Il Possesso Di Un Guardiano

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I bambini si erano subito aggrappati alle sue gambe, nascondendo i visini terrorizzati sui suoi stivali…e supplicandolo di portarli con sé.

Kyou li guardò e ciò che lo colpì fu che non solo la collana aveva il colore dei loro occhi, ma ogni frammento aveva la forma di una lacrima…come quelle che vedeva rigare le loro guance. Che strano, che un monile di quel genere avesse quella forma! Avrebbe ricordato loro per sempre il massacro degli umani e le tante lacrime che l’intero villaggio aveva versato. Forse era per questo che il cristallo li aveva protetti: perché un giorno ricordassero...e vendicassero quelle morti. Considerando la natura sconosciuta del cristallo e i molti segreti che celava... probabilmente era così.

Capì che Hyakuhei era venuto al villaggio proprio per quelle collane. Allora gliele sfilò dal collo e le nascose nella sua camicia. Poi si disse che il suo dovere era di proteggere il cristallo, non gli umani, e che la cosa migliore era di lasciare i bambini dov’erano…ma c’era quella nefasta debolezza nel suo cuore che gli imponeva sempre di fare le scelte sbagliate, quando si trattava di umani. In questi casi, cedeva sempre ai sentimenti, maledicendosi e odiandosi. Così fece ciò che non avrebbe mai voluto fare: prese i bambini con sé. In fondo quei piccoli umani non erano dissimili da lui e i suoi fratelli guardiani. Anche loro non avevano più famiglia.

A quel tempo aveva già conosciuto Kyoko, e provava una forte curiosità per quella sotto-razza nefasta. Quando vide i bambini sgambettare incerti dietro di lui nel tentativo di seguire i suoi lunghi passi…quando vide le lacrime rigare i loro volti e sentì le loro vocine disperate gridare aiuto…capì che senza di lui sarebbero morti.

Tornò indietro, li prese piangenti tra le braccia e li nascose nel suo castello, dove la barriera avrebbe sbarrato per sempre il passo al malvagio Hyakuhei. Avrebbe vegliato su di loro e prima o poi avrebbe capito perché il nobile Cuore di Cristallo Protettore si prendeva il disturbo di proteggere quella stupida razza umana.

Scrollandosi quei ricordi dalla mente, si sfilò dal collo i monili che quel giorno aveva sottratto ai bambini e si mise a studiarli con attenzione.

I frammenti del cristallo erano lì, e fluttuavano misteriosi sotto i suoi occhi. Intorno a loro aveva creato una barriera invisibile, che vietasse a qualsiasi demone di accedere ai loro segreti. I frammenti brillavano, come una miriade di minuscole lacrime in un mare di dolore…le stesse che aveva versato il villaggio e le stesse che avrebbero versato i gemelli, quando da grandi sarebbero stati in grado di ricordare la famiglia perduta. Di tanto in tanto, di notte, i bambini scivolavano via dal loro letto e si accoccolavano sperduti accanto a Kyou…e allora rimanevano incantati a guardare le collane, senza pronunciare una parola. Kyou non comprendeva il loro comportamento, ma ormai non faceva più caso alle stranezze degli umani.

Rimise le collane al loro posto e scivolò silenziosamente nella stanza in cui aveva lasciato Kyoko. Si accorse subito che la stanza era vuota e divenne rosso dalla rabbia: come aveva osato, quella umana! Non le aveva ancora concesso la libertà di andarsene in giro per il castello! Era forse fuggita? Gli occhi gli si oscurarono: non appena l’avesse trovata, le avrebbe insegnato qual era il suo posto! Come poteva proteggerla, se lei continuava a disobbedirgli?

Aspirò l’aria lentamente, e subito percepì l’odore dei gemelli. Seguì la scia, che si mescolava al profumo di Kyoko, e si mise sulle sue orme partendo dai due balconi che fiancheggiavano il corridoio appena fuori della stanza. Quando arrivò al centro del castello guardò in basso, e annusò l’aria proprio in direzione delle sorgenti termali.

Erano lì! Kyou sentì la rabbia svanire. Non era fuggita, come aveva temuto. Rimase a origliare le sue parole, mentre lei giocava coi bambini.

