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Dopo la Caduta
Indice
Libri di L.G. Castillo [Versione Inglese]
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Epilogo
Prima della Caduta: Anteprima
Copyright © 2018 L.G. Castillo
Tutti i diritti riservati.
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Libri di L.G. Castillo [Versione Inglese]
CONTEMPORARY ROMANCE
Strong & Wilde (Texas Wild Hearts #1)
Secrets & Surrender (Texas Wild Hearts #2)
PARANORMAL ROMANCE
After the Fall (Broken Angel #2)
Before the Fall (Broken Angel #3)
Golden Angel (Broken Angel #5)
1
Il mantello di Rachel fluttuava mentre si affrettava lungo il tunnel nellâoscurità . Lui era lì. Se lo sentiva.
Tremando, strinse il pesante tessuto più vicino al corpo. Dalla bocca le uscivano nuvolette bianche mentre ansimava, cercando di riprendere fiato. Ad ogni passo era come se i suoi poteri di angelo venissero prosciugati. Si fermò e si appoggiò al muro umido della caverna, senza la forza di fare un altro passo. Ce la poteva fare? Anche se fosse riuscita a raggiungerlo, avrebbe avuto ancora poteri sufficienti per salvarlo?
Gabrielle lâaveva avvisata che sarebbe stato così, ma Rachel non le aveva dato retta, specialmente quando era entrata per la prima volta allâInferno. Era uguale a casa! Prati rigogliosi e fiori fragranti coprivano il panorama fino allâorizzonte. Montagne con i picchi ricoperti di neve facevano da sfondo ad un cielo limpido e azzurroâpersino il ruscello si trovava nello stesso identico posto del Paradiso. Se non fosse stato per la sensazione di ansia che le prendeva lo stomaco e i peli che le si drizzavano dietro al collo avrebbe giurato di essere a casa.
Considerato che Lucifero teneva i propri prigionieri al Lago di Fuoco, aveva presupposto che lâInferno fosse una vasta landa deserta caratterizzata da un calore soffocante. Finché non aveva trovato la caverna nascosta dietro a una cascata non aveva pienamente capito cosa intendesse Gabrielle quando le aveva detto di non abbassare mai la guardia. La caverna era gelida. Lâaria ghiacciata sembrava entrarle nei pori e nelle ossa, facendole battere i denti in maniera incontrollabile.
Avrebbe voluto che Gabrielle le avesse fornito maggiori informazioni su cosa aspettarsi. Si sarebbe messa abiti più pesanti. Gabrielle câera stata una volta sola, ed era rimasta allâesterno della caverna. Secondo lei, una volta era stata più che sufficiente. Le ci erano voluti giorni interi per riprendersi dallâesperienza.
Solo Raphael sapeva esattamente come fosse lâInferno. Aveva chiesto a Gabrielle di aspettarlo mentre lui si addentrava coraggiosamente nelle profondità della caverna per raggiungere il lago. Era lâunica persona che Rachel conoscesse ad essere sceso e poi tornatoâvivo.
Se solo avesse potuto chiedere a Raphael cosa aspettarsi e come prepararsi. Sospirò. Se lâavesse fatto, non avrebbe poi avuto modo di sgattaiolare via senza farsi notare. Sarebbe stato fatto rapporto a Michael e molto probabilmente sarebbe stata messa sotto sorveglianza fino a quando non sarebbe stato troppo tardi.
Le sfuggì un singhiozzo al pensiero che lui potesse morire. Si mise una mano sulla bocca, terrorizzata nel sentire che il suono creava unâeco nella caverna, rimbalzando sui muri. Cominciò a tremare mentre lottava con il pensiero di perderlo. Doveva riprendere il controllo. Se fosse stata catturata, sarebbe stata la fine per entrambi.
Fece un respiro profondo per farsi forza e si staccò dal muro. Ce la posso fare. Non lo perderò.
Trascinando i piedi sul pavimento della caverna continuò ad arrancare nellâoscurità . Girato un angolo, si trovò davanti a due tunnel.
Da che parte devo andare? Gli occhi le si riempirono di lacrime e si morse il labbro, frustrata. Era stanca, così stanca. Se avesse scelto il tunnel sbagliato, non sapeva se poi sarebbe stata in grado di percorrere anche il secondo. Il tempo stava per scadere. Doveva fare una scelta, adesso!
