Il Gioco Di Casper

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Il Gioco Di Casper
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Il Gioco di Casper
di
Charley Brindley
charleybrindley@yahoo.com
www.charleybrindley.com
Edito da
Karen Boston
Sito webhttps://bit.ly/2rJDq3f
Copertina di
Charley Brindley
© 2020
Tutti i diritti riservati
Tradotto
Da
Rita Carli
© 2020 Charley Brindley, tutti i diritti riservati
Stampato negli Stati Uniti d’America
Prima Edizione Luglio2020
Questo libro è dedicato alla
memoria di
James Brindley
1716 -1772
Alcuni dei libri di Charley Brindley
sono stati tradotti in:
Italiano
Spagnolo
Francese
Portoghese
e
Russo
Altri libri di Charley Brindley

1. La Fossa di Oxana

2. L’ultima Missione del Settimo Cavalleria

3. Raji Libro Uno: Octavia Pompeii

4. Raji Libro Due: L’Accademia

5. Raji Libro Tre: Dire Kawa

6. Raji Libro Quattro: La Casa dei venti dell’Ovest

7. La ragazza-Elefante di Annibale

8. Cian

9. Ariion XXIII

10. L’ultima Sede sull’ Hindenburg

11. Libellula vs Monarca: Libro Uno

12. Libellula vs Monarca: Libro Due

13. Il Mare della Tranquillità 2.0 Libro Uno

14. Il Mare della Tranquillità 2.0 Libro Due

15. Il Mare della Tranquillità 2.0 Libro Tre

16. Il Mare della Tranquillità 2.0 Libro Quattro

17. Il Mare dei Dolori Libro Due de Il Bastone di Dio

18. Non Rianimare

19. La Ragazza-Elefante di Annibale, Libro Due

20. Il Bastone di Dio, Libro Uno

21. Enrico IX

22. L’Incubatore di Qubit

Prossime Uscite

23. Libellula vs Monarca: Libro Tre

24. Il Viaggio versoValdacia

25. Acque Ancora profonde

26. La Signorina Machiavelli

27. Ariion XXIX

28. L’ultima Missione del Settimo Cavalleria Libro 2

Vedere la fine di questo libro per i dettagli sugli altri.

Capitolo Uno

New York City, tempo presente

Bell Casper era seduto al centro del divano a mezzaluna imbottito in pelle rossa al Blue Parrot Cabaret, sulla 52° Strada a Manhattan. Fingeva di lavorare al computer mentre in verità continuava a osservare la porta d’ingresso.

Bell Casper


Erano le 8:30, e il posto si stava riempiendo rapidamente. Il nightclub chic dedicato alla più alta élite finanziaria di New York. I cocktail da venticinque dollari e le cene a base di carne che venivano sui cinquanta dollari a pasto tenevano lontani mendicanti.

Due uomini della sicurezza sostavano sui gradini fuori dalla porta. Ai clienti abituali veniva fatto cenno di entrare, mentre ai nuovi avventori veniva controllato il documento di identità dall’ iPad delle guardie. Ogni notte, cacciavano molti aspiranti clienti. Ai ragazzi minorenni, e alle ragazze soprattutto, era assolutamente proibito entrare. Quelli di ventun anni e oltre che mostravano tracce di affari loschi venivano perquisiti in cerca di armi e droga. Bastava un accenno di qualcosa fuori posto perché alla persona fosse educatamente chiesto di lasciare il locale.La gestione era particolarmente attenta a rimanere nella legalità, tranne che per una cosa: le belle ragazze non accompagnate sembravano ottenere l’ingresso più facilmente.

Il bar dentro al locale malva e cremisi fiocamente illuminato era lungo circa venticinque metri e gestito da una dozzina di uomini e donne esperti nel preparare drink e nell’arte di ascoltare storie tristi con cenni d’incoraggiamento e parole sceltissime di commiserazione.


