Czytaj książkę: «Ogni Bacio»

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Book Description

Dedica

Riconoscimento dei marchi

Capitolo Uno

Capitolo Due

Capitolo Tre

Capitolo quattro

Capitolo cinque

Capitolo sei

Capitolo sette

Capitolo otto

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Sull’autrice

Una storia di musica, amore e altre sofferenze

OGNI BACIO

C.J. BURRIGHT

Ogni bacio

ISBN # 978-1-80250-040-0

©Copyright C.J. Burright 2019

Copertina di Erin Dameron-Hill ©Copyright Dicembre 2019

Tradotto da Cecilia Metta

Design interno del testo di Claire Siemaszkiewicz

Totally Bound Publishing

Questa è un’opera di finzione. Tutti i personaggi, i luoghi e gli eventi sono frutto dell’immaginazione dell’autrice e non devono essere confusi con fatti reali. Qualsiasi somiglianza con persone, in vita o morte, eventi o luoghi è puramente casuale.

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in qualsiasi forma materiale, sia tramite stampa, fotocopia, scansione o altro mezzo, senza il permesso scritto dell’editore, Totally Bound Publishing.

Le richieste devono essere inviate in prima istanza, per iscritto, a Totally Bound Publishing. Atti non autorizzati o limitati a proposito di questa pubblicazione possono comportare procedimenti civili e/o penali.

L’autore e l’illustratore hanno fatto valere i loro rispettivi diritti ai sensi del Copyright Designs and Patents Acts 1988 (come modificato) per essere identificati come autore di questo libro e illustratore dell’opera d’arte.

Pubblicato nel 2021 da Totally Bound Publishing, Regno Unito.

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, scannerizzata o distribuita in qualsiasi forma stampata o elettronica senza permesso. Si prega di non partecipare né incoraggiare la pirateria di materiale protetto da copyright in violazione dei diritti di autore. Acquistare solo copie autorizzate.

Totally Bound Publishing è una siglia editoriale di Totally Entwined Group Limited.

Se avete acquistato questo libro senza copertina dovete sapere che questo libro è proprietà rubata. È stato segnalato come “invenduto e distrutto” all’editore; né l’autore né l’editore hanno ricevuto alcun pagamento per questo “libro spogliato”.

Musica, amore e altre sofferenze: l’antefatto

Lui è dolce, affascinante, arrogante e crede di poter ottenere tutto quello che vuole, compresa lei. Negarglielo è una sfida cui lei non può resistere.

Sei mesi fa, Gia ha perso l’amore della sua vita e la scintilla che le ha fatto guadagnare il soprannome di “Ragazza scintillante”. Quando il Natale si avvicina, oltre al suo compito di decorare l’ufficio e di nascondere il vischio per le scommesse segrete sui baci delle feste, Gia indossa la sua maschera e finge di non soffocare lentamente. Ma quando Ian, un avvocato presuntuoso e delizia per gli occhi, scommette che sarà lei a baciarlo sotto il vischio, Gia fa una scommessa tutta sua. Non bacerà mai Ian.

Ian O’Connor rifiuta di perdere, sia in aula, sia in camera da letto, sia che si tratti di una scommessa sui baci sotto il vischio. Dal giorno in cui Gia è entrata nel suo studio legale, ha perseguitato le sue fantasie con i suoi tacchi a spillo e il suo sorriso solare. Ora che lei è di nuovo single, farà di tutto per eliminare la sua malsana attrazione verso di lei, un lusso che non può permettersi senza esporre il suo passato tormentato.

Ma mentre la loro guerra e la loro chimica crescono d’intensità. Sia Gia sia Ian potrebbero scoprire che c’è un rischio ancora maggiore che perdere una scommessa quando ci si abbandona a un bacio sotto il vischio.

Dedica

A Brenda, sono così fortunata ad averti trovato in questo mondo selvaggio, buio e pazzo

Riconoscimento dei marchi

L’autore riconosce lo stato di marchio e i proprietari dei seguenti marchi menzionati in quest’opera di finzione:

Jingle Bell Rock: Joseph Carleton Beal e James Ross Boothe

Il Grinch: Dr. Seuss Enterprises, L.P. Geisel-Seuss Enterprises, Inc.