Stava per avventurarsi lungo il sentiero alla sua sinistra quando sentì un gemito provenire da destra.
à lui!
Cominciò a correre in quella direzione con rinnovata energia e in pochi minuti si ritrovò in una grande caverna. Sentì un forte calore sul corpo, che la fece ritrarre per il dolore dovuto allâimprovviso sbalzo di temperatura. Si fermò di botto, cercando di bilanciarsi con le braccia per non cadere nella lava liquida che era apparsa davanti ai suoi occhi e che rischiava di ustionarle la punta dei piedi.
Il lago!
Un calore indicibile le offuscò la vista e si strofinò gli occhi. Tutto ciò che riusciva a vedere era un mare di calore rosso infuocato. Lui dovâè?
Cercando di vedere attraverso la foschia, scorse una figura indistinta, immobile. Sbatté nuovamente gli occhi e riuscì a mettere a fuoco lâimmagine.
No! Non può essere lui.
Dallâaltra parte del lago, incatenato al muro, nudo, si trovava lâunica persona al mondo di cui lei non poteva fare a meno. Lâunica persona per cui avrebbe sfidato gli ordini dei più importanti Arcangeli se questo avesse significato poterlo salvare.
Uriel.
Le cominciarono a scendere grosse lacrime sulle guance infuocate mentre osservava il suo corpo, una volta splendido, bruciato dalla lava che gli schizzava addosso. Le sue belle ali candide erano adesso di un colore nero grottesco. Ad ogni movimento che faceva, le piume si riducevano in cenere e fluttuavano a terra senza più vita.
âUrielâ disse con voce rauca.
Lui sollevò la testa e la guardò con occhi pieni di sofferenza, di un blu stupefacente rispetto allo sfondo del suo viso annerito. âNoâ gemette. âVattene. Vattene subito. Lui sta perââ
La caverna rimbombò, e la lava fece un guizzo nellâaria. Uno spruzzo del liquido ustionante lo colpì al petto. Inarcò la schiena e lanciò un grido.
âSto arrivando, Uriel!â Rachel si tolse il mantello e aprì le ali.
âà troppo tardi per meâ le disse con voce stridula. âNon farlo.â
âNo, non è vero. Non mi interessa ciò che dicono gli altri. Ti sei redento. Meriti unâaltra chance.â
Lui la guardò dritto negli occhi. âPerdonami. Non sono degno di te.â
âNon câè niente da perdonare. Io ti amo.â
Rachel si guardò intorno, alla ricerca disperata di un modo per arrivare a lui. Deglutì con sforzo mentre spalancava le ali e, con tutta la forza che aveva, si sollevò in aria. Riuscì ad alzarsi solo di qualche centimetro dal terreno. Era come se una barriera invisibile la trattenesse a terra. Freneticamente, cercò intorno a sé un altro modo per raggiungerlo e vide uno stretto sentiero di pietra lambito dalla lava. Non esisteva altro cammino.
Facendo appello a tutte le proprie forze si spinse verso lâalto, cercando di rimanere a distanza dal liquido ardente. La caverna rimbombò di nuovo, e unâonda di lava sbatté contro le pareti, mandando gocce infuocate nellâaria e sulle sue ali.
Lanciò un urlo di dolore e cominciò a cadere.
âNo, Rachel. Torna indietroâ gemette Uriel.
Prima che Rachel potesse rispondergli che non lâavrebbe lasciato per nessun motivo, sentì un soffio dâaria sul collo. Un braccio le circondò con forza la vita e la trascinò lontano dal lago, lontano da Uriel.
âPrendila . . . Gabrielleâ ansimò Uriel. âTienila . . . al sicuro.â
âHai la mia parolaâ rispose Gabrielle stringendo Rachel con forza ancora maggiore.
âNo!â gridò Rachel, lottando contro la stretta dâacciaio di Gabrielle. âLasciami andare. Lasciami andare!â
Rachel allargò le braccia, come se questo potesse aiutarla ad avvicinarsi a lui. âUriel! Uriel!â
Mentre Gabrielle usciva in volo dalla caverna, un forte tuono scosse le pareti, e il suono delle urla di Uriel la lacerarono, unendosi alle sue.