Blinker Whitaker


Blinker era il capo dei baristi e dei ventidue assistenti. Era dolce come un cioccolatino, timido e riservato, a meno che un subordinato non fosse beccato a mettere le mani nella cassa o ad annacquare le bevande. Allora lui o lei avrebbe visto il suo lato testardo. A differenza del gioco del baseball, al Blue Parrot due strike e sei fuori. Il primo passo falso poteva essere considerato come uno sbaglio o un errore di giudizio, ma due infrazioni costituivano un’abitudine, e ciò avrebbe significato la fine della carriera nel servire alcol in quel particolare locale.

“Inizia lo spettacolo,” sussurrò Bell tra séquando entrò un nuovo avventore.

Lanciò un’occhiata a Blinker, che annuì; anche lui l’aveva vista. Il capo barman sistemò sul ripiano superiore del bar un vaso di vetro con dentro cinque biglietti da cento dollari.

Bell iniziò a toccare i tasti del computer mentre guardava la donna con la coda dell’occhio.

La sua giacca Gucci sopra a una maglietta leggera Pierre Cardin, insieme a un anello d’oro di Cartier, suggerivano un’immagine che puzzava di ricchezza. Anelava la sua vecchia maglietta blu e i jeans logori. Avrebbero dovuto finire nella spazzatura molto tempo prima, ma come amici fedeli, erano molto comodi e non si lamentavano mai. Si sentiva finto in quei vestiti eleganti, e non appena fosse arrivato a casa, sarebbero stati appesi nell’armadio da dove li aveva presi, mentre lui si rilassava nei suoi vecchi maglietta e jeans.

Teneva sempre il suo tavolo libero, anche quando amici o conoscenti si fermavano a salutarlo; la sua impresa non si poteva condividere, se non con le due persone che aveva scelto.

Bell vide il viso della donna illuminarsi quando vide che era seduto da solo. Quando lei si avvicinò al tavolo, si tolse il suo Patek Philippe d’oro e lo mise vicino al computer, come se stesse cronometrando il tempo.

“Salve, ragazzone.” Si sedette e si girò verso di lui.

Guardò la bionda, fingendo sorpresa. “Oh, uhm, salve.” Tornando a guardare lo schermo del computer, continuò a digitare sulla tastiera. “Ci conosciamo?”

La donna emanava un leggero profumo di gardenia, come il sottile accenno di primavera.

“No,” rispose, “ma possiamo fare conoscenza se vuole far festa con me.”

Anche senza il mascara, il lucidalabbra e le ciglia extra lunghe, era una bella donna di circa ventiquattro anni. Era ben vestita con un body leopardato con il corpetto dall’ampia scollatura.

“Sarebbe bello, ma aspetto una persona.”

“Chi?” Appoggiò la clutch nera sul tavolo e fece un cenno a una cameriera. Ordinò una Tequila Sunrise.

Nadia, la cameriera, guardò Bell, che annuì per farle capire di portare un drink anche per lui. I camerieri avevano ordini di portargli sempre e solo ginger ale, on the rocks, non importava ciò che avesse ordinato.

La donna accanto a lui tirò su il suo orologio, guardò la marca, poi osservò attentamente il retro.

Sa esattamente quanto vale. E ha già valutato la giacca, la maglietta e l’anello.

“Sto aspettando Leticia,” rispose.

“Cos’ha lei che io non ho?”

Rimise a posto l’orologio e gli rivolse un sorriso elettrizzante mentre si chinava su di lui, permettendo alla sua scollatura di aprirsi di più, esponendo il seno alto e perfettamente sagomato.

“Le buste.”

“Quella donna ha delle buste?” La donna si sedette.

Lui annuì mentre toccava una riga di testo sullo schermo.

“Buste piene di soldi?”

“No.”

“Quante buste?”

“Uhm, nove, stasera.”

“Per chi sono?”

“Lei fa troppe domande.”

“Sono solo curiosa del perché Leticia con nove buste è più interessante di me.”

“Leticia è bella quasi quanto lei, ma è il contenuto delle buste a essere importante.”

Vide un sorrisetto incurvare le sue labbra lucide di gloss color caramello.

“Per chi sono?”

