âAllora imparerà in fretta.â La voce di Anthony era priva di emozione.
Boris sollevò una mano segnata e fece cenno ad altri due licantropi. Essi si avvicinarono e strapparono il retro della camicia del giovane lupo. Boris sollevò una delle fruste, il âgatto a nove codeâ, e la schioccò in aria. Il lupo ammanettato sussultò, facendo sorridere Anthony.
Boris si posizionò circa due metri dietro il giovane e schioccò la frusta in avanti. Il giovane lupo urlò al colpo della frusta sulla propria schiena. Le urla continuavano mentre Boris continuava a colpire la pelle che prima era intatta. Alla fine si fermò e un altro lupo mannaro si fece avanti con una grande ciotola di sale. Altre grida agonizzanti seguirono quando il sale fu gettato sulle ferite sanguinanti.
Il giovane lupo si abbandonò contro il muro credendo che la tortura fosse finita, solo per urlare di nuovo quando i colpi ripresero...solo che questa volta si unirono altre due fruste.
Anthony alzò la mano destra in modo da poterlo vedere meglio e si accigliò quando vide che avrebbe dovuto tagliarsi le unghie. Alzando le spalle, si allontanò dal pestaggio e si avvicinò alla cella più lontana allâestremità opposta del seminterrato. Sul suo volto apparve un sorriso quando le catene pesanti sferragliarono.
Lâuomo allâinterno si alzò improvvisamente in piedi e si dimenava contro le catene cercando di raggiungere Anthony.
Il cattivo umore di Anthony svanì improvvisamente vedendo lâorgoglioso maschio lì dentro. Il suo sorriso si allargò mentre pensava ad un modo per riportare Jewel tra le sue braccia e lontana dai puma in cui aveva cercato di rifugiarsi.
âSono felice di averti sparato solo un colpo, Micah... Potresti ancora essermi utile.â
*****
Tabatha si guardava intorno nellâappartamento che condivideva con Kriss e tremava. Di solito non era un problema stare da sola, ma per molte ragioni, stasera non ci riusciva. Guardava fuori dalla finestra ogni volta che sentiva un rumore, pensando che Kriss fosse tornato. Pensava di stare bene quando Envy e Devon lâavevano lasciata a casa mentre andavano da Chad, ma adesso capiva quanto avesse bisogno di compagnia.
Envy le aveva chiesto se volesse andare con loro, nel caso in cui avesse avuto bisogno di rinforzi per gestire suo fratello Chad. Ma Tabby aveva pensato che forse Kriss sarebbe tornato a casa presto e voleva chiedergli cosa era successo, per cui aveva rifiutato...adesso se ne pentiva.
Pensare a Kriss la portò a pensare a Dean e a come aveva agito in chiesa. Poteva ancora vedere lo sguardo sul suo viso quando aveva visto Kane.
Tabatha scosse la testa quando lâimmagine di Kane le venne in mente, in un vano tentativo di non pensare a lui. Vedere che stava morendo aveva scavato qualcosa di profondo nel suo cuore e nella sua anima. Non capiva perché, ma il pensiero che morisse la fece rannicchiare.
âDatti una calmata.â sussurrò per rompere il silenzio. âTi serve una distrazione.â
Prendendo il telefono, decise di chiamare Jason al lavoro per farsi aggiornare e vedere se era successo qualcosa di insolito da quando Kriss lâaveva portata in Florida.
Il telefono squillò tre volte prima che ci fosse una risposta.
âGuardia Forestale, sono lâagente Fox.â disse una voce sexy.
âEhi Jason, sono Tabby.â Sorrise per la prima volta da quando era entrata in casa.
