Za darmo

Il nome e la lingua

Tekst
Z serii: Romanica Helvetica #142
0
Recenzje
Oznacz jako przeczytane
Czcionka:Mniejsze АаWiększe Aa

1.3. La descrizione delle varietà dialettali della Svizzera italiana

1

FRANSCINI 1837-1840, 1: 308.

2

Ivi, 1: 305. Anche in questo caso è ipotizzabile l’interferenza di un modello settecentesco. Infatti, Ebel, nel Manuel du voyageur en Suisse, al paragrafo Fragmens sur l’histoire de la langue hétrusco-rhétienne, impiega, come Franscini, il verbo «partecipare» per indicare la commistione linguistica: «Dans la partie du milieu le langage participe à ces deux dialectes. Le ladin a beaucoup plus de rapport que le roman avec l’italien moderne» (326).

3

A proposito di Sopraceneri e Sottoceneri, la terminologia attualmente impiegata per indicare il territorio al nord (Soprac.) e al sud (Sottoc.) del monte Ceneri, che divide in due regioni il Ticino, è coniata dall’amministrazione cantonale verso gli anni ’60 dell’Ottocento in alternativa a Cisceneri e Transceneri (o oltra-ceneri), denominazioni impiegate anche da Franscini, in maniera controintuitiva: il Transceneri indicava l’area al sud del confine geografico, il Cisceneri al nord). Spigolando nell’opera maggiore: «L’uomo del Locarnese d’ordinario non conosceva del Transceneri se non Lugano e le altre terre poste sulla via maestra. L’uomo poi del Mendrisiotto e del Luganese pel solito conosceva ancor meno le valli ciscenerine» (FRANSCINI 1837-1840, 1: XIII); «Ma amatevi; e bando alle invidie locali; ed altra gara non vi sia tra cis-cenerino e trans-cenerino, tra uomo del piano e uomo delle valli, tra forese e borghigiano, fuorché la gara degli onesti e virtuosi cittadini, la gara del bene e dell’onore della repubblica» (FRANSCINI 1837-1840, 2: 282-283); «Fabbriche di tegole e mattoni, in vari luoghi d’oltra-ceneri, in qualcuno anche di cis-ceneri, di vasi di terra a Riva e nel piano di Scairolo: di maiolica, e di più fina composizione, in niun luogo» (FRANSCINI 1837-1840, 1: 262-263). Sulle denominazioni cf. LURATI 1976: 161-162.

4

Cf. SALVIONI 1907: 156.

5

FRANSCINI 1991: 429.

6

ADELUNG 1824: 113.

7

Cf. FARÈ 1985: 1-2.

8

FRANSCINI 1837-1840, 1: 306-7.

9

Cito da GILARDONI 1966: 34.

10

MONTI 1845: XXI; ne riferisce PETRINI 1988: 49.

11

I tre passi portati a testo sono citati da FRANSCINI 1837-1840, 1: 307.

12

ASCOLI 1873: 260.

13

Cf. LURATI 1976: 43-44 e BIANCONI 2013: 63.

14

FRANSCINI 1837-1840, 1: 307.

15

Ibidem.

16

BONSTETTEN 1984: 34.

17

Cf. RID, 2: 536-541.

1.4. Il Grigioni e il topos del “cattivo italiano”

1

Cf. FRANSCINI 1837-1840, 1: XVII-XVIII: «Il titolo di Svizzera italiana mi è parso preferibile ad ogni altro, in quanto che nel pensiero che gli abitatori delle italiane vallate de’ Grigioni manca un volgar libro che tratti del loro paese, ho riservato una non breve Appendice alla fine del 2° volume anche per Mesolcina e Calanca, Poschiavo e Val Bregaglia».

2

LAVIZARI 1716: 20.

3

FRANSCINI 1837-1840, 2: 321.

4

Ivi, 2: 327.

5

BÜSCHING 1777, 16: 97.

6

PIVATI 1747: 113, s. v. lega (mio il corsivo).

7

FARÈ 1985: 7.

8

Ivi: 8.

9

Ibidem.

10

BAM, M 67, c. 242. Lo schema completo è trascritto nel secondo capitolo § 2.2.

11

BÜSCHING 1777, 19: 132.