“È un poliziotto?” chiese.

“No.”

“Allora perché mi sta facendo il terzo grado?”

“Cocaina,” disse la donna.

“Cosa?” chiese lui. “Sta vendendo droga qui dentro?”

“No, deve essere il contenuto delle buste.”

“Oh, santo cielo.” Bell batté un pugno sulla cover del computer. “No, non è cocaina, né qualcos’altro di illegale. È solo un foglio di carta nelle buste senza nulla scritto sopra. Ora, potrebbe andarsene prima che arrivi Leticia?”

“Mi faccia capire bene. Leticiacon nove buste, ciascuna delle quali contenente un singolo foglio di carta senza la minima traccia di soldi o droga, e senza nomi scritti sopra, per lei è più interessante che lasciare che io la intrattenga per un’ora o due?”

“Santo cielo, credo che finalmente abbia capito.”

Gli mise una mano calda sulla coscia. “È gay?”

Bell deglutì mentre la sua mano risaliva la sua gamba. Si schiarì la gola.

“Hmm… direi proprio di no,” disse lei. “Cosa diavolo c’è scritto su quel pezzo di carta? Ed è la stessa cosa su tutti?”

Lui le tolse la mano dalla coscia e la strinse. “Guardi, è fuori dalla sua portata, sia finanziariamente sia, e me ne dispiace, intellettualmente.”

“Sta dicendo che sono povera e stupida.” Lei strappò via la mano dalle sue. “Perché non aggiunge anche brutta?”

 

“Certamente lei è l’opposto di brutta, ma questi nove giocatori sono tutti certificati Mensa, e hanno soldi da buttar via.”

“Ha,” disse lei. “Mensa è un’organizzazione il cui unico requisito per l’ammissione è avere il QI della fascia superiore. E quanti soldi pensa che abbia?”

Si concesse di osservare i suoi occhi blu, di superare il sorriso e il seno coppa C e di scendere verso la vita stretta e l’orlo della gonna che aveva una lunghezza quasi indecente.

“Quattro o cinquecento all’ora.”

“Le piacerebbe. Per cinquecento neppure mi sbottono la camicetta.”

Ci siamo. Se non abbocca, dovrò aspettare che un altro pesce nuoti nel mio laghetto torbido.

Prese un profondorespiro ed espirò. “Bene. Abbiamo nove giocatori stasera. Ciascuno ha comprato il posto con mille dollari. Se dà un’occhiata al nostro amichevole barman laggiù…”

Indicò Blinker al bar. Quando lei guardò da quella parte, Blinker le sorrise e annuì.

“Vede quel vaso di fiori laggiù?” chiese Bell. “Sul ripiano in alto, sopra Blinker?”

“Sì. È la sua ciotola per le mance?”

Bell rise. “Contiene i novemila dollari che hanno pagato i giocatori.”

“Davvero?” Si voltò verso Bell.

“Sì. Dentro ciascuna delle buste di Leticia c’è un unico foglio di carta con un puzzle, un enigma, o qualche altro rompicapo.”

“Un puzzle diverso o sempre lo stesso?”

“No, sempre lo stesso.”

“Quindi, questi ricconi pagano mille dollari per un indovinello, e chi lo risolve si becca un sacco di soldi?”

“Wow, forse fa parte della fascia superiore.”

“Assolutamente no. Ma sembra troppo facile. È certo che siano intelligenti?”

“Sì. Ma le manca un piccolo dettaglio del gioco. I soldi vanno a chi lo risolve per primo, e ognuno ha un solo tentativo. Se la risposta è sbagliata, non c’è un secondo tentativo, e il giocatore è eliminato fino al prossimo gioco. O se indovina, ma un altro lo risolve prima, perde i propri mille dollari.”

“Bè, diavolo, potrebbero semplicemente cercare la soluzione su Google.”

“Possono provarci. Non c’è una regola contro l’uso di Google o dei libri, e del resto, possono anche chiedere aiuto a qualcuno, ma non servirebbe a niente.”

“Perché?” chiese la donna.