Poi, il silenzio.
Se nâera andato.
Si lasciò cadere senza forza fra le braccia di Gabrielle mentre volavano a ritroso lungo il tunnel glaciale. Il gelo si diffuse al suo viso, alle mani, e poi si intrufolò fino al cuore e fino al profondo della sua anima finché non rimase altro che un oscuro torpore. Non aveva importanza. Niente aveva più importanza oramai.
Quando uscirono dalla cascata nella luce del sole, Rachel guardò quasi senza vederle le nuvole che si muovevano pigramente nel cielo. E sebbene il sole le splendesse sul viso, non riusciva a sentirne il calore. Il vuoto e il gelo nel suo cuore non se ne sarebbero mai più andati, perché Uriel era morto.
âAspetta un attimo! Uri è morto? Ma proprio morto morto? Nel senso che non esiste più, morto?â Naomi guardò Rachel con gli occhi sgranati e poi si rivolse a Uri. Mentre lui sorrideva sul suo mento si evidenziò la sua tipica fossetta. âMa tu sei . . . sei qui.â
Rachel guardò in lontananza con unâespressione triste come se si fosse ancora trovata nella caverna.
âRachel? Stai bene?â Naomi le scosse le spalle, la fronte aggrottata per la preoccupazione. Non era abituata a vedere lâamica così triste. Fra tutti gli angeli che aveva conosciuto nel suo breve tempo in Paradiso, Rachel era la più allegra, sempre indaffarata a diffondere pettegolezzi sugli altri angeli. Naomi avrebbe voluto non averle domandato come avesse incontrato Uri. Non aveva idea del loro passato tragico o che Rachel e Uri fossero mai stati separati. Uri, che aveva abbreviato il nome da Uriel, era sempre al fianco di Rachel.
Quando Naomi lâaveva incontrato per la prima volta, era stata colta di sorpresa dal modo in cui le sorrideva scherzosamente e la prendeva in giro. Ed era uno a cui piacevano gli abbracci, come Rachel. Naomi aveva pensato che Lash sarebbe stato geloso del modo in cui Uri flirtava con lei. Ma poi si era accorta che si comportava in quella maniera con tutti, anche con Gabrielle.
In Paradiso non câera carenza di angeli belli da togliere il fiato. Sebbene lâaspetto scuro e tenebroso di Lash rispondesse di più ai suoi canoni di bellezza, doveva ammettere che Uri era attraente. Portava i capelli biondo scuro tagliati corti con dei ciuffi che gli ondeggiavano sulla fronte, evidenziando i suoi scherzosi occhi blu. Ciò che più colpiva erano le sue labbra carnose, che sembravano sempre pronte per dare un bacio. La maggior parte degli angeli femmina si scioglievano ogni volta che Uri baciava loro la mano per salutarle o quando lanciava loro un sorriso. E se Uri voleva proprio farle impazzire, accentuava il suo accento russo.
Malgrado tutta lâattenzione che attirava, era chiaro che il suo cuore apparteneva a Rachel. Ogni volta che lei entrava in una stanza il suo viso si accendeva e diventava ancora più meravigliosamente bello. Era come se tutta lâenergia che irradiava fosse dovuta a lei.
Rachel sbatté gli occhi un paio di volte e scosse la testa, come se volesse ritornare al presente. âCerto, scusa. Mi sono persa nei ricordi per un attimo. Cosa stavi dicendo?â
âAh, amore mio, lasciami spiegare a Naomi i dettagli della mia miracolosa risurrezioneâ disse Uri a Rachel.
Si allungò sul tavolo e prese la mano di Naomi fra le sue. Fece una pausa e guardò verso Lash. âPosso?â
Lash annuì e si sedette più comodamente. âFinché tieni sotto controllo un poâ del tuo fascino.â
Naomi levò gli occhi al cielo. âMi sta solo tenendo la mano. Ma perché mi stai tenendo la mano, Uri?â
âDimmi, bellissima Naomi. Cosa senti?â le chiese Uri facendo lâocchiolino a Rachel.