âTabby?â gridò Jason e lei sentì qualcosa rovesciarsi, probabilmente la sedia perché era solito dondolarsi su due piedi. âDove diavolo sei stata?â
âDiciamo che Kriss ha rapito me ed Envy e ci ha portate in Florida per qualche giorno.â rispose Tabby. âSono appena tornata a casa e ho pensato di chiamare per vedere cosa mi sono persa.â
Jason sospirò âOltre alle normali cose strane, non ti sei persa granché. Lâunica cosa emozionante accaduta è che lâaltra sera abbiamo ricevuto una chiamata da un pazzo.â
Tabby sorrise e si sedette sul divano. âRacconta!â
âJacob e io ce ne stavamo seduti, era una serata noiosa, e il telefono squillò. Ho risposto e questo tizio diceva di aver visto un giaguaro che inseguiva un puma in centro, con un cellulare legato a una zampa.â
Tabatha non poté farne a meno e cominciò a ridere. Se fosse stata al posto di Jason un paio di settimane fa, avrebbe pensato la stessa cosa. âAccidenti.â esclamò lei.
âDillo a me.â disse Jason ridendo. âJacob e io abbiamo scommesso se troveranno o no dei messaggini quando prenderanno la bestiola.â
âSei sicuro di non aver bevuto una delle specialità di Kat?â chiese lei ridendo.
âIo non bevo in servizio!â esclamò Jason e Tabatha sentì la risata di Jacob in sottofondo. âAllora, quando tornerai al lavoro?â
Tabatha strinse le spalle âNon lo so ancora. Mi serve qualche altro giorno e ho delle ferie da consumare.â
âFantastico, anche se ci manchi però. Non è la stessa cosa senza un bel viso che illumina tutto. Ho solo Jacob adesso, e non è un granché da guardare.â
âMi mancate anche voi, ragazzi.â disse Tabatha, e lo pensava davvero. âCi rivediamo tra un paio di giorni.â
Jason rimase in silenzio per un istante e Tabatha istintivamente capì cosa stava per dirle. âCome sta Envy?â
âAnche lei sta bene. Come me, aveva solo bisogno di staccare per qualche giorno.â Si morse il labbro inferiore quando ci furono diversi secondi di silenzio.
âà vero?â chiese Jason.
âà vero cosa?â chiese Tabatha, facendo la finta tonta.
âEnvy esce davvero Devon Santos?â Le nocche di Jason divennero bianche mentre stringeva il telefono un poâ più forte.
Tabatha sospirò, sapeva che questo avrebbe ferito molto Jason, ma in parte era anche colpa sua. Un ragazzo così carino non dovrebbe mai fissarsi con una ragazza che lo vede come un migliore amico e un fratello.
âSì, è vero.â disse piano Tabatha. âSo che non voleva ferirti. Ti vuole bene...lo sai.â
Jason respirò piano e Tabatha si sentì dispiaciuta per lui. Aveva corteggiato Envy da così tanto tempo che era lâunica ragazza che avesse mai guardato. Adesso lei era fuori dalla sua portata ma Tabatha non glielo avrebbe detto. Quello era compito di Envy.
âSo che non voleva.â disse Jason dopo un minuto. âImmagino che avrei dovuto sospettarlo quando non si è nemmeno accorta che flirtavo con lei.â
âSe nâè accorta, Jason.â disse Tabatha. âHa solo pensato che avrebbe creato tensioni nella vostra amicizia.â
Jason mormorò âGià , probabilmente è così, ma non puoi biasimare un ragazzo per aver sognato, giusto?â
âIo posso biasimarti per tante cose.â Tabatha sentì Jacob parlare in sottofondo.
âStaâ zitto.â Jason ringhiò scherzosamente e Tabatha lo sentì abbassare i piedi della sedia nella giusta posizione. âTabatha, ti chiamo più tardi. Il bambino ha deciso di iniziare una battaglia di palle di carta.â
Tabatha ridacchiò e annuì con la testa âDâaccordo, ci sentiamo dopo.â
Riattaccò e si sedette per un attimo prima di riagganciare il telefono sulla base. Guardando di nuovo lâappartamento, non sembrava tanto solitario adesso. Jason avrebbe avuto bisogno della sua amicizia ora più che mai e sentirsi utile la aiutò a riprendersi.