“I puzzle sono elaborati dal Ringmaster, la persona che guida il gioco. E non sono mai stati pubblicati da nessuna parte.”

“Che cosa ci guadagna?”

“Se nessuno risolve il rompicapo prima dell’inizio del gioco successivo, il Ringmaster si becca tutto il vaso.”



La donna fischiò. “Quanto spesso il Ringmaster si becca i soldi?”

“Non molto. L’ho visto due volte negli ultimi trenta giochi.”

“E c’è un nuovo gioco ogni notte?”

Bell annuì.

“Che lavoro fa il Ringmaster?” chiese.

“Il professore di matematica e probabilità all’università di new York.”

“E quante sono le probabilità che mi dica il suo nome?”

“Quasi nulle.”

“Allora mi dica quali puzzle sono apparsi in questi giochi.”

“Un attimo.” Bell tirò fuori il cellulare e cliccò su un messaggio. “Questo è stato veloce. Il Ringmaster ha detto di no, ma posso farle un esempio.”

“Bene.”

Bell prese un tovagliolo dal portatovaglioli in mezzo al tavolo. Con la penna disegnò un grande triangolo con due verticali dentro e due linee che lo attraversavano orizzontalmente.

“Quanti triangoli vede?”


Quanti triangoli?


La donna voltò il tovagliolo verso di lei per studiare la figura. “Dodici.”

“Ne è sicura?” chiese. “Si ricordi, ha un solo tentativo. Sbagli, e perde mille dollari.”

Mentre la donna si concentrava sui triangoli, Bell salutò con un cenno della mano una signora che era appena entrata. Indossava un vestito borgogna con scollo a V, che era passato di moda da almeno dieci anni. Era un po’ consumato ma pulito e ben tenuto. Aveva circa quarantacinque anni, vecchia per la professione, tuttavia con le rughe e le ciocche di capelli grigi ben dissimulate, faceva ancora una buona impressione. Si faceva chiamare “Coco Phoenix.”

Coco ricambiò il saluto di Bell, evidentemente felice di vederlo. Con qualche cenno della mano gli comunicò che sarebbe tornata a trovarlo dopo aver parlato con un ragazzo al bar.

“Quattordici,” disse la donna accanto a lui.

“È sicura?”

“Sì. Quanto ci ho messo?”

“Circa cinque minuti, ma la sua risposta è sbagliata.”

Contò di nuovo i triangoli. “C’è questo grande esterno, poi i tre grandi, altri tre in cima…più questi…quattordici. Non possono essere più di quattordici.”

“Diciotto.”

“Impossibile.”

Lui le indicò tutti i triangoli.

“Porca miseria! Non avevo visto quei quattro sovrapposti.”

“E questo è un enigma semplice. Ecco perché le sto dicendo che non dovrebbe rischiare i propri soldi.”

“Lei gioca?” chiese la ragazza.

“No. Il Ringmaster pensa che non sarebbe etico poiché conduco io il gioco. E in ogni caso, se vincessi io, gli altri giocatori sarebbero davvero molto arrabbiati.”

“Immagini di sì. Cosa ci guadagna?”

“Blinker, Leticia e io prendiamo cento dollari ogni sera.”

“Qual è il piatto più grosso che abbia mai visto?”

“Sedicimila.”

“Accidenti! Okay…” Aprì la clutch e tirò fuori un mazzetto di banconote. “Ci sto.”

“Le sto dicendo di starne fuori. Finirà per perdere i soldi.”

“E allora? Se perdo, dovrò solo fare un’ora di straordinario.”

“Bene, solo non si dimentichi che l’ha chiesto lei.”

Mise dieci banconote da cento dollari sul tavolo.

Lui tolse i soldi dal tavolo e glieli restituì. “Li tenga fuori vista, e non li dia a me. Li passi a Blinker, al bar. Ma aspetti un attimo.” Aprì un messaggio e lesse velocemente la risposta. “No, troppo tardi. Le nove buste sono già per strada. Il gioco per stasera è fatto.”