Batman: DC Comics General Partnership

Il Signore degli Anelli: J.R.R. Tolkien

Porsche: Dr ING HCF Porsche AG Corporation

Winter Wonderland: Felix Bernard and Richard B. Smith

Cenerentola: Disney Enterprises Inc.

Macbeth: William Shakespeare

Capitolo Uno

Una pioggia di brillantini pioveva nell’ufficio di Gia. Il rosso e il verde scintillavano sul file bianco che stava fissando da dieci minuti, persa nella tana del coniglio della tristezza.

Si appoggiò alla sedia e inclinò il mento verso l’alto, sollevando lo sguardo verso la fonte della nuvola di brillantini: Karen, la sua collega, custode di tutti i pettegolezzi dell’ufficio e anche la sua più cara amica alla Hamilton & Associates, il miglior studio legale di Graywood, che offre sostegno nella cittadina con una qualità da grande metropoli e con prezzi monumentali.

“Ho pensato che qualcosa di scintillante avrebbe attirato la tua attenzione, ragazza scintillante.” Karen sorrise e soffiò sulla testa di Gia gli ultimi brillantini che teneva nel palmo della mano. “Visto che quest’anno nessuno si è offerto volontario, ho bisogno di aiuto per le decorazioni di Natale.” Le parole esprimevano con tono scherzoso un’accusa, ma la ghirlanda di decorazioni che Karen aveva sistemato attorno al collo di Gia sembrava una minaccia.

Da quando due anni prima aveva iniziato a lavorare alla Hamilton & Associates, quando San Valentino era trascorso senza alcuna decorazione, Gia si era nominata coordinatrice delle feste interne e festeggiava ogni stagione e ogni festa importante con delle decorazioni colorate. Quando quell’anno aveva saltato Halloween, nessuno aveva protestato. Ma in quel momento sembrava che il suo periodo di lutto non era più tollerato e che il Natale non sarebbe trascorso senza di lei.

Anche se lo desiderava.

Gia sfoggiò un sorriso e finse che sembrasse reale. “Solo se riesco ad appendere il vischio in posti strategici.”

“Ci contavo.” Karen avvolse una ghirlanda scintillante intorno alla sua gola esile e ne fece roteare l’estremità come un boa. “Non vedo l’ora di vedere Lisette intrappolare O’Connor vicino alla fotocopiatrice e osservare come lui cerca di sottrarsi strisciando a un vero bacio.”

Per un istante, il sorriso di Gia sembrò meno finto. Ogni anno tutto l’ufficio scommetteva su quante volte Lisette – la segretaria che aveva quasi la stessa età dello studio – avrebbe intrappolato O’Connor sotto il vischio. Poiché Ian con le donne seguiva la regola di una sola notte, regola che non infrangeva mai, era divertente vedere Lisette raccogliere la sfida e batterlo… almeno per quanto riguardava i baci. Gia aveva fatto la sua parte posizionando il vischio in luoghi inaspettati e discreti e lasciando una mappa a Lisette.

Forse guardare qualcun altro trovare un po’ di romanticismo avrebbe cancellato l’ombra che attanagliava ancora il suo cuore. Gia si alzò e si sistemò la gonna nera. Il suo maglione di cashmere rosa ammorbidiva l’austerità e, per quanto fosse stufa di indossare indumenti di colore nero, le sembrava disonesto rinunciarvi completamente. Prese i sacchetti con le decorazioni verdeggianti e i nastri rossi che le lanciò Karen. “L’Operazione Vischio è in corso.” dichiarò Gia.

“Spero che quest’anno tu abbia qualche idea creativa.” Gli occhi verdi di Karen brillarono, afferrando una manciata di decorazioni. “Non appena avremo sistemato le decorazioni, O’Connor andrà alla ricerca del vischio e cercherà il modo di evitarlo.”

“O cercherà di capire come usarlo a proprio vantaggio.”

“Mi va benissimo che lui usi il vischio con me.” Karen inarcò le sopracciglia ramate. “Quest’anno potrei anche competere con Lisette.”