Naomi sbatté gli occhi, confusa. âUh, beh, sento la tua mano.â
âSì, senti la mano di Uriâ disse, stressando la pronuncia della ârâ. âMa chi è Uri?â
âCosa?â Naomi guardò verso Lash, non sapendo cosa pensare. Lui scrollò le spalle.
âQuesto è Uri, in carne e ossa?â Passò la mano di Naomi sul suo braccio muscoloso. âO Uri è questo?â disse mettendole la mano sul suo petto scolpito.
Lash si alzò di scatto sulla sedia. âHey, attento adesso.â
âShh.â Naomi lo silenziò con la mano. âCredo di stare capendo qualcosa.â
âA me pare che tu stia palpeggiando Uriâ borbottò Lash.
Rachel fece una risatina e raccolse le carte dal centro del tavolo. âNaomi ha ragione. Sei carino quando sei geloso.â
âNon sono . . . aw, dammi le carte.â Le strappò il mazzo di mano.
Naomi poteva sentire Lash che metteva il muso mentre mischiava le carte. Voleva tranquillizzarlo, ma era vicina a capire ciò che Uri cercava di spiegarle. Era a un passo dal capirlo.
âStai dicendo che è cambiato solo il tuo corpo?â
Uri le sorrise. âMolto bene. Questoââindicò il proprio petto con la mano di Naomiââè un Uri nuovo e migliorato. Ti piace?â Le fece lâocchiolino.
âSì.â
Lui fece un largo sorriso, e Rachel rise sotto i baffi.
Naomi si sentì arrossire mentre toglieva la mano dal suo petto. âVoglio dire . . . sei un . . . buon amicoâ balbettò.
Fece un respiro e cercò di riportare la conversazione sullâargomento principale. âQuindi, stai dicendo che il tuo vero io, la tua anima, non è mai morto. Era ancora vivo.â
âà in gamba, vero?â disse Uri a Lash.
Lui fece un grugnito.
âLo prendo per un âsìâ.â Naomi riportò lâattenzione sul gioco che stavano facendo. Tolse i fagioli dalla scheda della tombola e ne cercò unâaltra. Quella che stava usando doveva essere iellata. Non aveva vinto neanche una volta in tutta la serata.
Aveva insegnato la tombola messicana a Uri e a Rachel poche settimane prima, sperando di potersi divertire un poâ nelle pause fra un allenamento e lâaltro. Rachel la adoravaâprobabilmente perché vinceva quasi sempreâe per questo lei e Uri venivano a giocare tutte le sere.
âImparo qualcosa di nuovo ogni giorno. Non sapevo che gli angeli potessero morire, o perlomeno i loro corpi. Deve essere stato un sollievo sapere che Uri sarebbe tornatoâ disse Naomi.
Nella stanza si fece silenzio.
âNon tutti tornano indietroâ disse Rachel a bassa voce. Il suo sorriso onnipresente era scomparso.
âOh, ma io lâho fatto.â Uri si alzò dal tavolo, sollevò Rachel dalla sedia, e se la mise in grembo. âCi sono voluti molti anni, ma sono tornato da te, mia amata.â
âTremila trecento ottantasei anni, cinque mesi, due giorni, quarantotto minuti e ventitré secondiâ disse Rachel sottovoce.
Naomi sussultò. Era mancato così a lungo? Sentì il petto stringersi guardando Uri che asciugava teneramente una lacrima dalla guancia di Rachel. Se gli angeli potevano morire, allora questo poteva succedere anche a Lash, e non câera la certezza che sarebbe risorto. Per tutto questo tempo aveva pensato che niente avrebbe potuto separarli. Aveva pensato che avrebbe avuto lâeternità da trascorrere insieme a lui.
âQuando sei morto?â chiese.