*****

Kyoko si diresse verso il bordo della vasca, indecisa se aiutare i bambini a fare il bagno o a cercare di scappare dal castello. Vedere i bambini così felici e spensierati aveva alleviato la sua ansia: finché i bambini stavano con lei erano al sicuro, gusto? Si sarebbe occupata dei piccoli per un po’.

Lasciando rilassare la mente, si sedette sul bordo della fontana e v’infilò dentro i piedi, mentre i gemelli giocavano. Era ancora curiosa di sapere come mai vivessero con Kyou "Hiroki, Hiraru, dove sono la vostra mamma e il vostro papà?"

I gemelli smisero di schizzare e si voltarono verso Kyoko inclinando le loro piccole teste. "Il villaggio è stato attaccato e tutti sono rimasti bruciati.” Hiroki prese un pezzo di stoffa da un portasapone, lo immerse in una ciotola sul lato della vasca e iniziò a strofinare il suo corpicino.

Kyoko fu sorpresa di vedere che la garza faceva schiuma mentre la strofinava sulla pelle. Quindi, i genitori dei bambini erano morti? "Come mai vivete qui, al castello?" Hiraru si avvicinò a lei, sorridendo.

Il suo visino si inclinò verso quello di Kyoko e lei potè vedere il calore trasparire dai suoi occhi. "I demoni avrebbero preso anche noi ma Kyou li ha sconfitti e ora viviamo con lui." Si voltò e spruzzò acqua su Hiroki, sbarazzandosi del sapone mentre giocava e continuava a rispondere alla sua domanda. "I demoni non possono trovarci adesso. Non possono nemmeno vedere questo posto, l'ha detto Kyou." Poi si mise a lottare per gioco con il fratello.

'Allora ... Kyou li aveva salvati e li aveva presi con sé…per fargli da padre?' Le sopracciglia di Kyoko si inarcarono, confuse. Non sembrava il Kyou che aveva cominciato a temere. Il suo sguardo si addolcì per un secondo chiedendosi se lo conoscesse davvero. 'Un principe di ghiaccio con un cuore?' ridacchiò tra sé e sé.

Notando che Hiraru, aveva gli occhi pieni di schiuma, Kyoko decise di aiutare i bambini a lavarsi per bene. "Vi aiuto a lavarvi i capelli, bambini?"

I bimbi gridarono felici di sì, e Kyoko si spogliò e s’immerse nell’acqua con loro, dimenticando di fuggire e che da un momento all’altro sarebbe potuto arrivare il loro guardiano e papà acquisito, il terribile Kyou.

*****

"Come potevo sapere che Kyoko aveva attraversato il portale del tempo nel bel mezzo della notte e che si trovava da sola nella radura?" Toya gridò al cielo come se Kyou potesse ancora sentirlo. Shinbe aveva impiegato parecchio tempo per calmarlo.

All'inizio tutti erano stessi presi dal panico, quando le iridi di Toya avevano cominciato a macchiarsi di sangue. Quando Toya nella sua furia aveva iniziato a distruggere tutti gli alberi che crescevano intorno, si erano fatti da parte per permettergli di sfogarsi, prima di intervenire.

"E Hyakuhei è arrivato in un lampo ... stava per rapirla!" Toya continuò a urlare, mentre i suoi occhi diventavano argentei e poi di nuovo dorati, a mano a mano che la sua rabbia si placava. Tornò a guardare il punto in cui prima sorgeva la barriera in cui Kyou l'aveva imprigionata per salvarla.

“Ma che sto dicendo? E 'STATA rapita. Accidenti!" ringhiò.

Shinbe, all’opposto, era rimasto impassibile, di fronte al rapimento della sacerdotessa. "Rapita… o salvata?" chiese indeciso, mentre ancora si appoggiava al bastone. Che cosa aveva in mente, Kyou? Era convinto che ci fosse ben altro, dietro quel rapimento.