12

Sul fenomeno si veda SALVIONI 1889. Cf. FÄSI 1765-1768, cito la traduzione di MARTINONI 1989: 85.

13

SCHINZ 1985: 99.

14

Ivi: 124.

15

Cito da MARTINONI 1989: 198 e 202.

16

Cito da ivi: 183.

17

BANDELLO 1992-1996, 1: 91.

18

Ivi, 2: 256.

1.5. La lingua di Franscini

1

FRANSCINI 2006, 1: 113-114. Il ms. (BNB, AH, XIII, 1-42) è lacerato in due punti, alla prima lacuna AMBROSOLI 1951 (87) rimedia in via congetturale proponendo di integrare il pronome dimostrativo «quella». A proposito si veda inoltre OSTINELLI 1996: 4.

2

Cf. GEYMONAT 2018.

3

Cf. BIANCONI 1998: 92-3.

4

FRANSCINI 2006, 1: 40.

5

Ivi, 1: 17.

6

Per un maggiore approfondimento sulla lingua di Franscini si vd. BIANCONI 1998; BIANCONI 1996; BIANCONI 2001: 148-155; e BIANCONI 2008: 297-302.

7

BIANCONI 1996: 104.

8

BIANCONI 2001: 152 e BIANCONI 1998: 107.

9

FRANSCINI 2014.

1.6. La denominazione “Svizzera italiana”

1

Cito da CESCHI 1986: 29.

2

A questo proposito, basti pensare alle già citate traduzioni fransciniane di Picot e Zchokke, o, viceversa, alla traduzione delle opere dello statista ticinese in tedesco: ad esempio, l’educatore argoviese G. Hagnauer (1796-1880), che curò la traduzione della Statistica della Svizzera nel 1829 (FRANSCINI 1829), traduce già nel 1835 un’anticipazione della Svizzera italiana, in forma di sintesi, con il titolo Der Kanton Tessin, historisch, geographisch, statistich geschildert (FRANSCINI 1835). E il titolo di quest’ultima è una significativa testimonianza della dimensione cantonale, e non ancora culturale o linguistica, dell’opera a questo stadio.

3

FRANSCINI 2006, 1: 127 (corsivo mio).

4

BIANCONI 1988: 96.

5

FRANSCINI 1837-1840, 1: 397 (corsivo mio).

6

 

FRANSCINI 1847: 7-8.

7

FRANSCINI 1837-1840, 1: 449.

2. 1. Le prime classificazioni: da Dante a Fernow

1

ALIGHIERI 2011: 1243-1245.

2

Ivi: 1253.

3

Si vd. MARAZZINI 2001, MARAZZINI 1982 e BENINCÀ 1988: 52-53.

4

DENINA 1804, 2: 34.

5

Sulle ricerche linguistiche di Fernow si vd. STUSSI 2006: 32-34, in particolare.

6

FERNOW 1808, 3: 376.

7

Cf. CORTI 1969: 165-175, SANTAMARIA 1981 e MARTINONI 1987: 149-151.

8

LOPORCARO 2009b: 60.

9

CESAROTTI 1979: 437.

2.2. L’area svizzero-italiana nelle classificazioni di Cherubini

1

DANZI 1992: 32.

2

DANZI 2001: 57.

3

Ivi: 59-60.

4

ADELUNG 1824: 111.

5

Sulla quale si vd. FARÈ 1966. Cherubini era consapevole della smisurata ampiezza del suo progetto, in epigrafe ai codici che contengono l’opera si legge infatti: «Dialettologia Italiana che si verrà compilando da Francesco Cherubini o da chi altri verrà dopo morto lui». Cf. BANFI 1870: XV.

6

BAM, M 68 suss., c. 260. Cf. CARTAGO, MASINI 2008: 538.

7

BAM, M 68 suss., c. 261.

8

Cf. CARTAGO, MASINI 2008: 542.

9

BANFI 1870: XV.

10

ADELUNG 1824: 113.

11

BAM, T 40 inf., c. 185. Cf. BONFADINI, TOMASONI 2008: 572 e 576.

12

Cito da DANZI 1997: 580-581.

13

BAM, M 68 suss., c. 222. Lo schema del Prospetto con l’aggiunta delle note autografe è trascritto in BONFADINI, TOMASONI 2008: 584-586.