Gia scrollò le spalle. Ian era attraente fisicamente, nessuno poteva negarlo, ma l’unico uomo che lei aveva desiderato negli ultimi tre anni era stato Joey.

Joey era stato il suo tutto.

Le mancò il respiro e strinse il sacchetto di plastica dei nastri finché non svanì la minaccia delle lacrime. Si schiarì la gola. “Mi stai dando una soffiata dicendo che dovrei scommettere su di te e non su Lisette?”

“Lisette ha dalla sua parte la vecchiaia e l’inganno. La mia lussuria e la mia determinazione non possono competere con lei.” Karen socchiuse le labbra color rubino e strinse gli occhi, entrando in modalità contabile. Si sistemò distrattamente la matita dietro l’orecchio. “Ma io scommetto due a uno che Lisette metterà Ian nell’angolo almeno cinque volte e che lui per tre volte sgattaiolerà via.”

“Come fai a tenere il conto?” Gia estrasse un nastro di velluto dal sacchetto. “Hai delle telecamere nascoste? Delle spie? Un esercito di ragni che osserva e ti riporta i segreti durante la notte?”

Karen fece finta di annusare. “Non rivelo mai le mie fonti. Lo sai.”

Gia legò il nastro attorno a un rametto di vischio, afferrò il contenitore di plastica delle puntine rosse e verdi che Karen aveva sistemato sulla scrivania e si diresse verso la porta. “Conosco il posto perfetto.”

“Aspetta, ragazza scintillante.” Karen si alzò, con la sua gonna a quadri, il maglione verde bosco con scollo a V e gli stivali di pelle nera. Con i suoi capelli corti color castano e il suo sorriso impertinente secondo Gia assomigliava a una fata troppo cresciuta che si dedicava alle marachelle. Indicò la porta dell’ufficio di Gia. “Hai dimenticato il posto più ovvio.”

“Preferisco ammirare i baci da lontano e mi rifiuto di restare intrappolata nel mio ufficio o di essere costretta a pagare un pedaggio per entrare o uscire.” Esclamò guardando Karen. Anche se Gia avrebbe potuto giocare la carta del dolore e fuggire, c’erano un paio di membri dello staff che avrebbero assolutamente approfittato del vischio appeso all’architrave.

“Hai ragione.” Karen si stropicciò il naso lentigginoso. “Ma stavo pensando più a me che a te. O’Connor gironzola spesso senza motivo nel tuo ufficio.”

“Veramente?”

Karen sollevò la testa con un’espressione completamente incredula. “Veramente non lo hai notato? Come hai potuto non accorgerti di tutta quella bontà maschile? Sono preoccupata per te, G.”

Anche se apprezzava la battuta, tutti i motivi per cui non avrebbe notato un altro uomo rimanevano non detti sulla punta della lingua. Perché ero completamente innamorata di Joey. Perché Joey possedeva il mio cuore. Perché avevo tutto quello che volevo.

Tutti i suoi motivi erano spariti, scomparsi per sempre.

Ma lei era ancora viva e piangere non avrebbe cambiato nulla. Lo aveva fatto abbastanza negli ultimi mesi per saperlo.

Gia sorrise di nuovo. “Se ti dà un vantaggio, mio romantico folletto del gioco d’azzardo, correrò il rischio.”

Karen iniziò a battere le mani saltando da una parte all’altra. “Prendo la scala.”

Mezzo minuto dopo, Gia era in equilibrio sul gradino più alto della scaletta. Nemmeno i suoi tacchi da dieci centimetri erano sufficienti per raggiungere la sporgenza superiore dello stipite della porta. Si allungò tenendo un rametto di vischio con un nastro in una mano e una puntina rossa nell'altra.

“Vedo che la mia premonizione del pericolo non era sbagliata.” Il timbro morbido della voce di Ian O'Connor si avvicinò, ma Gia si concentrò sull'appuntare il vischio. Se si fosse guardata alle spalle, avrebbe potuto perdere l'equilibrio. “Cominciavo a sospettare che quest’anno l'ufficio saltasse il Natale.”

“E perdere l'occasione di vedere il signor Hamilton ballare Jingle Bell Rock alla festa annuale di Natale?” Non era possibile non notare nella risata di Karen la sua volontà di flirtare. “Neanche per sogno. Anche quest'anno distribuisci regali, vero?”