“Bè, peccato,” disse lei. “Non posso neppure spendere i miei soldi.”

“Mi spiace. Ma può restare a vedere se qualcuno vince.”

“Posso vedere l’enigma di stasera dopo che è finito il gioco?”

Lui scosse la testa. “Soltanto chi paga può vederlo.”

“Okay. Vado a dare i mille a Blinker per domani sera.” Lo guardò con gli occhi a fessura. “Se le va bene.”

Bell si strinse nelle spalle. “Certo. Solo, si assicuri di dirgli che sono per il prossimo gioco.”

“Il mio nome è ‘Gigi,’ tra l’altro.” Gli porse una mano.

“Bell1 Casper.”

“Okay, Bill. Ora, devo andare a lavoro. Vedo circa seimila dollari seduti al bar.”

“Sì.” Guardò gli uomini al bar, molti dei quali la stavano fissando. “Ma è ‘Bell,’ non ‘Bill.’”

“Oh, mi scusi. Come ha fatto sua madre a inventarsi questo nome?”

“Era incinta seduta su una panca della St. Joseph’s Catholic Church. Proprio nel momento in cui mio padre urlò ‘Gesù Cristo!’, le campane iniziarono a suonare il primo rintocco della mezzanotte.”

Gigi rise. “Okay, Bell. Complimenti a sua madre. Ci vediamo domani sera per i miei soldi.”

Bell sorrise mentre Gigi si allontanava. Fece a Blinker un pollice in su.

Capitolo Due

Altre due signore molto truccate vennero al tavolo di Casper quella sera, ma nessuna delle due andò a segno.

Coco Phoenix sedeva a chiacchierare con Bell mentre guardava gli uomini entrare e uscire.

“Chi è la ragazza nuova?” chiese Coco mentre aspettava.

“Gigi.”

“È un’imbrogliona.”

“Sì.” Bell guardò Gigi andarsene con un altro ragazzo. “Lo so. Che cosa stai facendo?”

Coco alzò il vestito colorato perché vedesse. “E’ un prendisole.”


Coco Phoenix


Il vestito aveva dei bei dettagli ed era disegnato per essere indossato sopra un bikini, o short e reggiseno.

“Adoro quei colori. Stai seguendo uno schema?”

“No, ho solo iniziato a cucire, e la fantasia è venuta fuori da sola.”

Un gentiluomo ben vestito si avvicinò e li guardò furtivamente, poi il suo sguardo cadde su Coco e arrossì mentre si avvicinava al tavolo.

“Dove sei stato, Lester?” Coco lasciò correre l’ago e il filo rosso senza alcun bisogno di prestare attenzione alle dita.

“Sono sgattaiolato fuori dalla casa dei vecchi per venirti a cercare.”

“Ecco dove andrò presto.” Lei si alzò per lasciargli il posto.

“Bene. Dì loro di portarti a Glen Acres.” Le fece l’occhiolino. “Così non dovrò più evadere.”

“Conoscendoti, probabilmente ci butteranno fuori per il troppo fracasso notturno.”

“Ne varrebbe la pena.” Lanciò un’occhiata a Bell. “Com’è andata stanotte, ragazzo?”

“Bene, signor Cravens. Come la tratta Wall Street?”

“I maledetti mercati sono sull’ottovolante questa settimana.”

“È il periodo giustoper comprare oro?”

“Non c’è guadagno con l’oro. I gioielli sono inutili, a meno che non le piaccia portarli attorno al collo. Se ne compra qualche oncia, cosa se ne fa? Deve tenerle al sicuro, oppure metterle in una cassetta di sicurezza in banca. No, le materie prime su cui investire sono altre. Soia e maiale. Questa estate, i cinesi compreranno navi intere di entrambi. Avranno un miliardo di persone da sfamare.”

“Hmm… materie prime.”

“Già.” Il signor Cravens sorrise a Coco. “Andiamo a divertirci un po’ o no?”

“Non so, Lester, sono piuttosto impegnata.” Alzò il prendisole perché lui lo vedesse.