Il suo sguardo ametista osservava ogni mossa di Toya, nella speranza che il suo maledetto lato demoniaco rimanesse silente. L'ultima cosa di cui avevano bisogno era che il sangue da demone di Toya prendesse il sopravvento e peggiorasse la situazione. “Kyou non ha mai un’anima gentile…nemmeno quando dice di fare del bene! Ma forse l'ha presa solo per tenerla al sicuro da Hyakuhei finché quello non se ne va!” aggiunse.

Toya strinse il pugno, ben sapendo che gli altri non avevano visto quello che aveva visto lui. Ma aveva deciso di non dire niente. In un certo senso, raccontandolo ad alta voce…gli sembrava molto più reale, tuttavia avevano il diritto di sapere che cosa era stato capace di fare, il loro fratello maggiore. "Kyou non la riporterà indietro."

"Perchè no?" Kamui aprì la bocca per la prima volta, da quando Hyakuhei era scomparso. “È un guardiano ... uno di noi. Perché non dovrebbe riportarla qui? "

Suki se n’era rimasta in disparte, mentre i fratelli parlavano tra loro. Era ancora terrorizzata da Kyou. Fino a quel momento, il guardiano era rimasto lontano dalla guerra, come se la cosa non lo riguardasse. Aveva sperato che Kyou fosse intervenuto per aiutare gli altri a vincere la battaglia, ma ora che aveva sentito urlare Toya e aveva ascoltato le sue parole si sentiva oppressa da una terribile sensazione.

“Perché lui la vuole tutta per sé ... il bastardo egoista la vuole per sé. Non ha mai toccato una femmina umana come gli ho visto fare io ... il che significa che probabilmente l'ha scelta come compagna." mormorò Toya, rabbioso. Solo quando ebbe pronunciato quelle parole percepì la tremenda verità che racchiudevano.

I suoi occhi tornarono d'oro puro mentre guardava gli altri. Shinbe aveva la bocca aperta per lo stupore e Suki gli occhi stretti come fessure, ma Kamui sembrava averla presa peggio di tutti. Gli occhi del ragazzo erano nascosti dietro i capelli viola e lui fissava a terra, ma Toya poteva vedere le sue mani serrate a pugno.

Toya fece un passo verso di lui, ma Kamui si tirò indietro. "Non toccarmi!" La voce di Kamui era cambiata e il suono che ne uscì era estremamente sgradevole.

"Kamui?" Toya strinse i denti sperando di riuscire a trattenere la furia del fratello più giovane. Il ragazzo era il più innocente di tutti, ma solo perché aveva scelto di dimenticare la verità sul proprio passato.

"Non addormentarti Kyoko." sussurrò Kamui per avvertirla, comprendendo il pericolo in cui si sarebbe trovata se Hyakuhei e il demone del sogno fossero riusciti a raggiungerla.

 

Le pozzanghere lasciate dalla pioggia sembrarono luccicare con sfumature liquide maculate tutt'intorno a Kamui. "Hyakuhei la vuole ... Kyou la vuole ... perché sono così convinti di essere i soli, tra noi, a meritarsela?" La voce di Kamui tremò mentre i suoi capelli selvaggi ondeggiarono a un vento invisibile, che sembrava soffiare solo intorno a lui.

All'improvviso l'ombra di Kamui prese una forma diversa, costringendo gli altri a indietreggiare per la paura.

Con un'esplosione di energia che fece increspare l'aria e l'acqua intorno a lui, Kamui urlò: "Non possono portarmela via!" Una pioggia di scintille cadde dalle sue potenti ali, che gli apparvero d’improvvise dietro la schiena.

Infine, alzando gli occhi pieni di lacrime, Kamui lanciò una torva occhiata al gruppo, mentre le punte delle sue ali assumevano una minacciosa sfumatura scura. Scosse la testa, e la sua voce divenne pericolosamente seducente. "Padri o fratelli che siano, non conta. Non possono averla!"

I guardiani si schermarono gli occhi dal lampo di luce che scaturì da lui all’improvviso. Quando abbassarono le braccia ... Kamui era scomparso.

"Perché ho la sensazione che non sia andato a cercare Kyoko?" mormorò Shinbe , chiedendosi quale fosse la vera natura della strana oscurità che era apparsa sulla punta delle ali di Kamui. Non era un buon segno.