Alzandosi e allungando le braccia sopra la testa, attraversò il corridoio diretta nella sua camera. Si spogliò e si infilò un paio di pantaloncini da uomo e una canotta prima di affondare nella fresca e familiare morbidezza del suo letto.
Questa volta non cercò di fermare la scena che apparve nella sua mente mentre si appisolava. Dopotutto, aveva bisogno di decifrarla e non sarebbe svanita finché non lo avesse fatto...quindi perché combatterla? Sprofondò nellâoscurità del sonno, vedendo ancora la chiesa e gli occhi di Kane.
*****
Jewel camminava nella grande camera da letto di Steven. Aveva le braccia incrociate sul petto e aveva iniziato a mordersi le unghie, cosa che non faceva da quando era bambina.
âà colpa mia.â disse piano cercando di scacciare lâimmagine del padre, crocifisso sullâaltare della stessa chiesa che aveva frequentato per buona parte della sua vita. Quante volte aveva pregato proprio lì sotto dovâera morto? Sapeva che Anthony era perverso ma questo era da sadici.
Steven osservava la donna fare avanti e indietro e poteva persino vedere le sue labbra muoversi senza emettere suoni, mentre blaterava mentalmente. Alzò una mano e la posò delicatamente sul suo braccio nel tentativo di calmarla. âJewel, niente di tutto questo è colpa tua.â
Lei strinse lo sguardo sulla mano e lo fissò. âHai ragione. à semplicemente colpa tua quanto mia. E adesso che papà è morto, non devo più sposare Anthony e non devo sicuramente restare sposata con te.â
Jewel si allontanò da lui in modo che la sua mano cadesse. Lâultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento era essere assolta dai propri peccati...lei era maledettamente colpevole. Aveva dato ad Anthony i chiodi per crocifiggere suo padre.
Steven non lo avrebbe ammesso ma le sue parole lo ferirono profondamente. Lui rispose nellâunico modo possibile a questo punto, visto che evidentemente lei non voleva sentire parole di incoraggiamento né di gentilezza.
âPensi davvero che Anthony smetterà di cercarti solo perché ha ucciso tuo padre?â gridò Steven. Sapeva di avere ragione e che lei non lo avrebbe ascoltato.
âHa ucciso mio padre... Stavo ballando con il diavolo perché volevo che lui fosse al sicuro. Se Anthony oserà avvicinarsi a me adesso, avrò la sua dannata testa.â Jewel si sentiva così strana. Era come se fosse perfettamente calma allâesterno, ma dentro tremava allâimpazzata.
Aveva pianto per ore, ma la rabbia lâaveva fatta finalmente rinsavire. Aveva versato abbastanza lacrime. Adesso era il momento di riprendersi la propria vita. Aveva un piano per tendere una trappola ad Anthony e pregò che Steven avesse ragione...che Anthony sarebbe venuto da lei, perché sarebbe stata pronta.
âNon posso lasciarti andare.â la informò Steven. Se lei non avesse protetto se stessa, allora come suo compagno...avrebbe dovuto farlo lui. Vide gli occhi arrossati di lei girarsi verso i suoi.
âAllora non sei migliore di Anthony e ti odierò per il resto della mia vita.â disse con decisione. Voleva che Steven si arrabbiasse con lei, per buttarla fuori e lavarsene le mani. Se lo avesse fatto...allora forse Anthony non lo avrebbe ucciso allo stesso modo in cui aveva ucciso suo padre. Non voleva sentirsi in colpa per altre morti terribili, se non per quella di Anthony...avrebbe volentieri accettato la colpa per questo.
Steven la guardò per un minuto, poi aprì la porta e rimase lì. âAllora vai. Io mi sto offrendo per salvarti il culo e tu non vedi lâora di andartene? Vai e vediamo cosa farai contro qualcosa che non hai la minima idea di come uccidere.â Steven sorrise perfidamente. âProprio così sai, i film non sono altro che un mucchio di stronzate.â
âImmagino che tu lo sappia, invece!â urlò Jewel in risposta e fece qualche passo avanti. Perché lui stava ancora cercando di salvarla? Non capiva che sarebbe stato ucciso?