14

BAM, M 68 suss., c. 222. Nella trascrizione le aggiunte autografe sono indicate con il corsivo.

15

Cito da AMONTE 1995-1996: 96.

16

BAM, M 68 suss., cc. 223-224.

17

BAM, M 68 suss., c. 223.

18

BAM, M 68 suss., c. 225. L’elenco completo è trascritto in BONFADINI, TOMASONI 2008: 584-585.

19

Ivi: 576.

20

Cf. FARÈ 1966: 43.

21

BAM, T 40 inf., cc. 3-4. La trascrizione del documento è in BONFADINI, TOMASONI 2008: 584-586.

22

Cito da FARÈ 1985: 8.

23

Ivi: 1.

24

Ivi: 2.

25

BAM, M 67 suss., c. 242.

26

Si veda il tentativo allestito da FARÈ 1985.

27

Le notizie concernenti la Svizzera italiana si trovano negli zibaldoni BAM, M 67 suss. e M 68 suss. Il primo contiene le schede relative alla filologia dei dialetti e porta sulla prima pagina l’intestazione manoscritta: «Dialettologia italiana. | Di Francesco Cherubini | Volume 17° | Schede | Filologia dei | vari Dialetti». Il secondo codice è composto prevalentemente da annotazioni bibliografiche e ritagli.

28

BAM, M 68 suss., c. 18.

29

Cf. BONFADINI, TOMASONI 2008: 574-575.

2.3. La Svizzera italiana nel Saggio sui dialetti gallo-italici di Biondelli

1

Cf. TENCA 1974: 99.

2

Cito da BIONDELLI 1853: s.i.p. ma III. Cf. inoltre BIONDELLI 1856: 28n: «Di questo fatto porgiamo una prova manifesta nel Saggio sui Dialetti Gallo-Italici, prossimo a comparire in luce, nel quale abbiamo inserite alcune migliaja di voci esclusivamente proprie di questi dialetti […]».

3

BAM, T 31 inf., c. 6; cito da FARÈ 1966: 43n.

4

BIONDELLI 1853: XLVI.

5

Ivi: 3.

6

Ivi: 4.

7

Ibidem.

8

Ivi: 11.

9

FRANSCINI 1837-1840, 1: 306-7.

10

Cf. STALDER 1819: 408-418 e BIONDELLI 1853: 42-47.

11

LOMAZZO 1589; l’edizione di riferimento, a cura di Isella, è LOMAZZO 1993. Alcuni cenni sui Rabisch sono in VICARI 1992-1995, 1: 18-19.

12

BIONDELLI 1853: 127-128.

13

LOMAZZO 1993: 62. Sulla lingua dei Rabisch si vd. inoltre FARRA 1960 58-60 e ASCOLI 1873: 267: «L’Academia, o veramente ra Vall de Bregn, si fingeva composta di vinaj o facchini da vino, originarj di quella valle e parlanti il suo dialetto. Né può negarsi che vi avesse un fondo genuino nel particolare idioma che gli Academici sfoggiavano; me è insieme manifesto che le caratteristiche del dialetto eran da loro esagerate, e non sempre intese bene, e indefinitamente estese a voci letterarie. la naturalezza del dialetto adottivo deve ben più aver sofferto sotto la penna dei facchini di Blenio che non soffrisse più tardi quella di un diverso dialetto per opera dei facchini d’Intragna; e pare strano che di ciò non si accorgesse qualche valente dialettologo lombardo, che del Rabisch si fidava come di una schietta fonte per l’idioma della valle. Noi all’incontro stimeremmo pericoloso l’attingervi […]».

14

Alcuni cenni sulla Badia sono in CHERUBINI 1839-1856, 2: 83-85 (s.v. fachìn) e in FONTANA 2004, 1: 46-49.

15

BIONDELLI 1853: 95-96.

16

Da zana ‘cesta’, cf. CHERUBINI 1839-1856, 4: 548, s.v. zèsta.

17

ASCOLI 1873: 255-256.