Le parole pronunciate da Kamui, "padri e fratelli", gelarono l'anima di Toya e confermarono le sue paure. "Perché è andato a cercare Hyakuhei!"

Le spalle di Shinbe crollarono, per il senso di sconfitta. “Andrò a cercare Kamui, tu vai a cercare Kyoko. In questo momento, Kamui ha bisogno di qualcuno che lo faccia ragionare e io sono la persona più adatta."

Suki rimase a fissare i guardiani che si levavano in volo, dimentichi della sua presenza. Poi scorse Kaen ancora accanto a lei. "Credo che dovremmo tornare alla capanna e aspettare che tornino." Scrollò le spalle sapendo che avrebbe solo rallentato Shinbe, se avesse provato a seguirlo.

Fece per avviarsi, ma notò che Kaen non si era mosso. Tornò verso di lui e, quando lo ebbe raggiunto, la sua bocca si spalancò per lo stupore.

Kaen aveva le lacrime agli occhi, mentre fissava il cielo nella direzione in cui erano scomparsi Kamui e Shinbe.

*****

Hyakuhei entrò nelle stanze più interne della sua caverna. Era il nascondiglio perfetto ... un castello nascosto nelle profondità della terra, mentre tutti lo cercavano al di sopra. Le sue ali nere traslucide tremarono per la fatica del volo, poi scomparvero, come se non fossero mai esistite.

Ammirò la maestosa bellezza della grotta ... dove avrebbe tenuto Kyoko prigioniera. Era proprio sotto i loro nasi e quegli stupidi guardiani lo ignoravano completamente. Hyakuhei si sedette sul tappeto di pelliccia nera che aveva steso vicino al fuoco, e riformulò il suo piano nella mente.

Kyou aveva rovinato il suo progetto di catturare la sacerdotessa mentre era sola nei giardini del Cuore del Tempo…e aveva dovuto cambiare tutto. Ora che lei si trovava con il più pericoloso dei suoi guardiani sarebbe stato più difficile raggiungerla, ma non impossibile. I suoi occhi si oscurarono mentre rifletteva. Sarebbe avvenuto tutto proprio come nell’incubo che le aveva inviato.

Poteva percepire il potere del demone del sogno che si teneva dentro, anche quando gli altri demoni erano in silenzio. Era lì, in agguato, in attesa che si addormentasse. Hyakuhei chiuse gli occhi ricordando i demoni degli incubi che aveva sconfitto in passato. Era riuscito a utilizzare il loro stesso potere per torturare le sue vittime con le loro peggiori paure ... ma ora quel potere era mille volte più forte.

Ora che era in grado di torturare la sacerdotessa con questo potere, la sua debolezza era diventata un'arma.

Hyakuhei afferrò con ira lo specchio delle anime. Vedendovi riflesso solo se stesso, gli chiese furioso dove si fosse nascosta la sacerdotessa. Lo specchio gli mostrò l'immagine di rami contorti e un cielo in tempesta. Perché Kyou avrebbe portato la sacerdotessa in un luogo di eterna desolazione? Sapeva che lo specchio poteva dire solo la verità ma allo stesso tempo ... Hyakuhei sentiva che stava mentendo.

Chiamò con la mente i suoi demoni schiavi perché obbedissero ai suoi ordini ... e li inviò alla ricerca di quel luogo desolato, senza preoccuparsi della fine che avrebbero fatto. Sapeva che la fortezza di Kyou si trovava da qualche parte nelle terre settentrionali. Il castello era scomparso alla sua vista durante la guerra tra lui e suo fratello Tadamichi. I demoni che aveva mandato in quella zona avrebbero devastato i villaggi e attirato fuori il signore dei guardiani.

Avrebbe fatto in modo che fosse Kyou a condurlo inconsapevolmente dalla sacerdotessa che stava proteggendo. Mentre scrutava nel vetro malvagio, l’immagine cambiò ... ma non per sua volontà. Gli occhi di Hyakuhei si indurirono, quando una visione di polvere multicolore coprì lo specchio in segno di avvertimento.