Steven chiuse gli occhi e poi guardò lontano. âSì che lo so...non credi?â la schernì e poi la guardò di nuovo mentre Jewel cercava di superarlo. In preda al panico, Steven la afferrò intorno alla vita e la tirò più vicino âMaledizione, aspetta!â cedette.
Jewel cominciò a dimenarsi e lui la tirò più forte al petto. âSe vuoi incastrarlo dâaccordo, ma non puoi farlo da sola. Lascia che ti aiutiamo.
Jewel si scostò piegandosi allâindietro per poterlo guardare. âPerché? Così potrai essere appeso anche tu ad una croce?â Avrebbe voluto urlare mentre la visione si faceva strada nella sua mente. âNon voglio che accada.â
Non era sicura di cosa provasse per Steven, ma il pensiero che morisse la faceva sentire come se fosse stata pugnalata al petto. âSe mi lasci andare adesso, lui non avrà motivo di venire a cercarti.â Strinse il retro della sua camicia con le sue piccole mani. âSarai al sicuro...e vivo.â
âVerrà comunque a cercarmi.â la informò Steven, poi passò il dito sul segno di accoppiamento che le aveva lasciato. Sorrise dolcemente quando la sentì rabbrividire al suo tocco. âCome ho detto, questa è la vita reale. Se torni da lui e vede quel marchio di accoppiamento, verrà a cercarmi, a prescindere da quello che dirai o farai.â
Jewel si lasciò andare al caldo abbraccio che lui le stava offrendo e chiuse gli occhi. Sentì la propria rabbia svanire nella sicurezza delle sue braccia e voleva sbattere i piedi per la frustrazione. La tristezza per aver perso suo padre stava tornando ma non avrebbe pianto.
Steven avvolse Jewel in un abbraccio rassicurante. Non poteva biasimarla per il suo comportamento. Se Anthony avesse ucciso suo padre, allora nessuna forza in questo mondo o nellâaltro avrebbe potuto fermarlo.
âAscolta, senti questa.â gli chiese scostandosi un poâ da lei e sollevandole il viso. âFaremo una riunione domani mattina e ci saranno tutti. Ti aiuteremo a pensare a qualcosa di meglio che tornare da lui. In entrambi i casi, con noi avrai un esercito accanto a te. Senza di noi, sarai di fronte ad un esercito di lupi mannari e non importa cosa farai... Anthony ti avrà .â Le accarezzò la guancia mentre scrutava i suoi occhi âE io non voglio che Anthony ti abbia.â
Jewel abbassò la testa sul petto di Steven e fece un respiro profondo e rassicurante. Aveva ragione. Non voleva stare vicino a quel mostro dopo quello che aveva fatto. Premette lâorecchio al petto di Steven ascoltando il suo battito cardiaco forte e stabile. Quante volte lâaveva salvata dai vampiri, da Anthony, e adesso da se stessa?
âPosso restare stasera?â sussurrò Jewel sapendo che se lâavesse lasciata andare, lâorrore delle ultime ore sarebbe tornato a perseguitarla. Lo guardò e incontrò lo sguardo fisso di lui. Le sue labbra si aprirono con stupore quando un flusso di calore attraversò il centro del suo corpo.
Come faceva a calmare la sua rabbia e farla sentire eccitata contemporaneamente? Distolse subito lo sguardo non volendo che lui notasse la sua confusione.
Senza rispondere, Steven la prese in braccio, chiuse la porta con il piede e ritornò attraverso la stanza facendola sedere sul bordo del letto. Togliendole le scarpe, lui si tolse subito le sue e si stese insieme a lei. Sentì Jewel inspirare mentre lui la stringeva in modo da poter avvolgere il proprio corpo intorno a lei. Ci sarebbe voluto ancora tempo...ma sarebbe stato dannato se avesse lasciato andare Jewel tanto facilmente.