18

BIONDELLI 1853: XXXV-XXXVI: «Perciò, redigendo il nostro Saggio comparativo, prima di tutto abbiamo estratto quanto ci parve più acconcio al nostro scopo dai Vocabolarii già pubblicati, vale a dire: pei dialetti lombardi, dal Milanese-Italiano di Francesco Cherubini, dal Latino-Bergamasco del Gasparini e dai Bresciano-Italiani del canònico Paolo Gagliardi e di Pietro Melchiorri; per gli emiliani […]».

19

Ivi: XXXVI-XXXVII.

20

Ivi: XXVI: «Per gli altri dialetti, e specialmente per quelli della campagna e dei monti, abbiamo raccolto sui luoghi stessi quanto era possìbile in ripetuto peregrinazioni, ed abbiamo sollecitata la prestazione di alcuni studiosi».

21

Ivi: 103.

22

MONTI 1844: 192-201.

23

FRANSCINI 1837-1840, 1: 312.

24

SALVIONI 1900: 139.

25

Cf. BRACCHI 1991-1992: 285-300.

26

FRANSCINI 1837-1840, 1: 310.

2.4. La Svizzera italiana nelle ricerche di Pietro Monti

1

SALVIONI 1906: 481n.

2

MIGLIORINI 1951: 113.

3

Questo testo, ampliato dell’edizione definitiva con alcune correzioni e aggiunte, era già apparso l’anno precedente: MONTI 1844b: 44-65.

4

MONTI 1845: XVI.

5

Ivi: XXII.

6

Ibidem. In realtà tutta la Val Poschiavo dipendeva dall’autorità vescovile di Como, compresa la parrocchia di Brivio.

7

 

Ivi: XXV.

8

Il carteggio è edito da MARTINONI 1987.

9

Cito da ivi: 164.

10

Ivi: 165.

11

Ne riferisce CARTAGO, MASINI 2008: 541.

12

BAM, M 67 suss., c. 287. La lettera, datata primo febbraio 1826, è un’ulteriore testimonianza della fitta rete di collaborazioni avviata da Cherubini nei primi mesi di quell’anno, sulla quale si vd. il primo capitolo § 1.2.

13

Cito da LOPORCARO 2009: 250.

14

Ibidem.

15

MONTI 1835.

16

BORRELLI 1836.

17

MONTI 1836.

18

TRAMATER 1829-1840, 5: I-XXI.

19

MARTINONI 1987: 166.

20

Ivi: 165.

21

Entrambe le citazioni da ivi: 170.

22

Ivi: 173.

23

GDLI, 1: 605 (s.v. arabesco).

24

Ibidem, GDLI, 15: 191 (s.v. rabesco), TOMMASEO-BELLINI 1861-1879 (s.v. rabesco).

25

LOMAZZO 1993: XXIX. Sulle Rime vd. LOMAZZO 1587.

26

MONTI 1845: 204 (s.v. rabìsch).

27

MARTINONI 1987: 174.

28

La lista è edita ivi: 183-185.

29

MONTI 1845: 78 (s.v. fiìl). Il materiale lessicale desunto dai Rabisch, da subito consultati e in parte riprodotti da Monti, è invece presente dalle prime lettere del lemmario.

30

MONTI 1845: 372-409.

31

MARTINONI 1987: 178.

32

MONTI 1845: 410-423.

3.1. Le varietà svizzero-italiane nel Vocabolario milanese-italiano

1

MARAZZINI 2009: 312 e CORTELAZZO 1976, 1: 79.

2

DANZI 2001: 100.

3

VITALE 1978: 445. La copia della prima edizione del Vocabolario appartenuta a Manzoni, che ne dispose durante la redazione del romanzo, è fittamente postillata con note e appunti relativi al fiorentino parlato acquisiti prima, durante e dopo il viaggio a Firenze. Il volume è conservato presso la biblioteca Braidense di Milano ed è oggetto di un accurato studio di DANZI 2001: 163-193. Una prima indagine sull’impiego infruttuoso del repertorio da parte di Manzoni è in DE ROBERTIS 1949.

4

MANZONI 1986, 1: 545.

5

CHERUBINI 1814: XII.

6

MANZONI 1986, 1: 546.

7

CHERUBINI 1827, 1: VIIIn.

