seno di Mackendra, e le rivolse un mezzo sorrisetto con fare sexy, gesto che per poco non le fece raggiungere il proprio apice. Il sorriso in sé era tutta un’altra cosa, ma la vista di lui che torreggiava su di lei era altamente erotica.

Kyran non distolse lo sguardo nel morderle un capezzolo con foga. Fu scioccante e più doloroso di quanto le sarebbe piaciuto. Era certa che i canini di lui le avessero perforato la carne, quindi Mackendra si divincolò nel tentativo di liberarsi dalla presa di lui. Le rivolse un’espressione complice, ma non allentò la stretta attorno alle mani di lei.

Mackendra fece per divincolarsi. La sua protesta diminuì però d’intensità nonostante il trattamento riservatole, e la ragazza iniziò a godersi il piacere e il dolore che provocavano i suoi morsi. Ogni morso di lui le provocava scosse di piacere dal seno al sesso che l’uomo non aveva ancora smesso di torturare. L’eccitazione fisica di lui le si contrasse contro la gamba. Mackendra mosse i fianchi e divaricò le gambe in cenno di invito.

Quando non fece alcun cenno di masturbarla, Mackendra sbuffò dall’impazienza. “Mi stai facendo impazzire. Ti voglio, Kyran”.

L’uomo ridacchiò. “Lo so, Mackendra” ribatté lui pizzicandole il clitoride prima di accarezzarle il sesso bagnato. L’acqua continuava a schizzarle sul corpo, contribuendo al momento erotico.

“Non fermarti, ti prego, ho bisogno di te” lo implorò Mack gemendo. Kyran non si mosse dalla posizione di predominanza, e le sue labbra erano vicine a quelle di lei, ma non la baciò mai. Le dita di lui le stuzzicarono la carne, e le lasciò andare una mano in modo che potesse contribuire al proprio piacere; nello stesso momento le infilò un altro dito dentro.

Mackendra mosse la gamba per accarezzargli il membro, il quale si contrasse in un grido silenzioso di bisogno, quindi la ragazza ripeté il gesto per fargli accrescere il desiderio. Le dita di Kyran si mossero con fare più energico sulla sensibile carne femminile di lei; la ragazza si rese conto che l’uomo era perso nel momento tanto quanto lo era lei. Mackendra stava per raggiungere l’apice, quindi prese a muovere il sesso contro alla mano di lui per ottenere ciò di cui aveva bisogno.

I muscoli dell’addome di lei si strinsero, e allo stesso modo fece il proprio sesso, che intrappolò il dito di lui prima di gemere dall’orgasmo. Mackendra aumentò quindi la spinta della gamba contro al membro di lui nell’abbandonarsi al piacere. Prima di rendersene conto la ragazza sentì Kyran irrigidirsi e grugnire quando il suo seme caldo gli schizzò dal pene.

L’uomo aveva sgranato gli occhi, e sembrava scioccato nel momento in cui l’orgasmo di lui raggiunse Mackendra sulla carne sensibile del ventre. La ragazza alzò la testa e guardò in basso. Si rese conto che l’orgasmo di Kyran si prolungava da qualche minuto, cosa che la portò a chiedersi se fosse una cosa da vampiro. Era chiaro che l’uomo stesse cercando di contrastare la propria reazione, infatti balzò indietro. Mackendra si alzò in piedi e lo raggiunse, ma lui la spinse via.

“Qual è il tuo problema?”

“Lasciami stare, Mackendra” la avvertì.

“Perché, che cos’hai intenzione di fare? So che non mi farai del male”. Avanzò verso di lui con ritrovato coraggio, quindi gli posò una mano sul marchio.

“Non hai idea di che cosa sono in grado di fare” rispose lui nell’allontanarsi dalla cascata, e Mackendra lo seguì.

“Sono abbastanza certa di saperlo” ribatté lei; si chiese se stesse esagerando.

