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Don Pietro Caruso

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SCENA II

MARGHERITA, PIETRO
Pietro

(è su per le scale, cantando rocamente l'aria del «Trovatore» e intercalandovi molte pause:)

 
Sconto col sangue mio…
 
Margherita

(tra sè) Il babbo…

Pietro

(la cui voce va avvicinandosi)

 
L'amor che pósi in te!
Non ti scordar di me!
Non ti scordar di me!
 
La voce della vicina

(chiamando:) Ohè, Don Pietro! Don Pietro!.. Siete voi?

Pietro

Pare. In che posso servirvi, signora Punzo?

La voce della vicina

Favorirmi sempre. Volevo pregarvi: stanotte, in sogno, un morto con la gobba e un bue a tre corna. Che mi dite? Che numeri devo giocare?

Pietro

È chiaro: il morto con la gobba 47 e 57, il bue 77, e metteteci il 3… per le corna.

La voce della vicina

Grazie!

Pietro

Niente, per ora. Ma raccomandatevi ai santi protettori del lotto pubblico…: devono essere parecchi: e ci rivedremo a vincita fatta! (Ricomincia a cantare, ripigliando il motivo press'a poco dove l'ha interrotto:)

 
Non ti scordar di me!
E.. le.. o.. noo… ra!
E… le… o… nora…
 

(Si sente un poco il rumore della chiave nella serratura. La porta si apre subito. Egli entra.)

 
Eleonora, addio!
 

(Richiude la porta col lucchetto, e si avanza a passi gravi, solennemente comico. Il lungo soprabito col frusto bavero alzato e l'unto cappello a tuba grondano acqua. Ugualmente inzuppati sono i calzoni dagli orli rossi e le scarpe scalcagnate.)

Margherita

In quale stato!

Pietro

In quale stato?

Margherita

Sei fradicio, babbo!

Pietro

Lo credo, io! Non senti che pioggia?!.. Brrrr…

Margherita

E il tuo ombrello? E il tuo pastrano?

Pietro

Prima di tutto, ragioniamo. (Il verbo «ragionare» gli corre spesso alla bocca, pronunziato lievissimamente come se gli scivolasse dalle labbra.) Appena ho messo la chiave nel buco della serratura, la porta si è aperta. (Quasi serio, mostrando la chiave che ha in mano) Come va questa faccenda?

Margherita

(con simulazione) Come vuoi che vada? Quando sei uscito, avrai dimenticato di chiudere bene. Sei così distratto!

Pietro

Anche questo può darsi. Brrr… L'umido mi penetra nelle ossa…

Margherita

Mio Dio!

Pietro

Ci hai delle legna per fare un po' di fuoco?

Margherita

Non so… (Esce a sinistra.)

Pietro

(agitando il cappello affinchè l'acqua possa colare – riflette:)Anche questo può darsi. La distrazione è il solo connotato che distingua l'uomo dalla bestia!

Margherita

(di dentro) Per fortuna, ce n'è delle legna.

Pietro

(continuando tra sè:) Difatti, la capra, la volpe, il cavallo, l'asino sono mai distratti? Nossignore! (Dopo avere asciugato il cappello con un fazzoletto, mette l'uno e l'altro sul cornicione della cappa.)

Margherita

(entra con le legna e si adopera ad accendere il fuoco.)

Pietro

(togliendosi il soprabito) Brava la mia Margherita!

Margherita

Sono ancora i resti della panchetta fracassata.

Pietro

E allora, siano benedette le spalle sulle quali la fracassai! (Distende il soprabito sulla spalliera di una seggiola accanto al fuoco.)

Margherita

(ginocchioni, intenta alla bisogna) Ma del pastrano e dell'ombrello, babbo, che ne hai fatto?

Pietro

Sei un gran tipo, tu! Quando sono uscito, pioveva, forse? No. E dunque che bisogno ne avevo?

Margherita

Per altro, hai portato via ombrello e pastrano.

Pietro

Naturale! (Prende dall'attaccapanni una lunga giacca vecchia, tutta sudiciume e tutta rappezzature.)E li ho utilizzati. (Infilando la giacca) Questa invece non c'è più da utilizzarla. Se andassi ad offrirla al Monte di Pietà mi riderebbero in faccia, e ne avrebbero il diritto.

Margherita

(alzandosi) Come! Hai pegnorato?..

Pietro

(con fierezza) Ombrello e pastrano. Beninteso! O bella! Per chi mi pigli? Pegnoratissimi!.. La giornata si annunziava così scarsa…

Margherita

(mite) Eppure, avevi promesso di comperare da pranzo.

Pietro

Precisamente perchè io sono un uomo di risorse! Che diamine!

Margherita

(con dolce rimprovero) Babbo! Babbo! (Riprende ad apparecchiare la tavola.)

Pietro

(cavando dalle saccocce del panciotto una pipa e dei mozziconi) Ma… non ti dar pena, Margherita, perchè… grazie a Dio (tritola i mozziconi)… Sì, dico, grazie a Dio, il pranzo non c'è. Questo è innegabile! Però, qualche volta, il pranzo viene giù dal cielo come l'acqua. Non sempre, veh!.. Ho detto: «qualche volta». Chi sa!.. Aspettiamo.