âNel 1400 a.C. E non sono tornato fino al. . . hmm, fammi vedere, il 1967 o giù di lì, quando sono rinato in un corpo umano. In un modo non molto diverso da come tu sei nata nel tuo.â
âSolo che lui era a Chernobyl invece che in Texas.â Rachel diede una pacca sul petto a Uri. âLâho finalmente incontrato quando ha compiuto 19 anni.â
âChernobyl negli anni â80â sospirò Lash. âMe ne ricordo.â
âAnchâioâ disse Rachel. âNon ero mai stata tanto felice e frustrata allo stesso tempo in tutta la mia vita. Credimi, Lash, capisco perfettamente quello che hai passato quando sei stato assegnato a Naomi.â
âUri è tornato nei panni di un umano?â Naomi si girò verso di lui. âNon sapevi di essere stato un angelo, prima?â
âNo. Rachel ha dovuto faticare per convincermi. A differenza di te, io non ero proprio il più, come dire, corretto degli umani.â Uri le fece lâocchiolino. âNaturalmente, Rachel ha cambiato tutto questo per me, e finalmente ci siamo ritrovati di nuovo insieme.â
âMa tremila anni. Io non potrei mai . . .â Guardò verso Lash e prese un respiro profondo per calmarsi. âNon riesco neanche a immaginarlo.â
âHeyâ Lash si sporse verso di lei e le diede un bacio sulla guancia. âVa tutto bene. Io sono quiâ le disse come se potesse leggerle nel pensiero e sentire le sue paure riguardo ad una vita senza di lui. Come aveva fatto Rachel? Tutti quegli anni senza Uri, vedendolo morire così come era successo, non sapendo se sarebbe mai tornato.
âPerché non me lâhai mai detto?â
âNon si è mai presentata lâoccasione.â Le tolse la tessera della tombola dalle mani e le prese nelle sue. âNon hai niente di cui preoccuparti. La situazione di Uri è assolutamente inusuale. Senza offesa, Uri.â
âNessuna offesa, amico mioâ disse Uri. âNaomi, Lash non è lâangelo più ribelle qui dentro, anche se lui vorrebbe farlo credere.â Sorrise, mostrando le fossette. âCi sono cose peggiori che uno può combinare oltre a fare un poâ di scenate e incasinare gli incarichi.â
Lash fece una smorfia. âNon le chiamerei scenate.â
âCosa hai fatto?â Naomi non riusciva ad immaginare che Uri avesse combinato qualcosa di tanto grave da essere punito con lâInferno. Non sembrava il tipo. âNon sapevo che gli angeli potessero ricevere questa punizione.â
âNon sono stati gli arcangeli a punirlo.â Rachel guardò la tessera di Uri, fece una smorfia, e ne prese unâaltra dal centro del tavolo. âNon lâavrebbero mai fatto.â
âOh, io mi posso benissimo immaginare Gabrielle che ordina una cosa del genereâ disse Lash.
âLashâ lo avvisò Naomi. Gabrielle era ancora un punto dolente per lui. Rachel le aveva raccontato come Gabrielle e Lash non andassero dâaccordo. Quindi, quando Gabrielle era stata designata per essere il suo supervisore, aveva pensato che sarebbe stato difficile lavorare con lei. Al contrario, lei mostrava molta pazienza con Naomi e le dava anche del tempo extra per completare alcuni addestramenti. Naomi aveva notato che Gabrielle era molto professionale e non interagiva mai con gli angeli a livello personale. Poteva capirlo. Doveva essere difficile per lei essere la seconda in comando dopo Michael. Naomi non lo aveva ancora incontrato, ma tutti parlavano di lui con riverenza, anche Lash. Gli unici momenti in cui Gabrielle sembrava abbassare la guardia era quando si trovava con Raphael. Se Naomi non avesse saputo come stavano effettivamente le cose, avrebbe pensato che Gabrielle fosse innamorata di lui.
âCosa?â Lash la guardò innocentemente. âà vero. Se si trattasse di me, lo farebbe in un batter dâocchio.â
âGabrielle a volte può essere un poâ . . . rigida, ma le sue intenzioni sono buone.â I grandi occhi castani di Rachel brillavano di lacrime mentre guardava in lontananza; sembrava stesse ricordando qualcosa. âHa rischiato la sua vita per venirmi a cercare, e non era tenuta a dirmi come arrivare al Lago di Fuoco.â
âUh, huh.â Lash la guardò con scetticismo per un attimo e poi rivolse nuovamente lâattenzione a Uri. âE quindi? Cosa hai combinato?â
âNon lo sai?â gli chiese Naomi, sorpresa. Immaginava che, visto che Lash e Rachel erano buoni amici, ne avessero già parlato.