"Allora ... Kamui, cosa intendi farmi?" chiese all’immagine del giovane guardiano che era apparsa nello specchio. Gli occhi del ragazzo si voltarono a guardarlo, come se lo avesse sentito. "Mi stai cercando? Stai attento a ciò che fai ... figliolo." Lo ammonì, con voce cupa.

"Non sei più mio padre ... Sei tu che devi stare attento!" sibilò Kamui in risposta.

"Allora ... ti sei arreso ai ricordi?" Hyakuhei si avvicinò lo specchio al viso, mentre gli angoli delle sue labbra si sollevavano in un pericoloso accenno di sorriso. “Kamui ... se davvero vuoi proteggere la tua sacerdotessa, allora dovresti unirti a me. Prendi il posto che ti spetta sul mio trono e insieme la terremo lontana dagli altri guardiani…”

Kamui si fermò a mezz'aria sapendo esattamente cosa intendeva quel mostro. “Io non sono come te o come i tuoi demoni! Un giorno i demoni su cui governi ti faranno precipitare dal tuo trono. Sai di mentire. Stai perdendo la tua battaglia!”

L'eco delle risate del demone del sogno rimbombò nelle orecchie di entrambi. Kamui sapeva che quell’entità aveva un potere quasi mistico e che per questo non poteva essere ridotto in schiavitù…o almeno, non per sempre. Nemmeno da Hyakuhei.

"Tu appartieni a me ... non a loro. - sibilò Hyakuhei all'immagine - Questa è una verità che nemmeno tu puoi ignorare per sempre."

"Non tradirò mai i miei fratelli!” urlò Kamui, mentre spezzava il legame tra lui e suo padre.

Hyakuhei gettò lo specchio nel fuoco, quando vide Kamui così irato con lui. I frammenti divennero argento liquido e sfrigolarono sul legno ardente. Si raccolsero in una pozzanghera e lentamente tornarono alla forma originaria, come se lo specchio non si fosse mai infranto e non fosse mai stato gettato tra le fiamme.

Hyakuhei si distese sulla pelliccia scura mentre scie di scintille colorate apparivano all'interno della caverna. “Quindi, i tuoi poteri sono cresciuti. Vedremo Kamui ... vedremo. "

*****

Kyou si appoggiò al balcone, fissando le sorgenti termali al livello inferiore. I suoi occhi erano ancora fissi sulla sacerdotessa che credeva perduta. Lei sembrava felice per il momento e così rifletté ... che lei apparteneva già a questo luogo. Sentì il sangue ribollire, quando Kyoko si denudò. Ammirò il suo seno sodo, mentre si sfilava la camicia dalla testa ... i suoi occhi iniziarono a brillare di oro liquido.

Le sue nocche diventarono bianche, tanto fortemente strinse la ringhiera con le mani. Chiuse gli occhi per un attimo, nel tentativo di precipitarsi da lei. Quando li riaprì, quasi ringhiò. Ma che stava facendo? Era completamente nuda!

Kyou la guardò, mentre entrava nell'acqua calda. Lo incuriosiva la sua spudorata innocenza. Perché Kyoko aveva questo effetto su di lui e gli altri umani no? Nessuno di loro lo aveva mai scalfito ...e invece, eccolo lì, a sbavare dietro quella piccola umana. Come si poteva essere così puri e seducenti allo stesso tempo?

Era la bellezza incarnata in un essere umano. Ringhiò. E se uno dei servi che vivevano nel suo castello fosse entrato in quel momento e l’avesse violentata? Si era inconsapevolmente esposta a un tremendo pericolo. Kyou ordinò mentalmente a tutti i suoi schiavi di allontanarsi dalle sorgenti termali o lui li avrebbe puniti tremendamente, se avessero disobbedito. Se fosse venuto a sapere che qualcuno di loro aveva solo alzato lo sguardo sulle nudità della fanciulla… non ci sarebbe stato scampo alla sua ira.

Ma lei…non doveva recarsi alle sorgenti senza il suo permesso. Era pur vero che i demoni schiavi rimanevano nascosti fino a quando lui stesso non li convocava, poiché sapevano che a Kyou non piaceva vederseli in giro, e quindi era improbabile che qualcuno l’avesse spiata. Ma era meglio essere chiari. E per quanto riguardava Kyoko…avrebbe dovuto insegnarle come comportarsi. Il fantasma di un sorriso gli gelò le labbra, mentre la guardava.