Capitolo 3
Kriss entrò nellâappartamento che condivideva con Tabatha e chiuse la porta dietro di sé. Aveva cercato Dean ovunque e non aveva trovato alcuna traccia di lui né del demone che stava inseguendo.
Una cosa certa della loro specie era che se volevano nascondersi, sapevano svanire senza lasciare tracce su dove fossero. Era riuscito a sentire il demone ovunque, anche se non lâaveva mai visto. Questo finché non fu liberato e capì che aveva sempre sentito la sua presenza. Poteva ancora sentire lâintento malevolo di quella personalità oscura anche nella sua casa...il che non faceva bene al suo stomaco.
Camminando nellâappartamento buio, Kriss si diresse verso la camera da letto di Tabatha e sorrise al viso innocente addormentato nel letto. Era rannicchiata come un gattino attorno al suo pupazzo preferito...un cucciolo di Yorkshire con la lingua da fuori. Quel peluche era lâunico ricordo che aveva della propria infanzia. Qualche anno prima, aveva finalmente ceduto e gli aveva raccontato la storia di Scrappy e di come il cane fosse scomparso quando era andata in vacanza con i suoi genitori lâultima volta.
Kriss sospirò e si mise nel letto accanto a lei, avvolgendola come una coperta di sicurezza. Non appena lo fece, Tabatha si scostò da lui.
âHai trovato Dean?â chiese piano.
*****
Kane era riuscito ad allontanarsi, contento che Warren avesse tenuto occupato Michael abbastanza a lungo per poterlo fare. Qualsiasi cosa Michael e Dean avessero fatto per guarire ciò che Misery gli aveva fatto, gli aveva provocato la madre di tutte le scariche di adrenalina. Adesso era nervoso e non gli sarebbe stato dâaiuto stare seduto nellâufficio di Warren, a ricordare il demone succhia-anime che lo avrebbe spaventato per un poâ nei suoi incubi futuri.
Alzò lo sguardo verso la travolgente oscurità del cielo e capì che le prime luci dellâalba non erano lontane. Volendo allontanarsi dal cuore della città , si muoveva per le strade così in fretta che se qualcuno avesse guardato, non lo avrebbe notato. Il lato negativo era che adesso era a chilometri di distanza dalla casa di Michael.
Voleva vedere Scrappy e rannicchiarsi con il cane sul divano con una bella bottiglia di vino, unâesagerata ciotola di popcorn e...un film catastrofico? Kane scosse la testa...a che diavolo stava pensando? Scrappy avrebbe probabilmente scelto il film, cosa che poteva essere negativa o meno, al momento. Entrambi amavano i film in cui ci sono animali parlanti.
Kane rallentò e si guardò intorno quando capì che qualcosa lo aveva attirato in quella direzione. Allâinizio pensò che fosse Misery ad averlo attirato lì. Scosse nuovamente la testa e scartò lâidea quando lâimmagine di Tabatha in chiesa gli balenò nella mente. Poteva sentire la sua presenza e, per la prima volta quella sera, Kane dimenticò i mostri che fornicavano sotto il suo letto e saltellavano nel suo armadio.
Tabatha era la sua anima gemella e, ora che aveva preso il suo sangue, il legame si era ampliato. Lâunica ragione per cui non lâaveva notato la settimana scorsa era perché il caduto... Kriss...lâaveva portata lontano da lui, misero bastardo. Stava cominciando a chiedersi se soffrisse di ansia di separazione.
Percorrendo quella zona della città , arrivò a casa di lei in pochi minuti. Atterrando in silenzio sul tetto della casa di un vicino, si fermò per guardarla attraverso la finestra della camera da letto. La sua vista acuta riconobbe i capelli che ricadevano sul cuscino e le sue labbra leggermente aperte mentre respirava profondamente. Non aveva mai conosciuto la pace come in quel momento... â¦semplicemente guardandola dormire.
Kane si chiese come apparisse agli occhi di lei. Somigliava agli altri mostri che lei aveva incontrato o sognato? Lei aveva capito quanto fossero profondi i suoi sentimenti?