“Qualsiasi cosa per lenire la mia reputazione di Grinch per un giorno.”

“Stai sopravvalutando il potere dei regali. Per te, comprano solo un'ora di buon umore, al massimo.” Karen fece quasi le fusa con la sua voce. “Poi torni a essere un bastardo dal cuore di ghiaccio di due taglie troppo piccole.”

“Come dovrei essere.”

Gia sbuffò dolcemente e appuntò il vischio. Ian Non sembrava preoccupato che qualcuno potesse considerarlo senza cuore e considerando la sua reputazione - tutti denti e una pelle abbastanza dura da sopportare qualsiasi attacco verbale - la sua mancata reazione non l’aveva sorpresa. Fuori dall'aula, la fama di Ian era altrettanto brutale. Si atteneva alla regola ferrea di una sola notte prima di freddare le sue partner romantiche, senza eccezioni. Eppure sembrava avere sempre una selezione di vittime consenzienti. Doveva essere particolarmente abile in camera da letto.

Non che fosse interessata.

“Signorina Hellman, credo che il nastro sia storto.”

Gia si accigliò di fronte alla decorazione perfettamente dritta. “La mia abilità con i nastri è irreprensibile, signor O'Connor. Come si permette?”

“Non mi riferivo al bel nastro legato a un qualsiasi rametto di vegetazione.”

Aggrappandosi allo stipite della porta per non perdere l'equilibrio, Gia diede un'occhiata sopra la spalla. Ian le stava fissando le gambe e le fiamme nei suoi occhi blu non avevano niente a che fare con l'allegria o la gioia, ma piuttosto con i regali che lei avrebbe potuto offrirgli più tardi.

Ian sollevò lentamente lo sguardo verso di lei, scrutandone ogni centimetro. Anche se era stato sorpreso a guardare, la sua espressione non tradiva un barlume di vergogna o di rimorso. “Sto parlando del delicato nastro rosa sull'orlo della sua gonna, naturalmente”.

“Lo sapevo.” Il viso di Gia avvampò un po', ma si rifiutò di distogliere lo sguardo. Non lo stava lasciando andare così facilmente né ammetteva alcuna debolezza, specialmente l'inaspettato traballare delle sue ginocchia.

Ian fece scivolare fuori le mani dalle tasche dei pantaloni. “Posso?”

“Purché continui a comportarsi in modo educato.” Gia gli fece il suo sorriso più dolce.

Una corrente d'aria che trasportava la colonia di lui, leggermente speziata e ridicolmente costosa, le invase i polmoni quando Ian si avvicinò. Dopo un leggero strattone all'orlo della gonna, l’uomo si raddrizzò e inclinò la testa, studiando il suo lavoro. “Così va meglio”.

“Mi dispiace che il nastro indisciplinato della mia gonna abbia offeso la sua sensibilità delicata, signor O'Connor.”

“Scuse accettate, signorina Hellman.”

Gia avvertì uno sfarfallio nello stomaco e scese dalla scala prima di fare qualcosa di sconveniente, come poter riconoscere il motivo di quella sensazione. Si girò verso di lui. Guardando Ian, non poteva negare perché una ragazza potesse essere tentata di sprecare una notte con lui. Vestito in modo impeccabile con pantaloni blu, camicia gessata e cravatta rosso sangue, poteva darle del filo da torcere in una gara di moda. Doveva aver finito le sue udienze in tribunale per quel giorno, perché si era tolto la giacca e aveva arrotolato le maniche della camicia. I suoi avambracci nudi lo facevano sembrare pronto a giocare invece che a lavorare.

“Quante di quelle mostruosità intende piantare – mi perdoni, appendere – quest’anno in posti poco appariscenti?” Lanciò un'occhiata al vischio sopra la scala.

“Questo è un'informazione riservata.” Gia sbatté le ciglia, con un’aria innocente, e l'innegabile voglia improvvisa di adescarlo. “E il suo nome non è su quella lista, quindi dovrà trovarli tutti come tutti gli altri, un bacio alla volta”.

“Che ingiustizia.” La protesta dell’uomo, proferita con un tono così benevolo, non aveva peso.