Una volta che Hiroki ebbe finito di fare il bagno, il bambino volle aiutare Kyoko a lavarsi i capelli e lei glielo lasciò fare. S’immerse nell’acqua calda in modo che lui potesse raggiungere le sue lunghe ciocche ramate. La sensazione delle sue piccole dita che le sfregavano il cuoio capelluto la fece entrare in uno stato di beatitudine. Hiraru presto si unì a loro e Kyoko cercò di non ridere, mentre i bambini litigavano su chi dovesse lavarle i capelli.

Alla fine, Kyoko risolse il problema immergendosi sott'acqua. Quando riemerse, i bambini l’accolsero con gridolini di gioia, dimentichi delle loro lotte. Lei sorrise, e poi tutti e tre si misero a giocare. Infine i piccoli ripresero a fare la guerra tra loro e Kyoko si spostò dall'altra parte della sorgente, sedendosi su uno sperone roccioso sott'acqua per guardarli.

Si era completamente rilassata, stando con i bambini. Ma quando il pensiero della fuga le tornò alla mente si tirò su e prese velocemente a lavarsi. Quando ebbe finito, si accorse che anche i bambini erano usciti dall’acqua.

Notò sul volto dei piccoli una strana espressione, come se fossero concentrati su qualcosa. Non sapeva che stavano ascoltando il silenzioso comando di Kyou. Si morse il labbro quando li vide annuire, come se rispondessero a qualcuno.

"Dobbiamo vestirci, adesso." dissero, all’unisono. Afferrarono dei morbidi teli a lato della vasca e si asciugarono rapidamente. Vi rimasero avvolti come se i teli fossero degli accappatoi.

"È ora della pappa!" urlò gioioso Hiraru, afferrando la mano di Hiroki; poi i gemelli corsero fuori dalla stanza.

Kyoko invece rimase accanto alla fontana, con una tremenda sensazione di paura simile a mille aghi che le trafiggevano la schiena. Chiuse gli occhi, oppressa da uno strano senso di nausea. Da qualche parte nel cielo, gli dei stavano ridendo di lei.

Avrebbe dovuto capirlo che era meglio non farsi coinvolgere dai bambini. Si era convinta di potersene stare impunemente a giocare con loro e poi di scappare dal castello senza problemi…ma ormai Kyou l’aveva raggiunta. Doveva sbrigarsi, non era in salvo là dentro…ed era ancora completamente nuda.

Mentre cercava di coprirsi con i teli, udì un ringhio cupo proprio dietro di lei. La seconda cosa che percepì furono due mani sbucate dal nulla che la ghermirono e la imprigionarono contro un possente petto adorno di seta, senza che i suoi piedi toccassero più il pavimento.

Kyoko alzò immediatamente lo sguardo e si trovò davanti la faccia di Kyou. Ma il guardiano non aveva un’espressione irata, anzi sembrava calmo…anche troppo. Lanciò un’occhiata al pavimento, sotto di sé. Sì, indubbiamente gli dei dovevano starsi facendo grasse risate, a quella vista.

Le sue labbra si aprirono per parlare, mentre lui la portava in volo su un balcone, ma non ne uscì alcun suono. Lei e Kyou scivolarono lentamente attraverso la porta aperta e, sempre volando, lui la riportò nella stanza da cui lei si era allontanata coi bambini. Con dolcezza, la riportò sui cuscini su cui prima era distesa.

Kyoko aveva temuto che, per punirla, lui l’avrebbe fatta cadere dall’alto, ma Kyou non aveva intenzione di farle del male. Sentì le sue mani morbide che le sfioravano la pelle nuda. Gli occhi di Kyoko si spalancarono. La sua pelle nuda! Oh ... come poteva essersene dimenticata? Era ancora nuda, dopo il bagno.

Le sue braccia si incrociarono automaticamente sul petto per proteggersi e sentì tutti i muscoli irrigidirsi, in attesa di capire che intenzioni avesse il guardiano. Se ne avesse avuto il coraggio, gli avrebbe urlato in faccia: “Mettimi subito giù, mostro!”