“No, non lo sai” sbottò lui spingendola con così tanta forza da farla cadere sulla banchina erbosa. “Ho legato a una croce l’ultima femmina con cui sono stato, le ho messo con forza una gagball in bocca e poi l’ho picchiata con un bastone” esordì con disprezzo, in attesa della reazione di lei. “Poi l’ho fatta piegare su una panchina e l’ho picchiata a morte. Esatto, Mackendra. Sono un depravato” aggiunse. Si voltò su sé stesso prima di avanzare, ma alla ragazza non sfuggì l’espressione di rammarico e autocommiserazione negli occhi di lui.

Mackendra cercò di comprendere ciò che Kyran le aveva appena detto e ciò che aveva espresso inconsciamente. Le tremavano le gambe; in cosa diavolo si era cacciata?

CAPITOLO CINQUE

Kyran era scosso. Non aveva mai vissuto qualcosa del genere, il che lo stressava. Le sue esperienze sessuali non erano mai state molto sensuali; in realtà non aveva mai avuto un incontro erotico o carnale. Aveva venticinque anni ed era al culmine della propria trasformazione quando aveva assistito al brutale assassino della madre e del padre. Aveva raggiunto la maturità sessuale e aveva acquisito i propri poteri nelle peggiori condizioni possibili, il che l’aveva rovinato.

In seguito alla perdita dei genitori Kyran aveva trascorso diversi decenni a rafforzarsi e affinare le proprie abilità, ma non si era mai concesso a una femmina. Quando si era arreso ai propri bisogni fisici si era reso conto di provare soddisfazione solamente quando dominava la situazione, mettendo da parte le emozioni. Per raggiungere l’apice aveva sempre avuto bisogno di trovarsi in posizione dominante, il che per Kyran implicava manette e ballgag. Non aveva mentito a Mackendra quando le aveva detto di essere depravato.

Non era certo di come gestire la reazione che aveva avuto in presenza della propria Prescelta. L’attrazione che Kyran provava per Mackendra era stata palese dal momento in cui l’aveva vista per la prima volta, ma non era preparato all’eccitazione che aveva provato quando l’aveva vista sul bagnasciuga. Nessuna altra femmina spogliandosi l’aveva fatto eccitare in quel modo, ed era quasi impazzito quando gli aveva leccato il marchio.

Aveva fatto tutto il possibile per riavere la meglio durante il loro incontro, ma i propri sforzi erano stati vani. Forse le aveva dato l’illusione di avere il controllo sugli avvenimenti, ma era sempre stata lei a prevalere su di lui. L’aveva vincolata, facendo in modo di limitarle i movimenti, ma non aveva previsto l’intensità delle reazioni del proprio corpo alla sensazione della carne di lei, tantomeno dell’apice che tale eccitamento gli aveva fatto raggiungere.

Si era immediatamente arrabbiato. Ammoniva sé stesso per la propria debolezza, ed era scoppiato nei confronti di Mackendra. Aveva assolutamente sottovalutato l’effetto della propria Prescelta su di sé, e a posteriori si era reso conto che avrebbe dovuto sapere di non illudersi di farle provare piacere e farla entrare gradualmente nel proprio mondo. Sapeva che la maggior parte delle femmine provavano avversione nei confronti delle sue preferenze sessuali, quindi Kyran aveva intenzione di abbattere progressivamente i muri che la ragazza aveva eretto attorno a sé. Al contrario era stata lei a distruggere completamente e repentinamente tutte le difese di Kyran, mostrandogli per la prima volta la vera intimità.

Quando si voltò rapidamente verso Mackendra, si rese conto che la ragazza stava stringendo i pugni lungo i fianchi. Era come se nei suoi occhi bruciasse un fuoco, lo stesso che aveva notato un istante prima che lo pugnalasse. Kyran sapeva di aver fatto un errore ad alzare la voce con lei, ma non gli importava. Doveva ricomporsi, e l’unico modo in cui sapeva farlo era aggredendo. La sua Prescelta doveva vedere con che cosa aveva a che fare.

Se avesse proceduto con il proprio piano di renderla mansueta sarebbe stato lui ad essere addomesticato, ed era qualcosa che non poteva permettersi.

 

“Ti do due minuti per vestirti. Ce ne andiamo” le disse Kyran. Mackendra si irrigidì e accartocciò la maglietta tra le mani.