8

MORGANA 2012: 128. Le voci brianzole sono raccolte e trasmesse al lessicografo da Giuseppe Villa. Queste schede, che Cherubini ricevette tra l’ottobre 1837 e il febbraio dell’anno seguente, sono oggi conservate nel codice C 26 suss. della Biblioteca Ambrosiana. A proposito si vd. CARTAGO, MASINI 2008: 546.

9

CHERUBINI 1827, 1: VI.

10

Ibidem.

11

CHERUBINI 1827, 1: VI e VIII.

12

Ivi, 1: VIIIn.

13

Cf. LURÀ 2015: 132-133.

14

Sul quale si vd. il primo capitolo § 1.1.

15

La voce moléra deriva da mola, proprio come la molasse «degli Svizzeri» suggerita come paragone nell’entrata del lemma. In questo caso il riferimento sembra orientato verso la Svizzera francofona, sebbene la molasse sia termine comune nella lingua francese, senza restrizioni geografiche.

16

LURÀ 2015: 133.

17

Si veda a proposito il primo capitolo § 1.2. I documenti tramessi dagli informatori ticinesi si conservano presso la BAM, M 67 suss.: quelli dell’abate Rossi alle cc. 46-51 e 64-66; quelli di Franscini alle cc. 9-32 e 222-225. Il dizionario dialettale approntato da FRANSCINI 1969 è edito da Farè.

18

Le carte riconducibili al progetto della Dialettologia italiana di argomento svizzero-italiano sono pubblicate da FARÈ 1985.

3.2. Il Dizionariuccio Ticinese-luganese-italiano

1

CARTAGO, MASINI 2008: 540.

2

BRÖSEL 1901

3

SALVIONI 1901: 142.

4

FARÈ 1985: 16-68.

5

LURÀ 2015: 134.

6

FARÈ 1985: 16.

7

BAM, A 34 suss.

8

FRANSCINI 1837-1840, 1: 309: «Saggio di verbi. (I polisillabi sdruccioli diventano assai volte monosillabi). Leggere: leg, leisg, leng. Cuocere: coeuss, cheuss, chiuss. Scrivere: scriv, scrïu. Piovere: pioeuv, piou. Fendere: fend. Muovere: moeuv, mou. Pendere: pend. Mungere: mong, molg, moug».

9

FARÈ 1985: 17.

10

Ivi: VI.

11

PEDROIA 1995: 8. Questo fatto è certificato dall’appunto di pugno di Cherubini sulla carta 47r del codice M 67 suss. dell’Ambrosiana. A lato di una lista di voci redatta dall’informatore il lessicografo annota infatti «del Signor Abate Giuseppe Rossi di Ronco, 9 9bre 1849».

12

Cf. BERNASCONI 1992: 102. Sulle numerose missive spedite per contattare potenziali informatori in quel giro d’anni, oltre al primo capitolo § 1.2 del presente volume, si veda CARTAGO, MASINI 2008: 537-538.

13

BAM, M 67 suss., c. 45.

14

COSSA 1847: 286.

15

Questa lista di termini tecnici è allestita dall’abate Rossi come integrazione alla seconda edizione del Vocabolario milanese-italiano, destinata al volume di giunte uscito postumo nel 1856, nel quale i curatori Giuseppe Villa e Giovan Battista De Capitani hanno incluso, seguendo gli appunti lasciati dal lessicografo, tutte le voci trasmesse dall’abate Rossi salvo quelle già presenti nei tomi precedenti («lo veda nell’appendice al vocabolario» o «è già nel mio vocabolario», si legge sul manoscritto) e quelle segnalate sul documento da Cherubini come troppo generiche («Generico. Inutile»), cf. BAM, M 67 suss. (cc. 64-66). Come indica PEDROIA 1995 (9), a Sessa in Malcantone, nei pressi di Castelrotto, erano attive numerose fornaci per la produzione di coppi, fatto che potrebbe spiegare le conoscenze in quest’àmbito da parte del sacerdote. A riprova di ciò, anche in FRANSCINI 1837-1840 è documentata la presenza di fornaci nel Ticino, «in vari luoghi d’oltra-ceneri [scil.: sottoceneri], in qualcuno anche del cis-ceneri [scil.: sopraceneri]» (1: 262-263).

16

Cito PEDROIA 1995: 7-8.

17

Entrambi i documenti sono pubblicati in appendice § 3.2.2 e 3.2.3.