“Potrei convincermi a rivelare qualche posizione.” Gli sorrise Karen, tutta maliziosa. “A un prezzo.”

Ian si strofinò per un momento il labbro inferiore e rivolse uno sguardo alle due donne, come se stesse considerando i rischi e i benefici. “Prenderò in considerazione la tua offerta generosa.”

“Non ci sarà nessun sabotaggio dei segreti del vischio, Karen.” Gia sollevò il mento e afferrò le sue decorazioni, tenendole vicine. “Se non riesce a gestire le sorprese, O'Connor, le suggerisco di nascondersi nel suo ufficio fino all'anno nuovo o di condurre i suoi affari fuori orario, dove può sgattaiolare senza paura di essere messo alle strette dalle ammiratrici.”

“Le sorprese non mi dispiacciono.” Un lato della sua bocca si arricciò in un sorriso pigro e sexy, e sostenne spudoratamente lo sguardo di Gia. “E forse stavo progettando di fare anch'io un po' di sorprese.”

Gia incontrò il suo sorriso con uno dei suoi. “Sono sicura che Lisette sarà tutta un fremito nel sentirlo.”

“Quali sono le probabilità contro di me quest'anno?” Ian si infilò di nuovo le mani in tasca, con i suoi occhi blu scintillanti, e Gia non poté fare a meno di chiedersi se si stesse davvero divertendo con le battute o se facesse tutto parte della sua maschera.

“Non ti è permesso scommettere su te stesso, e se te lo dicessi, manipoleresti tutti e tutto per rovinare le probabilità.” Karen fece roteare la matita tra le dita, con gli occhi stretti. Per quanto si fosse presa una cotta per Ian, prendeva sul serio il suo ruolo di giocatrice d'azzardo in ufficio.

“Vero.” Ian dondolò indietro sui talloni. “Molto bene... Quali sono le scommesse sulla signorina Hellman?”

Gia tirò su con il naso. “Non ce ne sono...”

“Dieci a uno che Chuck della pubblicità si becca un bacio per pietà, cinque a uno che Hamilton si becca un bacetto e…” Karen lanciò a Gia un'occhiata colpevole e si voltò di nuovo verso Ian “due a uno che tu vai a segno con un bacio a fior di labbra, cinque punti in più se dura più di trenta secondi.”

“Ma che...? Chi? Seriamente?” Gia sbatté le palpebre e si schiarì la gola. “Pensavo che non si potessero rivelare i dettagli delle scommesse alle persone coinvolte.”

Karen si aggiustò l'orpello che ancora portava al collo come una sciarpa. “Tu non giochi mai d'azzardo, quindi ho pensato che fosse sicuro.”

“E lui?” Gia agitò una mano verso Ian, rifiutandosi di guardarlo. Il fatto che i suoi colleghi stessero scommettendo qualcosa su di lei, le fece chiedere esattamente cosa le fosse sfuggito mentre negli ultimi mesi annaspava nella nebbia.

“Io credo in te, ragazza scintillante.”. Karen gettò un braccio intorno alle spalle di Gia. “Non avresti mai permesso a O'Connor di manipolare le probabilità a suo favore”.

Gia scosse la testa. “Siete malati, tutti... e hai assolutamente ragione sul fatto che non mi lascerò manipolare da O'Connor.”

“Io la chiamo persuasione. Sono su per giù la stessa cosa.” Ian si lisciò distrattamente la cravatta già diritta. “Parteciperà alla festa di Natale, signorina Hellman?”

Onestamente, Gia ci aveva pensato solo brevemente, senza molto entusiasmo, il che equivaleva a un probabile 'no'. Prima di Joey, aveva amato le feste e gli incontri sociali, sempre e ovunque. Ora...

Le si attorcigliava lo stomaco. Ora stava venendo meno alla promessa fatta a Joey. Gli aveva promesso che avrebbe impedito a sua sorella Adara di sprofondare nella solitudine una volta che lui se ne fosse andato, e che l’avrebbe trascinata agli eventi sociali. Da allora non era stata molto in vena di festeggiare.

“Non si preoccupi se non vuole andare,” disse Ian, con tono gentile. “Capisco benissimo.”