Margherita

(siede presso la tavola, appoggiandovi un gomito e posando sulla mano il capo.)

Pietro

(carica la pipa, l'accende con un piccolo tizzo preso dal focolare, e, fumando, siede tra il fuoco e la scrivania.) Oh! Benone! Così. (Canticchia:) «Sconto col sangue mio… L'amor che pósi in te…» (Un breve silenzio.) Riconosco che ho sbagliato… Non lo nego… Ma il mio piano aveva i suoi pregi. Perchè, vedi, dopo l'operazione bancaria del pegnoramento, io ho… ragionato: «piuttosto che aspettare l'ora del pranzo con queste poche lire in mano, mettiamole a profitto e facciamole moltiplicare». Il capitale ozioso, mia cara, è una immoralità. Questa è la mia convinzione, e, tanto, non la cambio! Senonchè, mi sono ricordato che ero in pieno venerdì, e, prima di andare avanti, ho voluto prendere le debite precauzioni contro la jettatura della mala giornata. Ho stralciato una quota esigua dal capitale e mi sono provvisto di… (mettendo fuori un gran cornetto rosso) non so se mi spiego! Corallo vero non è, badiamo, chè, già, la qualità poco importa. Un corno deve essere un corno! Su questo mondo, la forma è tutto! E con l'amico in saccoccia, sono andato a… tu lo capisci, eh? Sono andato…

Margherita

A giocare, babbo, a giocare…

Pietro

Giocare! Giocare!.. Che significa giocare? Diciamo: a negoziare. Orbene, ho negoziato…

Margherita

E hai perduto.

Pietro

Ma sai perchè?.. Perchè non avevo più quattrini. Il corno, poverino, non ce n'ha mica colpa! Niente affatto! Se avessi continuato, se avessi potuto continuare, perbacco, (animandosi, si alza) stai pur tranquilla, Margherita, che le cose sarebbero andate altrimenti! (Fremendo di voluttà e di rabbia)Oggi mi sentivo la fortuna in pugno; me la sentivo qui, qui, (mostra le mani) e, credimi, Margherita, credimi, avrei avuto il coraggio di arrischiare non le vergognose cinque lire, maledetta la miseria!, ma migliaia di sterline belle e sonanti, e, come della luce del sole, per Satanasso!, sarei stato sicuro di saperle centuplicare. (Pausa.) Sarà per un'altra volta. Per oggi, contentiamoci di riscaldarci. Lui (al soprabito) ci dà il buon esempio. (Mutandone la posizione sulla seggiola affinchè si rasciughi da tutte le parti) Guarda, Margherita: sempre lo stesso, lui, da tanti anni! Perde il pelo, questo sì, ma non il vizio, per la semplice ragione che lui vizi non ne ha. (Sospirando, risiede.) Camperà più di me, è vero: ma non lo invidio per questo. Margherita, in fondo alla credenza troverai mezza bottiglia di Cognac. Abbi pazienza, portamela qui…

Margherita

(rassegnata, prende nella credenza la bottiglia e un bicchierino e glieli pone dinanzi, sulla scrivania.)

Pietro

Ne vuoi?

Margherita

No, babbo. (Si allontana.)

Pietro

(riempie il bicchierino, beve di un fiato e tossisce strascicatamente come per grattarsi la gola.) Di': sei in collera con papà tuo?

Margherita

Mai.

Pietro

Vieni qua. (Margherita gli si accosta. – Egli la carezza.) Non credere che io non ci pensi a te. Calcolavo sul conte Fabrizi. Mi sono affacchinato per lui, in queste elezioni. È restato a terra… Che ci posso fare? Ma il compenso verrà… verrà. È un galantuomo il conte, ed è per questo che non voglio importunarlo… Intanto, ci ho in prospettiva una buona dozzina di affari coi fiocchi: il tentativo con la vedova Verrusio, la vendita Stefanelli – e lì c'è da infinocchiare mezzo mondo!; – la causa Marotta; – e il signor Francesco Marotta se vuole la mia testimonianza sa come deve regolarsi. – Che altro? Ah! l'affare Perrotti… Quello poi è sicuro… La copia del suo progetto è nelle mie mani, e… (Pentendosi di aver detto troppo) Milioni non ne verranno, no; ma, via, certamente, ci sarà, per esempio… ci sarà da comperare (tirando a sè Margherita) quella magnifica stoffa a strisce… che il De Simone spampana nella sua vetrina… Santi numi, che stoffa! Ecco una stoffa che mi piace. E non è tutto! Compreremo anche un cappello grande… con uno di quei nastri… con una di quelle piume… con uno di quei ciuffoni di fiori… non so, ma ha da essere un cappello così straordinario da farti sembrare meglio di una principessa… E andremo a spasso, andremo; e la gente, per la strada, dovrà guardarci a bocca aperta, e di buona o di mala voglia dovrà esclamare: Ohè, com'è elegante la figliuola di Don Pietro Caruso! (Pausa. – Con malinconia) Già, tu non ci vuoi mai venire a spasso con me. Si direbbe… che te ne vergogni.