Fece per rimettersi in piedi, pronto ad andare da lei, quando la sentì gridare nella sua mente. Il suono proveniva dai suoi sogni ma il suono mentale lo fece fermare, poiché gli ricordava il modo in cui lei aveva gridato da bambina tanti anni fa. Fino ad oggi, non aveva fatto che causarle dolore...facendola sanguinare per colpa sua.
Kane si voltò per andarsene quando vide la porta della camera da letto di Tabatha aprirsi. I suoi muscoli si prepararono ad attaccare lâintruso quando vide il caduto, Kriss, entrare nella camera da letto e strisciare nel letto con lei. Kane vide che il caduto era sconvolto, ma sentì la rabbia dentro di sé quando Kriss mise un braccio intorno a lei, tenendola stretta come unâamante.
Lui sentì la propria pace svanire e la rabbia lo riempiva mentre osservava. Concentrandosi al massimo, il suo udito potenziato iniziò a captare la conversazione sussurrata. Si accigliò per un attimo quando si rese conto che il suo potere era più forte di prima. Era sorpreso e si accigliò ancora di più quando sentì i battiti dei loro cuori anche a quella distanza.
âDean non vuole che io lo trovi.â Kriss sospirò chiedendosi se Dean stesse inseguendo il demone o il caduto che era stato lì con lui. Avrebbe voluto che Dean aspettasse. Câera qualcosa nellâaura dellâaltro caduto di cui Kriss non si fidava completamente. Sperava segretamente che Dean non sarebbe riuscito a trovare nessuno dei due.
âMi chiedo cosa sia successo.â sussurrò Tabby. âDa quello che Envy e Devon hanno detto, Dean era stato intrappolato lì quasi tutto il giorno.â Non poté fare a meno di immaginare Kane, sapendo che era stato anche lui lì con il demone ed era sopravvissuto a malapena.
âGlielo chiederò di sicuro appena lo trovo.â rispose Kriss, incapace di tenere la preoccupazione lontana dalla propria voce.
âDean ti ama...non starà via a lungo.â Tabatha chiuse gli occhi sperando di avere ragione per il bene di Kriss.
âDormi adesso.â sussurrò Kriss, sperando che lei avesse ragione che Dean sarebbe tornato presto. Non aveva visto comâera lâaltro caduto perché si era mosso troppo in fretta, ma lo aveva sentito per un attimo prima che lâaura del demone lo sovrastasse. Se una sensazione fugace lo stava perseguitando, allora poteva immaginare in che cosa si stesse imbattendo Dean.
I caduti erano talmente rari da togliersi il fiato quando erano vicini tra loro. La maggior parte delle persone pensava che fossero i leggendari angeli caduti che erano stati lanciati sulla terra per proteggerli...ma spesso le leggende sono solo una mezza verità , modellata dalle parole di uomini che bramano un eroe o talvolta un nemico.
I caduti erano arrivati sulla terra da unâaltra dimensione...come i demoni. Le leggende chiamavano quella dimensione âParadisoâ, ma si sbagliavano.
I miti dicevano che loro distruggono i demoni...ancora una volta, era solo una mezza verità . La Bibbia diceva che i caduti si erano accoppiati con le belle donne della terra ed erano stati puniti per questo...e questa era la cosa più vicina alla verità che i profeti avessero mai detto.
Il motivo per cui i restanti caduti si astennero dallâaccoppiarsi con le donne della terra...era perché il risultato di quegli accoppiamenti era la nascita di un demone. Erano i caduti a creare i demoni.
Quando il primo caduto apparve erano in tanti, ma quando i demoni nacquero ed iniziarono a distruggere ciò che i caduti amavano, si scontrarono con i propri figli e combatterono. Ci furono molte perdite da entrambi i lati e la connessione tra le dimensioni si stava spezzando lentamente.