“Wow. Sembrerai dolce con quello addosso.”

“Sai che andrai nel medesimo posto per aver mentito e per aver rubato.” Arrotolò il suo lavoro all’uncinetto e lo mise in borsa.

“In prigione?” L’uomo si alzò e le porse la mano. “All’inferno?”

“Glen Acres.”

Lui rise.

* * * * *

Gigi trovò tre clienti prima dell’una di notte.

Dopo che tornò da un altro incontro, Bell la guardò sedersi su uno sgabello accanto a un ragazzo che indossava una giacca grigio tortora.

Una ragazza nuova si avvicinò al suo tavolo e le chiese se fosse su Tinder, e lui rispose di no.

“Le piacerebbe un appuntamento veloce?”

Era una ragazza sulla ventina, capelli rossi, bel corpo, bel sorriso.

“Al momento sto lavorando.” Indicò il mucchio di buste aperte e fogli sparsi.

“Questo è uno strano posto per lavorare.”

“È un gioco strano.”

“Un gioco?”

Ecco l’esca, ora lancia l’amo, Bell, e tirala su.

“È un po’ complicato.”

La donna raccolse una delle buste, ci guardò dentro, poi ne aprì un’altra. Entrambe erano vuote. “Questo gioco complicate ha qualcosa a che fare con nove buste vuote?”

Mentre parlava con Bell, teneva lo sguardo fisso sugli uomini al bar. Era apparentemente interessata a ciò che Bell stava dicendo, ma ancora di più a carpire un trucco.

“Sì.” Girò la pila di buste a faccia in giù. “Prima, mi sono state consegnate queste buste. Io le ho distribuite a nove giocatori, e prima delle dieci uno di loro se n’è andato con novemila dollari.”

Lei lo guardò per un momento. “Quindi, le sono state consegnate nove buste, suppongo sigillate. Poi questi nove ragazzi hanno comprato le buste e il contenuto per mille dollari a testa?”

“Quasi. Sette uomini e due donne, stasera. E devono investire i soldi in anticipo. Quando tutti sono pronti, faccio una telefonata, poi Leticia mi porta il numero di buste che chiedo.”

“Ogni sera giocano le stesse persone?”

“No. Alcune giocano tutte le volte, alter vanno e vengono.”

“Limiti?”

“Nessuno. Ho avuto sedici giocatori.”

“Sa cosa c’è nelle buste?”

“No.”

Nadia si avvicinò al tavolo. Guardò Bell, sorrise, poi guardò la donna. La sua espressione non era proprio di disgusto, ma quasi.

Bell catturò lo sguardo di Nadia, fece un cenno col capo verso la donna, e mimò le parole, ‘Sii gentile.’

Il sorriso di Nadia divenne esagerato. “Cosa posso fare per lei, signora?”

“Può togliersi quel sorrisetto dalla faccia e portarmi un Dead Peacock. Poi, mostri un minimo di rispetto. Tutti dobbiamo lavorare sui talenti con I quali siamo nati. Lei è diventata una cameriera, mentre io mi sono trovata un posto nell’industria del comfort, mi sono fatta strada all’università, e questo tipo viscido…” indicò Bell, “sta gestendo un qualche tipo di racket, probabilmente illegale, ma apparentemente con un’alta posta. Gli offrirò un drink e arriverò a fondo della faccenda.” Alzò lo sguardo su Nadia e inarcò un sopracciglio.

 

Nadia guardò Bell.

Lui le fece l’occhiolino.

“Cos’è un Dead Peacock?” chiese Nadia.

“Un decilitro l’uno di assenzio, aperol, cointreau, e whiskey. Poi aggiungere un’aibika.”

“Aibika?”

“Un fiore commestibile. Immagino che un fiore di ibisco o lavanda vada bene.”

“Accidenti, penso di sapere cosa ha ucciso il pavone.” Nadia se ne andò per preparare i drink.