“Adesso aspetti. Prima mi lavo i vestiti” sbottò Mack nel dirigersi verso lo specchio d'acqua con i pantaloni e il top in mano. La provocazione di lei lo fece infuriare facendogli ribollire il sangue nelle vene.

“Non abbiamo tempo per queste cose. Ci siamo trattenuti già troppo a lungo. E non possiamo sapere che cosa sia sulle nostre tracce”.

“Poco fa non sembravi così turbato. Io mi lavo i vestiti. Se tu devi andare, vai. Mi so prendere cura di me stessa”. Mackendra non si preoccupò di coprirsi nel rannicchiarsi per lavarsi gli indumenti.

Kyran provò il desiderio di raggiungere e strangolare quel peperino, invece si mise a sedere e indossò gli stivali. “Sbrigati. La maglietta è pulita”. Mackendra proseguì le proprie azioni, apparentemente disinteressata dalla presenza o dall’assenza di lui. La verità era che Kyran non sarebbe andato da nessuna parte senza di lei. Solo la Dea sapeva in cosa si era cacciata Mackendra, e Kyran non avrebbe messo a rischio la propria Prescelta.

“Ma se è sporca di budella di ragno! La pulisco come meglio posso. Vattene” disse Mack liquidando Kyran e proseguendo a fare il bucato. La vista del sedere di lei alla luce violacea della luna era uno spettacolo tutto da mordere. Aveva la pelle semitrasparente, e l’uomo ne voleva un assaggio. Era quasi impossibile mettere a tacere il bisogno di godere del corpo di lei, e i suoi canini scesero immediatamente.

“Sai che c'è? Fa’ con calma, bellezza. La vista da qui è spettacolare” la stuzzicò nell’appoggiarsi le braccia alle ginocchia. “Mi sto immaginando certi modi in cui legarti e possederti” aggiunse, consapevole che tale provocazione avrebbe fatto in modo che accelerasse le operazioni.

“Goditi lo spettacolo fin che puoi. Resteranno solamente delle fantasie” ribatté Mack nel far strisciare verso di sé il coltello. Kyran non si era reso conto che gli aveva sottratto l’arma. Il pensiero di Mackendra che sentiva di doversi difendere da lui lo infastidiva più di quanto riuscisse ad ammettere.

La sua Prescelta non avrebbe mai dovuto temerlo. L’avrebbe legata e torturata sessualmente, ma non sarebbe mai stato in grado di farle seriamente del male. La forzatura dell’accoppiamento non era limitata al desiderio sessuale. La necessità di proteggerla era innegabile, e sarebbe sempre stato così.

Quando aveva perso il controllo, risultando nella morte di Charlotte, era successo perché era stato pervaso dal ricordo dello stupro e dell’omicidio della madre. In quel momento era stato preso dalla medesima ira che l’aveva consumato quando aveva distrutto il demone responsabile. Era un bastardo malato ma non era crudele, e sapeva che ciò che aveva fatto era riprovevole. Tutti i giorni pregava la Dea, chiedendole perdono, e faceva di tutto per ricevere l'espiazione, bensì consapevole che non avrebbe mai potuto ricevere perdono per l’innocente sangue versato di Charlotte. Kyran aveva fatto l’unica cosa che avrebbe potuto fare, assicurandosi che la ragazza ricevesse una degna sepoltura, ma non si sarebbe mai perdonato per ciò che aveva fatto.

Mise da parte il proprio demone personale e si concentrò sulla luce che splendeva nella sua vita. Forse non si meritava la bellezza di una Prescelta, ma non l’avrebbe data per scontata. Al contrario aveva intenzione di ospitarla completamente nel proprio mondo per godersi ogni centimetro di lei. “Oh, ma saranno molto di più di fantasie, Mackendra. Appena ti riporterò a Seattle ho intenzione di farti provare piacere in diversi modi. Non saremo in grado di negare questo accoppiamento”.

“Nei tuoi sogni, sanguisuga. Quando torno a Seattle ho intenzione di trovare un altro posto dove stare, molto lontano da te. In quell’incendio ho perso tutto, e adesso non m’importa di nient’altro se non di trovare un’altra casa. Beh, quello, e liberare le prigioniere”.