âLash sa che sono stato ucciso e poi riportato indietro. Però non ho detto a nessuno il perchéâ disse Uri, scombussolato. Guardò nervosamente verso Rachel prima di continuare. âVedete, ero una persona molto diversa allora. Nel 1400 a.C. sono andato nella Città di Ai con Raphael e Luciââ
âOh, non vogliono sentire tutte queste cose noiose.â Rachel saltò giù dalle sue gambe. Fece passare fra le mani le varie tessere della tombola soffermandosi attentamente su ognuna di esse, evitando il contatto visivo mentre parlava. âUri è stato fatto prigioniero da Lucifero e Saleos. E a causa di, uh, circostanze speciali, gli arcangeli hanno deciso di, uh, lasciarloââsprofondò nella sedia e deglutìââmorire.â
âQuesto è crudele.â Naomi non poteva immaginare cosa potesse aver combinato di così grave da far sì che sia lui che Rachel soffrissero in quel modo. Osservò Rachel attentamente, e lei mostrò di essere a disagio per questo scrutinio. Le stava nascondendo qualcosa. A parte Lash, Rachel era diventata una delle sue migliori amiche, come una sorella, con cui condivideva tuttoâfino ad allora.
âLa Città di Aiâ disse Lash. âMi suona familiare. Dove lâho già sentita?â
Naomi fu sorpresa dallâimprovvisa risatina isterica di Rachel. âGuarda questa carta, Naomi. La Muerteâ lesse, e poi le passò la carta che raffigurava uno scheletro con una scimitarra in mano. âNon assomiglia per niente a Jeremy. Mancano i suoi nuovi stivali di coccodrillo. Non è vero, Uri?â
Uri corrugò la fronte poi, cogliendo lâinvito di Rachel, disse: âSì, i suoi stivali. Molto carini.â
Naomi vide che Lash si irrigidiva e si bloccava nel mescolare le carte alla menzione del nome di Jeremy. Questâultimo era sparito il giorno successivo al ricongiungimento fra Lash e Naomi. Lei aveva saputo della loro lite e ne aveva sofferto molto. Aveva chiesto a Raphael notizie di Jeremy, sperando di poter fare qualcosa per favorire la riconciliazione fra i due amici fraterni. Raphael si era limitato a scuotere la testa e a dirle che Gabrielle lâaveva mandato a svolgere un incarico di lungo termine e di non sapere quando sarebbe tornato.
âQuindi Jeremy è tornatoâ disse Lash con voce provata, riprendendo a mescolare le carte.
Rachel guardò prima Lash e poi Naomi, gli occhi pieni di pena. Poi si girò verso Lash con un sorriso forzato. âLâho visto stamattina. Magari tu, Jeremy, e Uri potreste ricominciare a giocare a poker.â
Lash serrò la mascella. Guardò le carte mentre le faceva passare fra le dita. Diede un colpetto al mazzo sul tavolo e ricominciò a mescolare senza dire una parola.
Lâatmosfera si fece sgradevole con Lash che continuava ad evitare di rispondere.
âà unâottima ideaâ disse Naomi, sforzandosi di dare alla propria voce un tono allegro. Guardò Rachel e Uri, vide gli sguardi che si scambiavano, e sospirò. Ancora altri misteri. Ma quanti segreti câerano in questo posto? Non era abituata a persone che le nascondessero le cose, specialmente dopo che Lash le aveva finalmente rivelato di essere un serafino e Raphael le aveva comunicato che lei era il settimo arcangelo.
Lash le aveva anche raccontato della sua conversazione con Raphael e di aver saputo che Rebecca, lâangelo custode di sua nonna, era sua madre e Raphael suo padre. E quando le aveva detto che Jeremy era il suo fratello maggiore, Naomi aveva pensato che i segreti fossero finiti lì . . . ma a quanto pare non era così. Che frustrazione! Per forza Lash era lunatico quando lâaveva incontrato la prima volta. Non gliene poteva certo fare una colpa.
âSpiegami di nuovo questa cosa: perché dobbiamo usare i fagioli?â chiese Lash prendendone una manciata.
Stava chiaramente cercando di cambiare argomento. Naomi fece un sospiro. Forse era meglio continuare a giocare a tombola.