“Questo gioco non è illegale,” disse Bell. “E io non sono viscido. Nessuno è costretto a giocare. Infatti, convinco molte persone a non farlo, soprattutto se penso che non possano permettersi di perdere mille dollari. O se penso che il loro intelletto non sia all’altezza del compito.”

“Le buste sigillate arrivano…” Si chino verso di lui. “Sto cercando di capire, quindi stia zitto per un attimo. Lei distribuisce le buste, e il gioco inizia. Questi uomini e donne aprono le buste, ne tirano fuori qualcosa, e iniziano a lavorarci su. Probabilmente lo fanno ciascuno per conto suo perché ognuno vuol vincere l’intero piatto.”

Arrivarono i drink, e la donna pagò a Nadia cinquanta dollari, poi rifiutò il resto.

La cameriera felice andò al bar e tornò con una ciotola di noccioline e un cestino di tortilla, più un piattino con sopra quattro fragole coperte di cioccolato. Corse verso un altro tavolo.

“Dentro ogni busta c’è un enigma da risolvere.” La donna mangiò una delle fragole. “Un rompicapo avvolto in un mistero, dentro un enigma, come disse il nostro caro Churchill. E immagino che ci sia un tempo stabilito. Mi chiedo se tutti i giocatori ricevono lo stesso puzzle. No…” Alzò un indice. “Non me lo dica. Lo scoprirò da sola.” Finì la fragola, si leccò le dita, poi bevve il drink.

Bell mangiò una patatina mentre guardava Gigi entrare.

Lanciò un’occhiata a Bell, sorrise, guardò il rosso, poi porse la mano in un gesto interrogativo.

Lui si strinse nelle spalle.

Gigi andò verso il bar, facendo l’inventario delle marche.

“Il puzzle è sempre lo stesso, altrimenti sarebbe ingiusto,” disse il rosso. “Possono cercare su Google la risposta, ma immagino che non servirebbe a nulla. Lei, o chiunque abbia inventato questo gioco, non può controllare in che modo i giocatori risolvono l’enigma, quindi non è qualcosa che si può controllare. Il master…e non è lei, no?”

Bell scosse la testa.

“Il master crea questi enigmi ogni giorno. Ha detto che il gioco si fa ogni giorno, vero?”

“No, ha detto lei che c’è ogni sera, ma sì, io conduco il gioco ogni notte. Chiude alle nove, e i giocatori possono dare la propria quota per il gioco successivo quando scoprono se hanno vinto o perso.”

“Quest’uomo, immagino sia un uomo, ma potrebbe essere una donna, crea un nuovo enigma ogni giorno, quindi non è rilassato. Deve essere intelligente e rapido pensatore. È un qualche tipo di scienziato o insegnante. Un cervellone. Un professore. Già, è un professore universitario così annoiato di una manica di studenti illetterati da dover occupare il suo tempo a creare rompicapo, come quell’uomo che crea le parole crociate del New York Times. Le più difficili da risolvere del paese, forse del mondo, e ne crea uno ogni settimana. Ma il vostro uomo è migliore, ne crea uno nuovo ogni giorno.” Ruotò il suo Dead Peacock sul tavolo. “Mi chiedo chi sia.” Guardando Bell, inarcò un sopracciglio.

“Chi lo sa? Non l’ho mai incontrato.”

“Allora è un uomo. Ha mai parlato con lui?”

“No, non a voce, solo per messaggi. Immagino che potrebbe essere una donna.”

“Curiosone.” Porse il suo drink a Nadia perché lo vedesse. “Come vengono gestiti i soldi?”

“Okay, ora mi sta spaventando. Troppe domande.”

“Non parteciperò al gioco finché non saprò esattamente come funziona.”

“Chi ha detto che parteciperà al gioco? È solo su invito. E lei assomiglia troppo a un poliziotto.”

“Ha detto che non è illegale.”

“Infatti, ma non voglio essere arrestato sulla base di semplici sospetti, poi dovrei provare la mia innocenza.”

“Bene.”

Nadia portò un drink alla rossa.

Dette a Nadia una banconota da cento dollari. “Mi restituisca i miei cinquanta.”