 

Gli occhi di Kyou si chiusero, quasi quando sentì sotto le mani le curve morbide e delicate della sacerdotessa: i suoi sensi andarono in subbuglio. Si accorse del suo imbarazzo e che aveva cercato di coprirsi, ma la tenne ancora stretta a sé. Non si era vantata, quella umana, di non avere paura di lui? Bene, questo era il momento di dimostrarlo…e lui ne avrebbe approfittato per darle una bella lezione!

"Chi ti ha dato il permesso di lasciare questa stanza?" sibilò, con voce fredda e pungente.

Gli occhi di Kyoko si spalancarono, mentre il cuore le batteva nel petto, scalciando contro le sue costole così forte che temette che Kyou potesse sentirlo. Si chiese velocemente quale potesse essere la risposta più appropriata, ma poi sussurrò, con un filo di voce: "Non conosco le regole di questo castello.” Si fece piccola, sapendo che fare la gnorri forse poteva essere l’arma migliore.

Non poteva certo lottare contro di lui, nuda com’era! E comunque…non era sicura di vincere. Voleva solo che lui si acquietasse e la lasciasse in pace; per questo mormorò, con voce dolce e timida. “Scusa.”

Quando Kyou sentì quella vocina si sciolse, e fu avvinto da una miriade di sensazioni strane giù, nel basso ventre. Tutto ciò era inquietante…quasi pericoloso. Sentì la rabbia svanire, ma il desiderio nei confronti di quella umana s’ingigantì.

"La prima regola che devi imparare è che non vai da nessuna parte se non te lo permetto io, altrimenti sarai punita!” Provò a usare un tono di voce meno irato, ma lei sussultò comunque.

La gola di Kyoko si seccò. "Punita?" Non intendeva nemmeno ripetere la parola. Cercò di scrollarsela dalla mente, mentre il cuore le batteva impazzito nel petto. Ebbe il deja Vu di Kyou che la sculacciava, e subito si chiese se non stesse impazzendo: non voleva nemmeno sapere da dove le veniva quell’immagine.

"Sì, ti punirò." Il palmo della mano di Kyou le accarezzò il ventre piatto e lentamente si fece strada tra le sue cosce, mentre lei come per riflesso le allargava. Con un movimento veloce Kyou spinse la mano verso il suo sesso, mentre la passione prendeva il sopravvento.

"Questa sarà la tua punizione…" mormorò con voce terribile, spingendo le dita dentro di lei, a carezzare il suo clitoride fremente. Kyoko gridò piano e cercò di tirarsi indietro, di sottrarsi al suo tocco…senza riuscirci.

Il movimento sensuale del ventre della ragazza era la sua rovina… "Se non stai ferma ... dovrò punirti ancora di più." le sussurrò. Sentì il suo membro indurirsi e si sentì sollevato quando lei cercò di trattenersi; Kyoko invece si sentiva terrorizzata, al pensiero di ciò che lui le avrebbe fatto, se si fosse lasciata andare. Giacque immobile, senza più forze per combatterlo.

Chiuse gli occhi. Quando lui le aveva detto che l’avrebbe punita aveva tremato, pensando che lui avesse intenzione di farle del male fisico…ma quello che stava facendo ora era mille volte peggio. Non aveva capito, quel mostro, che lui la intimoriva più di Hyakuhei? Questo pensiero le fece perdere definitivamente il controllo e la svuotò della sua volontà, mentre un’ondata di calore si accumulava nella sua vagina e le si spandeva tra le cosce, proprio lì dove Kyou stava facendo la sua magia. Non voleva lasciarsi andare, ma non riusciva a impedire al suo corpo di arrendersi alle dita del guardiano.

Kyou la teneva ancora stretta contro di lui, e le sue dita la toccavano con tale impeto che a un certo punto Kyoko quasi desiderò che lui la sculacciasse, piuttosto che costringerla a quella meravigliosa tortura…a quel dolore piacevole e invadente che le scavava dentro... Sussultò , e un gemito le uscì dalle labbra, mentre il mostro spingeva le sue dita ancora di più dentro di lei.