âNon dobbiamo necessariamente usare i fagioli. Andrebbero bene anche le pedine da tombola. A Welita però piaceva usare i fagioli.â Sentì un dolore al petto, cosa che succedeva ogni volta che pensava alla nonna e al cugino, Chuy.
Quando Naomi era appena arrivata in Paradiso, era andata a controllarli nelle pause fra un allenamento e lâaltro. Ma ogni volta che lâaveva fatto era diventato sempre più difficile staccarsi dal ponte sul ruscello, lâunica finestra da cui poteva osservare il loro mondo. Gabrielle si era accorta della sua incapacità di concentrazione dopo queste visite e le aveva ordinato di evitare il ponte finché il suo addestramento non fosse stato completato.
Inizialmente era arrabbiata per il fatto che Gabrielle stesse sostanzialmente chiedendole di dimenticarsi della propria famiglia. Lash, ovviamente, si era indignato e si era offerto di parlarne con Michael, sostenendo che lei stava lavorando duramente e che tenere dâocchio la famiglia la aiutava ad adattarsi meglio alla transizione per il Paradiso. Dopo essersi calmata si era però resa conto che Gabrielle aveva ragione. La sua nuova vita e la sua nuova famiglia erano qui con Lash, e il modo migliore per adattarsi era abbracciare il proprio ruolo come arcangelo.
âNaomiâ disse Lash toccandole gentilmente la spalla. âStai bene?â
âSì, stavo solo pensando a Welita. Lei e Chuy mi mancano.â
âAnche a me . . . e Bearâ disse Lash riferendosi al Chihuahua della nonna. âPazza palla di pelo.â
Naomi si chiese cosa stessero facendo in quel momento. Si chiese se fosse tarda serata come lo era in Paradiso. In che fascia oraria si trovava il Paradiso?
Chuy e il suo migliore amico, Lalo, erano probabilmente seduti a cena in questo istante, avendo lasciato da poco il lavoro. Chuy stava quasi certamente servendosi un secondo piatto e Lalo un terzo. Lalo era come un membro della famiglia, e chiamava persino la nonna âWelitaâ anziché Anita, il suo nome proprio.
Naomi riusciva a vedere, nella sua mente, Lalo che dava di nascosto pezzetti di pollo a Bear, mentre Welita era indaffarata a pulire la cucina.
Rachel fece uno sbadiglio rumoroso e si alzò in piedi, spostando la sedia. âSono stravolta. Forza, Uri, andiamo a casa. Perché non giochiamo da noi domani?â
âNon ve ne dovete andareâ disse Naomi.
Rachel le andò vicino e la strinse in un abbraccio. âLo so. Ma tu e Lash dovreste stare un poâ da soli. Hai lavorato così duramente negli ultimi tempi. Fra lâaltro, Uri ha detto di avere una sorpresa speciale per me stanotte.â
âOgni notte è speciale con te.â Uri la prese fra le braccia e aprì le ali.
âUri!â squittì Rachel. âCosa stai facendo? Ho anchâio le ali, sai.â
Uri camminò intorno al tavolo e andò in sala, dove una parete di vetro guardava sulla valle. Tutte le finestre erano aperte e lasciavano entrare una brezza fresca.
âLash, sei stato furbo a lasciare la residenza condivisa e a traslocare in una casa tutta tua.â Si avvicinò alla finestra centrale e guardò giù. âLa vista da quassù è spettacolare. Ma perché così lontano da tutti?â
Per quanto Naomi amasse vivere con Lash, nella sua vecchia stanza si stava un poâ stretti. Lash aveva immediatamente risolto il problema costruendo un piccolo cottage sulla cresta di una montagna che sovrastava le residenze degli angeli. Ancora più importante, dalla casa Naomi poteva vedere il ponte, a ricordarle che Welita si trovava a pochi minuti di distanza. Lei lo adorava. Ma, nella parte più recondita della mente, si chiedeva se ci fosse unâaltra ragione perché lui voleva vivere lontano dagli altriâo magari da una persona in particolare.
Lash circondò Naomi con le braccia e le diede un bacio sul collo. âOh, diciamo che volevamo un poâ di privacy.â Sentì il suo respiro caldo sul suo orecchio mentre sussurrava: âE spazio per delle attività extra.â