Alcuni dei primi caduti erano scomparsi, e si pensava che fossero stati uccisi dai demoni che loro stessi avevano generato. La maggior parte dei sopravvissuti scelse di tornare a casa per non essere tentati dalla seduzione delle donne umane. Sono stati loro ad inviare i giovani guerrieri in questo mondo per proteggerlo...per proteggere gli esseri umani dai mostri.
Câera una sola regola...non potevano accoppiarsi con le donne di questo mondo altrimenti le avrebbero uccise. Un bambino della razza pura era stato collocato su ogni punto energetico della terra e solo alcuni di loro erano sopravvissuti così a lungo. Le leggende dicevano che erano immortali...ma si sbagliavano.
I caduti non erano immortali, vivevano solo per lunghi periodi di tempo...i millenni avrebbero attraversato la loro vita. Essi potrebbero anche essere uccisi da umani e demoni allo stesso modo...anche se, per un essere umano, fare una cosa del genere sarebbe estremamente difficile.
Syn conosceva le vere leggende e le aveva tramandate ai suoi âfigliâ. Ricordandosi di quelle lezioni, Kane ora capiva quanto Kriss amasse Tabatha...abbastanza da non renderla sua compagna...e abbastanza da non lasciarlo fare a qualcuno che lui pensava fosse più che un demone. Sembrava di non essere lâunico ad avere segreti oscuri. Lâangolo delle labbra di Kane accennò ad un sorriso consapevole mentre si girò e si allontanò.
*****
Envy e Devon stavano aspettando al bar quando le prime persone cominciarono ad arrivare per la riunione. Lei e Kat erano impegnate a parlare e cercare di aggiornarsi su tutto ciò che era successo, mentre Devon e Quinn si limitavano a fissarle con un sopracciglio alzato.
âIn che lingua stanno parlando?â chiese Devon.
âNon ha un nome.â dichiarò Quinn. âà un rituale che le donne fanno abbastanza spesso. Allâinizio è innocuo e poi, prima che te ne accorgi, ti ritrovi a fare shopping e sei bloccato fuori dai camerini a mantenere la loro borsa.â
âE sei anche bloccato a mantenere la borsa mentre loro entrano in negozi da donna e acquistano lingerie che non ti sarà permesso vedere fino al tuo anniversario.â intervenne Nick con un sorriso.
Warren batté una mano sulla spalla di Nick. âFidati fratellino, sarai felice di mantenere quelle borse quando sarà il momento.â
Un paio di braccia si avvolsero al collo di Warren da dietro e il viso di Michael fece capolino. âSignifica che mi porti a fare shopping?â
âMa certo.â disse Warren con un sorriso. âTi porterò in quel negozio di bondage che ti piace tanto.â
Lâespressione di Michael divenne sognante. âOh sì, fruste, catene, staffe, frustini...pelle.â
âMa che...?â Nick si alzò improvvisamente e si allontanò da loro facendo sorridere Devon.
âOmofobo.â mormorò Devon.
âStaâ zitto!â Nick brontolò âO sono dei bravi bugiardi o è tutto fastidiosamente vero.â
La porta si aprì e Steven entrò con Alicia e Jewel. Alicia aveva aperto il proprio armadio e aveva trovato un bellâabitino viola da far indossare a Jewel finché non avesse comprato altri vestiti. Fortunatamente, erano quasi della stessa taglia e altezza quindi Jewel sarebbe stata a posto per ora. Alicia aveva anche detto a Steven che finché non avrebbe potuto trovarle altri vestiti, Jewel era la benvenuta a rovistare nel suo armadio quanto voleva.
Steven si avvicinò subito a Quinn e Devon, che erano seduti con Nick ad un tavolo proprio di fronte alla postazione di Kat.
âNon siamo in ritardo, allora.â disse Steven sorridendo dentro di sé quando vide Jewel sorridere ad Alicia. Si rese conto di non aver mai visto il suo sorriso fino ad ora e subito si rattristò quando esso svanì dalle sue labbra.
Warren si guardò intorno âIn realtà credo che ci siamo tutti.â
âNon tutti.â disse Envy. âAspettiamo ancora Chad.â
In quellâesatto momento le porte si aprirono e Chad entrò con Trevor e Zachary al seguito.