Quasi urlò di piacere, quando lui cominciò a spingere dentro e fuori quelle lunga dita. Sentì i suoi umori accumularsi intorno a quelle dita e alla fine non resistette al piacere, e gridò. Avrebbe voluto piangere dal piacere, ma si trattenne: non voleva far capire a Kyou quanto si stesse godendo la sua…punizione.

Ma il piacere aumentava, aumentava a dismisura. Quando non ne potè più, urlò con tutte le sue forze: “Basta, ti prego, basta!”

Kyou si commosse alle sue parole strazianti, e comprese che il suo piccolo corpo da vergine non era allenato ai quei piaceri. Ancora poco e l’avrebbe portato alla soglia dell’orgasmo liberatorio. La guardò inarcarsi contro di lui, mentre il suo dito continuava a scavarle dentro ad una velocità frenetica.

Chinò la testa in avanti e le leccò la nuca ... per sentirne il sapore. Sentì la brama di morderla e farla sua per sempre…ma si trattenne. Si consolò mordicchiando quella pelle candida e morbida, e la marchiò con l’ombra dei suoi baci. Aveva un sapore meraviglioso… Poteva sentire il profumo della sua eccitazione, mentre continuava a darle quell’incredibile piacere.

Kyou ringhiò sconfitto ... Aveva perso di nuovo la sua battaglia contro di lei.

Kyoko sentì la mano di Kyou abbandonarla e scivolò affranta sul cuscino. Stava ancora piagnucolando e strinse le cosce, per soffocare le contrazioni del piacere che ancora la scuotevano, così forte da provocarle dolore. Afferrò uno dei cuscini più piccoli e lo strinse forte, cercando di celarsi agli occhi del mostro. Aveva paura di guardarlo. Non voleva che lui capisse quanto in realtà lo desiderasse.

Seppellendo il viso tra le braccia, si rotolò sulla pancia, per impedirgli di guardarla negli occhi.

Lui invece la fissò, mentre lei si raggomitolava sui cuscini, e non averla più sotto le mani lenì gradualmente il suo bisogno furioso. Si rese conto di non avere alcun controllo sul proprio corpo e ricordò ciò che suo padre aveva scritto sulle pergamene sacre.

Tadamichi aveva ammonito i guardiani, ricordando che erano molto diversi dagli umani, nel caso avessero deciso di mescolare il proprio sangue con loro. Quando il nobile sangue di un guardiano aveva fatto la sua scelta, non c’era modo di tornare indietro.. Suo padre, Tadamichi, lo aveva messo in guardia riguardo alla rivalità tra lui e Hyakuhei nella scelta della compagna, ma Kyou non aveva capito le sue parole fino in fondo. Credette che quel monito si rivolgesse a tutti i guardiani, non solo a lui.

Quella era stata l'ultima pergamena scritta da suo padre, ma gli umani intrappolati nel suo regno gli avevano raccontato il resto della leggenda, che si tramandavano oralmente di padre in figlio.

Suo zio si aveva ceduto al lato oscuro perché era stato strappato dalla femmina che il cielo aveva destinato ad essere la sua compagna. La statua che raffigurava la sacerdotessa nei giardini del Cuore del Tempo era stata realizzata a precisa somiglianza della donna che le era stata strappata… e di cui Kyoko era la reincarnazione. Era la stessa femmina che Hyakuhei aveva reclamato per sé…solo nata milioni di anni dopo. La sua anima non era la stessa, ma il suo corpo terreno sì.

E ora anche Kyou voleva per sé la stessa donna che suo zio reclamava. Erano dunque così diversi, tra loro? Era stato l’imperioso sangue nobile di Hyakuhei a spingerlo nelle braccia del male? E ora lo stesso Hyakuhei rivoleva quella femmina, di cui Kyoko era la reincarnazione. Ma Kyou decise che non lo avrebbe permesso.

Kyou fluttuò più vicino a lei, avvicinando le labbra al suo orecchio. Non voleva che lei lo temesse. Voleva che lei lo desiderasse. Aveva fatto passare per punizione l’arma della seduzione, solo per costringerlo a desiderare di essere sua... per sempre.