Era la seconda volta in cui Mackendra menzionava quelle donne. “Vivrai a Zeum insieme a me, non si discute. Ora dimmi di quelle donne. È la seconda volta che ne parli”.

Mackendra strizzò la maglietta con rabbia, quindi la posò accanto a sé prima di lavarsi i jeans sporchi nel lago. Una volta terminato, risciacquò il reggiseno e le mutandine prima di alzarsi in piedi. Era rimasta in silenzio talmente a lungo da far pensare a Kyran che non gli avrebbe più detto niente. Non era una persona loquace di natura, ma gli risultò difficile restare in silenzio in attesa del commento di lei. Mackendra ruppe il silenzio quando raggiunse il proprio zaino. “Sarò io a decidere dove vivere, fine della storia. Ma devo parlarti di quelle donne. Ne ho viste almeno una dozzina in quelle gabbie, e mi hanno detto di trovare il Re Vampiro e i Guerrieri Oscuri per portarle in salvo”.

“Che cosa?” Esordì lui balzando in piedi. Perché diamine questa femmina frustrante non ne aveva parlato prima? “Perché non l'hai detto a Elsie? A quest’ora sarebbero già libere”.

Mackendra estrasse con foga dei vestiti puliti dallo zaino prima di indossarli. Non importava se si stava vestendo o svestendo, per Kyran era comunque la donna più sexy di tutte. Di certo non aiutava il fatto che la ragazza avesse indossato la maglietta pulita senza reggiseno. Il suo seno abbondante allargava al massimo il cotone rosa della maglietta e i suoi capezzoli turgidi erano in bella mostra. Ovviamente, in pieno stile della propria Prescelta, anche quella maglietta era decorata da uno slogan sarcastico. Kyran sorrise quando lo lesse. Indubbiamente Mackendra era una 'Tipa Tosta'. Quello che indossava era il top preferito di Kyran.

Mackendra si piegò per indossare gli anfibi; era furiosa. “Non l'ho detto a Elsie, cretino, perché non sono sicura di chi fidarmi. Non avevo idea che fosse in contatto stretto con i vampiri, e non mi andava di coinvolgere la mia amica nel casino che ho trovato. Sono gli Skirm e qualcosa di peggiore a torturare queste donne”.

“Gli Skirm sono scagnozzi decerebrati e controllati dall’Arcidemone che li ha trasformati. Sai chi è stato il responsabile? Scommetto tutto quello che ho che è stato quel brutto figlio di puttana di Kadir. Hai visto che cosa ha fatto loro?” Domandò Kyran con ritrovata impellenza di fare ritorno a casa. Doveva salvare quelle donne.

“Non ho mai visto il responsabile, ma una di loro mi ha detto che stavano cercando di farle diventare assassine spietate. Non mi è piaciuto lasciarle lì, ma non sono potuta restare perché ho visto entrare nelle segrete la creatura più brutta e imponente che avessi mai visto, con al seguito un cane nero enorme”. Kyran era perplesso da ciò che aveva detto Mackendra. Era possibile che avesse trovato il covo di Kadir? Gli si gelò il sangue nelle vene al pensiero della ragazza nella tana del demone e di ciò che sarebbe potuto accaderle.

“Dove hai trovato quelle donne? E quanto tempo fa?” Si trattava della svolta di cui avevano bisogno per fare progressi nella guerra contro gli Arcidemoni.

“Alla metropolitana di Seattle a Pioneer Square. Ed è successo qualche giorno prima dell’incendio di casa mia. Le donne mi hanno detto di rivolgermi ai Guerrieri Oscuri, ma non sapevo come raggiungerli”.

“Non mi sorprende. Siamo gli unici in grado di salvarle. Andiamo. Dobbiamo trovare quei draghi e tornare a Seattle. È questa l’informazione che stavamo cercando, e se pianificheremo bene il tutto potremo annientare Kadir. Sono settecento anni che aspetto di vendicarmi di Lucifero. Kadir è il suo secondo in carica, e per Lucifero non sarà facile trovare un altro demone di cui fidarsi”.