âChe diavolo ci fa qui?â chiese Devon alzandosi in piedi.
âChad è un poliziotto.â gli ricordò Envy. âSa già cosa succede e ha visto la scena finale di quello che è accaduto al cimitero. à dentro, che lo voglia o no. Inoltre..â continuò â..potrà tenere i poliziotti lontani per un poâ.â
âNon mi riferivo a tuo fratello.â La voce di Devon era ad un livello pericoloso.
Kat annuì, vedendo che Envy si accingeva ad accogliere erroneamente anche Trevor. Volendo evitare che si scatenasse una furiosa lotta allâultimo sangue, si allontanò dal bar mettendosi tra loro.
âAnche Trevor può restare.â disse lei fermamente e incrociò le braccia sul petto. âDopotutto...sa fare gioco di squadra.â Kat finì con un occhiolino verso lâuomo biondo che le fece un cenno di saluto.
Quinn si alzò dalla sedia e si avvicinò a Kat, mettendole un braccio intorno alla vita per avvicinarla. âDevo tenerti dâocchio...vero?â mormorò scherzosamente, ma lo sguardo nei suoi occhi raccontava una storia diversa.
âPossiamo procedere?â chiese Kane dallâombra.
Tutti tranne Michael sussultarono sentendo la voce. Era così silenzioso che nessuno si accorse che fosse lì.
âConcordo.â dichiarò Warren. âCredo che sappiamo tutti perché siamo qui.â Guardò Chad che fece cenno di aver capito, prima di guardare Trevor e Zachary. âPrima di parlare di quello che è successo al cimitero, ho una domanda per Trevor.â
Trevor strinse gli occhi âE sarebbe?â
âCosa diavolo sei?â chiese Devon interrompendo Warren.
âSono un mutante proprio come la maggior parte delle persone qui presenti.â rispose Trevor.
Kane sbuffò nellâombra facendo girare tutti.
âSai qualcosa di lui?â chiese Envy. Non sembrava che lei avrebbe creduto a una parola di Trevor...aveva già dimostrato di essere un grande bugiardo.
âPotrei, ma dovrete essere molto gentili con me se volete saperlo.â disse Kane con voce divertita. Avrebbe attribuito la propria irritabilità allâessersi alzato dal lato sbagliato del letto, ma cavolo...lui non aveva dormito.
Devon si alzò e sollevò Kane in aria per il bavero della giacca. âPenso che abbiamo smesso di essere gentili.â ringhiò il giaguaro.
Kane sorrise in risposta âOh, questo non va bene. Ho già detto al mio cucciolo quanto fossi gentile e lui era felice di incontrare un nuovo compagno di giochi.â Entrambi sapevano chi avrebbe perso se avessero deciso di azzuffarsi...e non era il gattino.
âIl tuo cucciolo?â chiese Jewel, i suoi occhi si illuminarono allâidea di qualcosa di carino e coccoloso. Il labbro si contrasse al pensiero di un cane tra tutti i felini nella sala.
âà unâenorme palla di pelo.â brontolò Michael.
Warren si strinse il setto nasale e Quinn dovette lottare per non ridere del suo cognato giaguaro.
âDevon, metti giù Kane e porta il tuo culo su una sedia.â reclamò Warren. âFiniremo la discussione su Trevor più tardi.â
Nick, Devon e Kat guardarono Warren con gli occhi spalancati. Chi non conosceva Warren, non poteva capire. Lui era entusiasta allâidea di un nuovo mutante nella zona e voleva sapere di più su quella razza ignota.
Devon mise giù Kane e tornò a sedersi accanto a Warren. Le porte si aprirono e Kriss entrò a braccetto con Tabatha. Devon fece un leggero sorriso mentre guardava il vampiro biondo. Forse lui non era in grado di tenere Kane al proprio posto, ma lâuomo che era appena entrato sì, e sapeva che a Kriss non piaceva il vampiro rieducato.