Gia sostenne lo sguardo di lui, troppo sorpresa dall'inaspettata compassione dell’uomo per rispondere. Nemmeno una volta Ian le aveva espresso compassione per la sua perdita - nemmeno un biglietto o una parola gentile - e Gia aveva sempre pensato che la morte lo mettesse troppo a disagio. Nonostante lavorassero nello stesso ufficio, non era come se fossero amici. Lui non le doveva niente.

“Se fossi in lei, non ci andrei nemmeno io”, continuò lui in tono serico, “non con tali probabilità che coinvolgono me, il vischio e i baci di trenta secondi. Dato che non sarà responsabile delle decorazioni alla festa, sarà in netto svantaggio e nulla impedisce a una persona più competitiva di portarsi in giro un rametto di riserva” - sorrise - “per aumentare le probabilità.”

Proprio quando aveva pensato che Ian potesse avere un po' di umanità... Gia strinse gli occhi. “Supera se stesso, O'Connor. Sì, ci sarò. E le suggerisco, invece di puntare i suoi soldi su quella scommessa, di darli in beneficenza. È meglio che ne benefici qualcuno che ne ha bisogno, visto che perderà.”

“Io non perdo, signorina Hellman”. La sfida scintillò negli occhi dell’uomo. “Mai.

“C'è sempre una prima volta.” Gia sorrise di nuovo dolcemente.

Ian sostenne lo sguardo di lei ancora per un istante, abbastanza a lungo da risultare scortese, prima di continuare a camminare. “Attente a dove mettete i piedi, signore”. Ian lanciò un'occhiata al vischio appeso sulla porta dell’ufficio di Gia, mentre passava. “I druidi credevano che le bacche di vischio rappresentassero lo sperma degli dei, un fatto divertente da considerare mentre preparate le vostre trappole per i baci.”

Sorridendo, scomparve dietro l'angolo.

“Che schifo.” Gia strappò la bacca bianca dal rametto che aveva in mano e la lanciò nella direzione in cui era andato Ian. Rimbalzò sul tappeto e rotolò in un angolo.

“Pensi che stesse flirtando con te per arrivare a me?” Chiese Karen in tono sognante.

“Come posso sapere cosa succede nel pantano della mente di Ian O'Connor?” Gia raccolse il vischio e i nastri rimasti, considerando già tutti i posti malvagi e creativi dove nasconderli. Avrebbe avuto bisogno di altre decorazioni per distrarre dalla vera minaccia: luci, orpelli e alberi. L'intero edificio sarebbe sembrato un grande magazzino natalizio impazzito.

“Non posso credere che si sia trattenuto dall'affondare i suoi denti nel tuo culo. Si vedeva che voleva farlo.” Le labbra di Karen si socchiusero. “Forse preferisce non giocare in pubblico.”

Gia fece una pausa e disse: “O forse si rende conto che mordermi il sedere sul nostro posto di lavoro gli costerebbe molto di più di una pestata sul piede con i miei tacchi a spillo.”

Karen trasalì. “Ahi! Ma seriamente, G.” La punzecchiò sul braccio con la gomma della matita. “Stai davvero dicendo che resisteresti a baciare Ian se ti trovasse per caso sotto il vischio? È il più bell'esemplare maschile di Graywood e scommetterei tutte le bottiglie della mia cantina che quando bacia una ragazza, lei non lo dimentica mai.”

Gettando le decorazioni sul pavimento, Gia entrò nel suo ufficio, prese venti dollari dalla borsa e li diede a Karen. “Scommetto che non avrò problemi a resistere a Ian O'Connor. Zero baci da me, non importa la manipolazione..

“Scommettere su se stessi non è permesso,” ripeté Karen. Studiò Gia per un momento poi scrollò le spalle, sfoderando un sorriso malizioso. “Ma in questo caso, credo che potrei fare un'eccezione.”

“Certo che sì.” Gia recuperò ancora una volta il vischio e marciò lungo il corridoio, con Karen che la seguiva da vicino con gli orpelli.

Ma il sorriso che sfoggiaca era autentico e, per la prima volta dopo mesi, facilmente animato.

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