Nadia le porse i soldi e attese.

“Sì,” disse la rossa. “Tenga il resto.”

“Oh, grazie. Ora lei è la mia cliente preferita.”

“Scommetto che lo dice a chiunque lasci una buona mancia.”

“Probabilmente,” disse Bell.

“Bene,” disse lei. “Ora avremo un servizio decente.”

Bell vide la rossa fare l’occhiolino alla cameriera.

Nadia arrossì. “Dove va a scuola?”

“Alla New York University.”

“Oh, merda,” disse Bell.

“Cosa?” chiese Nadia.

“Cosa?” chiese la rossa.

“Niente.”

Nadia corse via per prendersi cura di un cliente rumoroso a un tavolo vicino.

“Lei è un maledetto professore alla New York university,” disse. “Dico bene?”

Bell fissò lo schermo del suo computer. “Deve avere due palle molto grosse se pensa di poter—”

Lei gli prese la mano e la appoggiò sul suo inguine. “Sente qualche parte dell’anatomia maschile qua sotto? Sono stufa di sentire come avere un paio di palle di inutile pelle che mi pendono tra le gambe darebbe a me e alle altre donne l’abilità di ragionare ed elaborare un pensiero personale.” Scacciò la sua mano e la sbatté sul ventre di lui.

“Ahi!”

“Già, non solo sono inutile, ma sono anche la parte più vulnerabile del suo corpo. Se volessi fare del male a un uomo, gli darei un calcio in mezzo alle gambe prima di prenderlo a pugni negli occhi. Forse se avessi un paio di tette d’acciaio con capezzoli in ottone,si sentirebbe inferiore.”

“Molto divertente, ma io non sto cercando di sminuirla; volevo solo spiegarle il gioco.”

“Ha appena avuto un centinaio di dollari in toccatine gratis.”

“Sì, ma non ero eccitato come speravo.” Bell sentiva solo il suo viso andare in fiamme mentre scorreva la schermata del computer verso il basso.

Lei rise. “Adoro mettere in difficoltà gli uomini. Voi pensate di essere così superiori, e poi quando vi si avvicina una ragazza intelligente, non sapete approcciarvi con lei.” Lo fissò finché lui non la guardò. “Come gestisce i soldi?”

“Quest’informazione, donna intelligente, le costerà mille dollari.”

* * * * *

Erano quasi le 2 di note quando Gigi venne a sedersi accanto a Bell.

“Hai iscritto Wendy?”

“Wendy?”

“La rossa.”

“L’hai mandata tu da me?”

“Sì. Mi spetta una commissione?”

“Verrai cacciata dal gioco, ecco cosa ti spetta.”

“Perché? Più giocatori rendono più grande il piatto che vincerò.”

“No. Non voglio altri giocatori, non se si conoscono tra loro. Questa non è la partita amichevole di poker del sabato sera. Questa è una competizione spietata con un solo vincitore e molti perdenti arrabbiati.”

“Bè, lei è un’amica, ma siamo in competizione ogni sera per I ricchi bastardi che vengono qui per un appuntamento veloce.”

“Non mi piace questa situazione.”

“Oh, povero piccolo Bell. Hai intenzione di lamentarti tutta la notte o mi porti a fare colazione?”


Gigi Draper


Lui studiò il suo bel viso per un momento. “Ho solo una domanda.”

Lei sorrise. “Cioè?”

“Pancakes o uova alla Benedict?”

Lei si alzò dal tavolo e si sistemò la gonna. “Entrambi. Ho avuto una notte difficile.”

Bell chiuse il computer e si alzò. “Devo solo scambiare due parole con Blinker prima di andare.”

“Okay. Io andrò in bagno.”

Al bar, Bell porse il computer a Blinker. “Io e Gigi andiamo a far colazione. Mandami un messaggio se succede qualcosa.”

“Gigi, eh?”

“Quel sorriso da lupo è assolutamente fuori luogo.”

“Bene, capo.” Trattenne il sorriso e sistemò il computer sotto il bar.

1Bell significa campana in inglese.